Chapter 2

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«Buondì» Darcy varcò la sala tre, dove la stava aspettando la sua maestra per la prima lezione

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«Buondì» Darcy varcò la sala tre, dove la stava aspettando la sua maestra per la prima lezione.

«Buongiorno Darcy» un sorriso aveva preso posto sulle sue labbra dal momento che entrò la sua nuova allieva da quella porta «Ti vedo carica, sei pronta?»

«Assolutamente»

Fiera si alzò dalla sedia che aveva posizionato di fronte a quella appartenente alla ragazza, e iniziò a camminare per la sala «Ho deciso di assegnarti tre esibizioni, una di classico, l'altra di contemporaneo e l'ultima di hip hop»

Darcy annuì con le gambe accavallata una sopra l'altra mentre poteva già percepire le cariche salire.

«Voglio vedere un po' della tua versatilità, visto che mi hai appunto detto che sai fare molti altri stili»
si interruppe e si girò «A tal proposito quali altri stili hai fatto oltre a questi tre?»

«Ho iniziato a ballare all'età di tre anni, o almeno ho tentato, sul tip tap e nel mentre continuavo il mio percorso nella ginnastica artistica» tentò di fare mente locale «Poi dopo un anno mi iscrissi a classico e contemporaneo. Crescendo mollai il tip tap, sostituendolo all'età di sette anni con hip hop. Ai diciassette decisi di fare un corso di heels, che poi decisi di approfondire»

«Perfetto, ora vorrei che ti concentrassi particolarmente sulla coreografia di classico, in tal modo da poterla portare in puntata»

«Ok» disse e poi spostò il suo sguardo completa sulla coreografia, che aveva avuto in modo di osservare parecchie volte, quasi in infinito.

«Che ne dici se iniziamo subito? ti sei già riscaldata?» annuì e corse verso il borsone, appoggiando la felpa e tuta prendendo invece una bottiglietta d'acqua e mettendo ai piedi le punte e appoggiando sui fianchi il tutù.

Sotto lo sguardo attento della maestra, iniziò a seguire ogni spiegazione della professionista che la stava seguendo e spiegando attentamente ogni passo.

Riuscì a memorizzare in fretta quella coreografia mostrando infatti subito le sue strabilianti capacità.

Mostrò esplicitamente l'impegno che ci aveva messo e che ancora ad oggi impiegava per far venire tutto così pulito, elegante e equilibrato, accogliendo però tutte le correttezze che le venivano date.

Quando furono passate le due ore di esercitazione, di quella mattina, la musica venne stoppata non per ripartire da capo ma per potersi fermare.

«Darcy per ora sono molto fiera, continuiamo così e vedrai che bei risultati otterrai»
La ragazza le sorrise grata, notando dallo specchio come la professionista, Georgie, alle sue spalle concordasse su tutti quei complimenti, annuendo con il capo.

«Grazie tante» sì avvicinò con movimenti leggiadri alla cassa, da cui fino a poco fa veniva rimessa la musica.

La maestra lasciò la sala e facendo ripartire la musica Darcy si mise in posizione, provando per un altro po'.
Georgie le lanciò uno sguardo premuroso «Non ti stancare troppo che dopo dobbiamo andare avanti, fai in fretta e vai a pranzare godendoti un po' di riposo»

Annuì concludendo una piroetta, la ringraziò prima che potesse chiudere la porta e sperò che la sentì.

Il riposo veniva dopo, era alla ricerca costante della perfezione irraggiungibile, sapeva che poteva metterci più tempo ma per lei non c'era mai troppo tempo, e ogni attimo valeva oro.

Quando passò mezz'ora il suo corpo iniziò a dare i primi segni, e così esausta Darcy si sdraiò per terra raggiungendo a gattoni la bottiglietta d'acqua.

Prese lunghi e profondi respiri si alzò soddisfatta e si precipitò con una piccola e breve corsetta in casetta.

Ad accoglierla fu Gaia che aveva preparato a tutti della pasta al pomodorini «Ciao! credevo che ti fossi spiaccichiata sul pavimento dato che non tornavi più»

«Ho provato solo un'altro pò la coreografia» si tolse le scarpe mettendo sopra i calzini bianchi delle ciabatte dal pelo blu notte, dirigendosi verso la sua camera per poter lasciare il materiale.

Con entrambi i gomiti si appoggiò sul piano cottura facendo attenzione a non urtare niente e nessuno, standosene sulle sue.

Lucia comparse alle sue spalle, sfiorandole come segno di carezza, e poi si appoggiò al suo fianco.
Giovanni si sedette alla sua destra, proprio come la sera prima, e le fecero compagnia, mangiando spesso e volentieri qualcosina dal suo piatto.

Poco prima che dovette tornare in sala, si appoggiò su uno dei divanetti al di fuori mettendo le cuffie, ascoltando la musica ad alto volume.

Quando si accorse dell'orario rientrò, e mentre si rifaceva lo chignon poteva sentire un leggero chiacchiericcio di sottofondo.
Si aggiustò il body rosa pastello, sotto ad una gonna delicata e stretta del medesimo colore. Il tutto fu coperto da un felpa e una tuta entrambe dal colore nero, dalla paura di beccarsi qualche malanno.

Rientrata in sala, Darcy riprovò e perfezionò la coreografia al meglio assieme alla professionista.

Non essendo ancora soddisfatta rimase in sala a provare fino alle undici di sera, circondata dal rumore delle punte e dalla musica classica.
Si accorse dell'orario solo quando qualcuno della produzione la avvisò di dover rientrare in casetta.

Rientrata in casetta Darcy si fiondò dritta in doccia, dove approfittò per fare anche uno shampoo.

Si avvolse i capelli bagnati in una asciugamano e andò a prepararsi un latte caldo, come era solita fare.
«Tisana no?»

La ballerina si girò non dando più le spalle a Simone «Dio no, non me piacciono proprio»

Sussultò portandosi tragicamente una mano all'altezza del cuore.

Lucia fece la sua comparsa, avvolgendo con un braccio il fianco destro di Darcy «Come stai bebe?»

«You just call me bebe?» le rivolse uno sguardo divertita, l'area americane iniziava a farsi malinconica.

«Yes bebe» si guardarono e poi entrambe risero.

Assieme a Simone parlarono, finché per entrambi non finì la bevanda, e come segno di stanchezza andarono a dormire.

Silent Eyes || Holden Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora