La danza era ciò che l'aveva tenuta in vita.
L'aveva portata allo sfinimento a livello fisico, a escludere le uscite con gli amici, a non godersi l'adolescenza.
Ma l'aveva rialzata dai momenti più difficili.
Restare per ore in quelle sale, provando...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
«Ehi, Jo.» la voce di Darcy era dolce.
Holden sentiva un peso sulla sua spalla destra. Da quando la ragazza le aveva appoggiato una mano su di essa? per il ragazzo pareva di non ritrovarsi più nel suo corpo, si sentiva dissociato da ciò che stava accadendo e da ciò che lo circondava.
«Fai un respiro profondo, ok?» La ragazza si prese una pausa per accettarsi che il cantante la stesse ascoltando, spostando la sua mano dalla spalla del ragazzo per farla passare lungo tutto il braccio di Holden, tendando di consolarlo e fargli sentire la sua presenza.
Joseph sentiva i suoi respiri arrivare in rantoli sordi e superficiali che non soddisfavano il bisogno d'aria dei propri polmoni, continuava ad ispirare e espirare ad un ritmo rapido talmente da non riuscire a ritornare al solito respiro costante e quotidiano.
«Segui me» Con due dita Darcy alzò il mento del cantante, facendo, così, incontrare i loro occhi. «Dentro...» Darcy alzò una mano verso l alto, mentre ispirò con il naso come dimostrazione. Holden la copiò. «E fuori dalla bocca»
Dopo diversi minuti il respiro del ragazzo ritornò ad essere regolare e alla normalità. I suoi polmoni sembravano bruciare di meno, ma i suoi muscoli erano tesi procurandogli dolore.
Holden avvolse in un abbraccio silenzioso la ragazza, in segno di ringraziamento.
Sotto le sue braccia, il cantante riuscì a sentire Darcy diventare rigida e impaccata, solo dopo qualche attimo sembrò sciogliersi e ricambiare l abbraccio con qualche pacca sulla schiena del ragazzo.
Odiava gli abbracci.
Li odiava dare soprattutto a chi conosceva da poco tempo, perché avrebbero pensato che era qualcuno di freddo e distaccato.
Li odiava perché ogni abbraccio era diverso, e da ognuno si sentivano le diverse emozioni che li rappresentavano.
—
Holden non faceva che ripensare a quando gli era stato assegnato un compito in vista del Natale, che avrebbe dovuto compiere assieme al suo team.
Non sopportava ripensarci perché sapeva come si era comportato male con il suo professore, ma la sua mente continuava a ricordarglielo perché aveva un peso sul cuore. Qualcosa che faceva rumore, talmente da essere assordante nelle notti cupe e silenziose.
L'aiuto della ragazza per lui era stato formidabile, e aveva intenzione di ringraziarla con parole e non come fece sul momento. Abbracciarla.
Darcy era nel giardino a fumare una sigaretta, dopo che era stata lasciata da sola da Lucia, che aveva seguito le azioni di Simone, prima di lei: andare a letto.
«Non credo che fumare faccia bene alla tua salute.»
La ragazza sbuffò «Non credo che detto dal tuo punto di vista possa valere molto, dato che non fai che fumare oltre che cantare.»
«Touchè.»
Holden si mise al fianco di Darcy, venendo accolti entrambi dal calore dell'altro.
La luce fioca della luna rifletteva su di loro, mentre i visi dei due ragazzi riavvicinati erano illuminati dalla cicca accesa tra di loro.
«Come stai?»
Joseph rimase sorpreso dinanzi alla domanda che poco gli veniva posta.
«Di merda vale?»
Darcy ridacchiò «Sì, almeno sei sincero.»
Holden prese a mangiucchiarsi le pellicine intorno alle sue unghie in presa all'agitazione, rendendosi conto che non aveva ancora acceso una sigaretta da quando era uscito al di fuori.
«Tutto ok Jo?» Darcy non poteva che continuare ad osservare curiosa il ragazzo al suo fianco, mise la sua mano libera su quella di Holden, in modo buffo e disorientato.
«Volevo...» Joseph si soffermò appena per poter trovare le parole giuste, che continuava a pensare da un mese. «Ringraziarti per avermi aiutato durante...» Il cantante prese a gesticolare con le mani sotto stress.
«Durante?»
Il ragazzo si mordicchiò le labbra «Il mio attacco di panico.» sussurrò nel tentativo di farsi sentire sempre di meno.
Sul volto di Darcy prese forma il suo solito sorrisetto «Non devi ringraziarmi.» cercando di imitare la voce sussurrata di Joseph.
Il ragazzo ridacchiò imbarazzato, per poi rigirarsi verso il vuoto dinanzi a sé mordendosi la guancia sinistra.
«Hai da chiedermi qualcos'altro?» disse dolcemente Darcy.
Holden si rivolse verso Darcy, ritrovandolo con un sopracciglio alzato in attesa.
«Beh, ecco.» Sospirò, anche se per entrambi il sospiro del ragazzo parve durare minuti infiniti. «Mi chiedevo come mai durante il mio attimo di sconforto tu non sia riuscita ad abbracciarmi.»
Darcy si morse il labbro inferiore intimorita.
«Mentre l'altro ieri tu mi hai abbracciato tranquillamente.» disse Holden mentre prese dalla tasca una sigaretta.
«Ecco diciamo che non adoro gli abbracci» la ragazza si soffermò per potere guardare le sue mani in soggezione «Solo se mi si vengono dati da qualcuno che conosco da poco» alzò le mani in aria mentre fece una smorfia con le labbra «E in quel caso non ti conoscevo ancora benissimo.»
«Ti capisco.»
Joseph fece fuoriuscire dalle sue labbra una nube di fumo, continuando ad annuire con il capo.
«Ti sta piacendo il libro che ti ho dato?»
Il ragazzo rivolse a Darcy uno sguardo ricco di timore, nella speranza che lo stia amando come ha fatto lui.
«Si, anzi mi hai appena ricordato che dovrei leggere le mie solite 20 pagine giornaliere»
La ballerina scostò la coperta dalle sue gambe «Buonanotte Jo»
Darcy si alzò in piedi. Si abbassò poi con il busto di poco per poter raggiungere la guancia del ragazzo, per scioccarci sù un bacio.
«Buonanotte crocerossina» Holden sussurrò incredulo, solo quando la ragazza era ormai dentro la cucina.