Capitolo 12

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La rabbia che
gettiamo sugli altri è
spesso la rabbit che
abbiamo verso noi stessi

Beira
Apro la porta di casa ansimando. Il cuore mi batte a mille e sento di stare sull'orlo del precipizio, di nuovo. Passo davanti mia zia e le rivolgo un saluto veloce per poi precipitarmi in camera mia. Lancio la borsa sul letto e mi levo il vestito che mi ha dato Aton; il suo odore mi è rimasto attaccato alla pelle, ma, invece di riscaldarmi, questa volta aumenta il gelo. Il sangue inizia a fluire dal mio cuore in modo eccessivamente veloce, cerco disperatamente un appiglio al muro senza un risultato, allora apro di getto il cassetto e afferro la mia unica possibilità di salvezza, lo accendo e... e tutto passa.

Sento la voce di Theia chiamarmi per la cena. Così decido di vestirmi e di scendere di sotto. Noto subito che la tavola è apparecchiata per tre persone, strano, mia zia non invita mai ospiti a cena all'ultimo, e non mi pare me ne abbia parlato quando sono tornata a casa. "Beira, finalmente! Sono così felice che tu sia scesa." La guardo negli occhi e sorrido. "Ok, sputa il rospo" anche lei sorride entusiasta. "Te lo avrei voluto dire prima, ma sei corsa di sopra così non ti ho voluta disturbare. Insomma, il fatto è che..."
"Che?" "Che mi sono fidanzata." Spalanco gli occhi e la bocca dallo stupore, porto le mani sulle guance e rimango così per circa un minuto. "Non ci credo" "E invece è proprio così, tra dieci minuti dovrebbe venire per cenare con noi e per conoscerti." Percepisco la gioia dell'amore uscire da lei e questo mi basta per essere felice; da quando i miei sono morti lei è sempre stata mia madre e mio padre, io le voglio bene più di ogni persona al mondo e le sono infinitamente grata ogni giorno per quello che fa per me. E ora, come lei si rallegra quando io sono felice, anche io sorrido gioiosa per la sua felicità. La abbraccio forte e le schiocco un bacio sulla guancia cicciottella per poi salire su a cambiarmi.

Il trillio del campanello si diffonde in tutta la casa. Appena apro la porta mi trovo davanti il contrario di quello che mi aspettavo: È un uomo basso e paffuto, lo smoking nero mette in risalto la faccia rossiccia e grassottella, le iridi blu notte emanano gioia e spensieratezza, i capelli fissati con il gel sono di un nero così scuro da sembrare un tutt'uno e le mani cicciottelle reggono due bouquet di fiori, uno di rose rosse e l'altro di rose alpine. "Tu devi essere la nipote di Theia, Beira, giusto? Io sono Mercus." Sorrido alla sua voce squillante. "Si, vieni ti porto in cucina... a, levati le scarpe per favore." Dopo essersi salutato affettuosamente con mia zia le porge il mazzo di rose rosse e poi allunga quello di rose alpine a me. Sorrido debolmente alla vista di quei fiori, per fortuna l'effetto dell'accendino dura ancora. "Tua zia mi ha parlato molto di te e del tuo nome, di quanto sia particolare e del suo significato, perciò ho pensato di darti questi fiori che lo rappresentano al meglio." Guardo mia zia con occhi di rimprovero, ma lei è troppo impegnata ad annusare le sue rose per notarmi.

Saluto Mercus con un caloroso abbraccio che lui ricambia per poi lasciare un bacio a stampo a mia zia, per darlo però si deve alzare sulle punte. A cena avevamo conversato animatamente su questo e quello, ho imparato a conoscerlo e sembra essere degno di mia zia perciò accetterò un loro possibile matrimonio.

Salgo in camera e faccio partire la playlist di Olivia Rodrigo mentre preparo lo zaino per domani. Il pensiero di rivedere Leina dopo tanto tempo mi rallegra ma, allo stesso tempo, la paura di incontrare Aton e Collin mi spinge a non andarci. Metto il libro di greco e chiudo lo zaino. Mi butto sul letto e prendo 'Sindrome'. Leggo per circa un'ora poi il sonno prende il sopravvento e mi addormento con il libro in mano e 'happier' di sottofondo.
Un rumore mi arriva alle orecchie e mi sveglio all'improvviso. Sembra un tonfo secco, come se qualcuno avesse saltato sul pavimento con forza. Lancio un'occhiata al telefono, segna le 4:00 del mattino. Scosto lentamente la coperta, ma fatico ad alzarmi, così mi appoggio al comodino e, con uno sforzo enorme, riesco a trascinarmi fino al piano di sotto. Le luci sono spente e il rumore continua incessante; chiudo gli occhi. Quante volte avevo visto una scena del genere nei film horror? Sempre, allora perché la curiosità sovrasta il buonsenso?! Proseguo tremante fino in cucina, i rumori si fanno sempre più vicini... apro la porta e faccio appena in tempo a notare una figura incappucciata saltare fuori dalla finestra. La paura ha il sopravvento e corro di sopra poi mi infilo sotto le coperte e guardo il soffitto... ma chi è questa persona?

Spazio all'autrice
Ciaoo ecco un nuovo
capitolo fresco fresco

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 03 ⏰

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