Withered rose

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Noah's pov

Era notte, la chiamata con Aisha era terminata da poco e in camera mia incombeva il buio. I miei genitori credevano io stessi dormendo ma non era così, avevo altro a che pensare. Il moro era fuori il balconcino e a petto nudo a fumare una sigaretta, odiavo quando fumava per ben due motivi: la puzza e i danni alla salute come conseguenze. Aveva smesso per un periodo, ma da quando aveva iniziato nuovamente a fumare lo faceva il triplo di prima. Uscii anch'io sul balconcino con lui e lo vidi portarsi una mano tra il ciuffo scuro in modo nervoso.
<<Copriti che ti ammali>>
Gli lanciai la maglietta poggiata da lui in precedenza sulla ringhiera del balconcino.
<<A volte mi sembri lei>>
La afferrò è la indossò, facendo attenzione alla sigaretta che ancora stringeva tra le labbra. Da quel giorno era la persona meno felice sulla faccia della terra, come una rosa appassita per un tormento senza fine a causa di un rimorso.
<<Me lo dici ogni volta che ti mostro premura>>
Lo vidi spegnere la sigaretta ormai finita, aveva aspirato fino all'ultimo tiro. Il moro si sedette per terra dando la schiena alla ringhiera, era ancora più affranto del solito.
<<Quando la vedo mi sento solo più rotto>>
Il suo sussurro era leggero ma fece percepire la stanchezza del suo animo in continua lotta contro se stesso e il resto.
<<Insisti così tanto nell'affrettare le cose, dovresti dare solo tempo al tempo>>
Mi sedetti al suo fianco, il suo sguardo era assente e le ginocchia piegate sostenevano le mani strette in pugni.
<<Vederla è l'unica cosa che mi fa tenere all'impiedi i pezzi che si rompono man mano. Se non la vedessi, i miei pezzi cadrebbe senza esser mai recuperati>>
Pezzi rotti che ormai cadevano da un po, senza sosta e sempre più piccoli.
Il chiaro di luna fece luce su delle piccole catenine in argento, le conoscevo fin troppo bene. Erano due; una con il pendolo del sole che avevo anche io, era il simbolo della nostra amicizia siccome ci eravamo conosciuti ad un campo estivo quando avevamo sei anni. Fu il mio primo migliore amico e lo era ancora dopo tutti quegli anni. La seconda invece era un'onda del mare che aveva per lei.
<<Perché l'hai messa anche alla
festa?>>
Lo vidi sospirare e la sua schiena si curvò poiché poggio la testa sulle ginocchia, sembrava stanco da tutto ciò.
<<Deve ricordare, Noah. Io non ne posso più senza di lei>>
Abbasai il capo, che fosse distrutto era ormai evidente. Non sapevo mai cosa potevo fare per lui.
<<Gli esami come vanno?>>
Riusciva sempre a pensare agli altri, nonostante tutto. Aveva anche lui gli esami per il diploma quell'anno ma sembrava dimenticarsene.
<<Bene, dovrebbero andare bene anche a te. Ci dobbiamo diplomare insieme, ricordi? Me lo avevi promesso>>
Quando tutto il meccanismo infernale iniziò, lui mi promise che ci fossimo diplomati insieme e che si sarebbe impegnato nonostante tutto.
<<Ho una promessa più grande, prima. E la devo portare al termine>>

Keyra's pov

<<La finite oppure no?>>
Ero in macchina di Jordan con Aisha, Michael e, appunto, Jordan. Stavamo appena uscendo da scuola e avevamo il supermercato come direzione. Ci eravamo imposti una giornata di shopping, siccome ero arretrata di sei mesi, quasi sette, per le cose del bambino. I ragazzi dovevano comprare un paio di scarpe e Aisha dei vestiti per delle feste in spiaggia che sicuramente sarebbero state organizzate quell'estate. L'unico problema era che Aisha e Michael, nei sedili posteriori, mi stonavano le orecchie.
<<Le vostre doti canore non sono ottime>>
Alla mia frase, Aisha mi porse un bellissimo dito medio.
<<Senti, già ti ho ceduto il posto davanti. Ora devi per forza subirti le nostre voci>>
Quello di Michael era un affronto ma aveva ragione, mi aveva ceduto il posto per il mio essere ingravidata.
Arrivammo subito dopo al supermercato e iniziammo a girovagare tra i negozi di scarpe per accontentare i gusti dei ragazzi. Entrammo in uno dei soliti negozi e mentre i ragazzi cercavano le scarpe più adatte a loro io e Aisha iniziammo a guardare la vetrina dei negozi per bambini.
<<Sarà maschio o femmina?>>
Le parole di Aisha mi distrassero dalla splendida vetrina completamente a sfondo bianco e tanti vestiti da neonato dai vari colori. Non ci avevo mai pensato a cosa poteva essere, anche se pensavo spesso non mi era mai capitato di rifletterci.
<<Non lo so>>
<<Cosa preferisci?>>
Alzai le spalle, era troppo stancante fare questi ragionamenti. Forse un maschio, magari assomigliava al padre e avrei capito di chi ero innamorata. O forse femmina, una piccola me per chiudere il vecchio capitolo. Per lasciare la vecchia Keyra. <<Aisha, che piano avevi in mente ieri?>>
La vidi guardarsi intorno, attentamente, stava controllando se qualcuno di conosciuto fosse lì con noi.
<<Iniziamo dall'ospedale, per l'appunto e li chiederemo di un nome preciso, ok?>>
Annuii, la curiosità iniziò a prevalere dentro di me e iniziai a farneticazioni sui possibili nomi della persona che dovevamo cercare. Chi era la persona? Il diretto interessato o qualcuno a lui vicino? Si chiamava Robert Wilkon? Oppure Jiosef Pisle? Che nomi strani che inventavo, povero mio figlio che probabilmente avrebbe avuto uno strano nome.
<<Quando andiamo?>>
La vidi alzare le spalle, non lo sapeva neanche lei. Poi però mi venne un'idea in mente, avrei potuto cercare su google informazioni dell'incidente. Lo stavo per fare già nei giorni passati ma tra una cosa e l'altra mi passò di mente.
<<Dopo la fine di giugno che ne dici di un viaggio?>>
La domanda di Aisha mi fece sorridere e improvvisamente pensai se alla vecchia Keyra piacesse viaggiare o aveva il terrore dell'aereo. Molte cose ,anche se di poco conto, ancora mi sfuggivano.
<<Sono incinta, ricordi?>>
La riccia sbuffò con tanto di rotazione degli occhi e io sorrisi, era buffa.
<<Senti, entriamo dentro e compriamo cose d colori neutri, ok?>>
Aisha propose e così fecimo, comprando body arancioni, verdi, bianche, nere e anche rosse.
<<Keyra, dobbiamo tornare>>
La voce di Jordan si fece strada alle mie spalle finché non me lo ritrovai al mio fianco.
<<Perché?>>
Eravamo arrivati da poco e già dovevamo andare via, era una noia fare ciò.
<<La mamma vuole andare a comprare il passeggino, la culla e tutte le cose da neonato che ti servono>>
Gli feci un dito medio, disse le ultime parole in modo annoiato.
<<Guarda che è anche tuo nipote>>
<<Ma oggi non hai la visita dal ginecologo?>>
La voce di Aisha mi accese una lampadina, dovevo andare dalla ginecologa quel giorno e lei mi avrebbe accompagnata.
<<Non l'avevi domani?>>
Jordan sembrava confuso e ciò si capiva sia dalla faccia e sia dal tono di voce.
Ancora non avevo avvisato né Jordan e né la mamma, mi ero complemento dimenticata di quella cosa.
<<No, l'ospedale mi ha chiamata ieri per l'anticipazione dell'ecografia>>
L'ecografia era alle dodici di mattina, avevo fatto tardi? Afferrai il cellulare in un battito di ciglia e controllai l'orario, erano le undici e trenta. Come potevo essermene dimenticata?
<<Ci potete accompagnare a casa di Aisha? Dobbiamo andare con la sua macchina>>
Alla mia frase mio fratello annuì e nel giro di una ventina di minuti eravamo, io e Aisha, gia in ospedale.
<<Hai ansia?>>
Fu la prima domanda di Aisha da quando ci sedemmo, sembrava lei quell'ansiosa e non io.
<<No, tu?>>
<<Sei tu la madre, non io>>
Mi misi a ridere e lei mi guardò male, come se mi stesse rimproverando.

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