Milea's pov
Keyra era per terra, davanti a me, priva di sensi. Keyra era svenuta, aveva avuto un attacco di panico, stava piangendo. Keyra in quel momento era seduta con la schiena poggiata al muro e le gambe distese in avanti. Le mie mani cercavano di darle un equilibrio, le mie braccia provavano a sostenerla e la mia voce tentava di risvegliarla. Di farla tornare alla vita reale, di non farla perdere in un sonno privo di sogni.
<<Keyra, rispondimi>>
Le diedi dei pizzicotti sulla spalla, tentai di svegliarla. Cercavo di non far sbattere la pancia, in grembo aveva un bambino e qualsiasi urto poteva essere fatale.
<<Keyra, cazzo svegliati>>
Il mio sussurro era probabilmente arrabbiato, perché non mi rispondeva forse. O probabilmente era arrabbiato con me, che l'aiutavo nonostante ciò che aveva fatto. Io, che di solito le avrei dato talmente di quei schiaffi per darle una lezione adesso le davo leggeri pizzicotti per farle prendere coscienza. Come se fossi la sua assassina quasi scoperta sul colpo. Ma io, a differenza dell'assassino, ero lì per caso e non l'avevo uccisa. La stavo solo aiutando.
<<Aiuto! Aiuto>>
Iniziai ad urlarlo con tutta la voce che avevo, consumando tutto il fiato che avevo nel petto. Quasi avessi conservato per tempo cariche di fiato che avevo appena consumato del tutto, rimanendone senza.
<<Aiuto, correte!>>
Sembrava che nessuno mi ascoltasse, come se il mondo fuori da quella porta stesse continuando a girare con cuffie anti-suono per non sentire il frastuono costante. Ma in quel momento il frastuono ero io, la causa del mio frastuono era Keyra, priva di sensi tra le mie braccia su un pavimento del bagno scolastico. In quel momento rinfraziai di essere in una scuola privata per la pulizia dei bagni, se fosse successo in un bagno pubblico probabilmente sarei stata piena di malattie al momento.
<<Keyra, apri gli occhi>>
Non mi ascoltava, in effetti le era impossibile. Le volevo bagnare il viso, magari si sarebbe ripresa. Ma non potevo mollarla, era a stento in equilibrio tra le mie braccia. Se l'avessi lasciata sarebbe crollata del tutto.
<<Che cazzo è successo?>>
La porta alle mie spalle si spalancò e la alta figura di Aisha incombette nella stanza.
<<È svenuta, non lo vedi?>>
La vidi andare in panico, era agitata ed emanava preoccupazione al solo sguardo. Ci mancava solo che svanisce pure lei.
<<Aisha, cazzo chiama qualcuno!>>
Ma sembrava bloccata, come ferma in ricordi che la terrorizzavano. Era immobile, congelata in un tempo lontano che al momento contava poco.
<<Aiutateci!>>
Urlai un ultima volta, mentre Keyra continuava ad essere tra le mie braccia e Aisha pa guardava terrorizzata. Ma non guardava la sua amica, o almeno non del tutto. Usava il corpo di Keyra come appoggio del suo sguardo, per guardare una realtà distante e irrilevante al momento.
Ma a istrarmi ci fu il corpo di un ragazzo, il mio fratellastro. Era Arsen. Era così strano ormai vederlo così vicino a lei. Fino a qualche mese prima era normalissimo, li vedevo ovunque insieme. Sul divano, sul letto, al bar, al ristorante, al mare, in barca, alle feste. Ora era strano, probabilmente la stranezza non era vederli insieme ma vederli dinuovo insieme. Dopo così tanto tempo lontani, faceva un effetto strano vederli in quel modo. Arsen l'afferrò tra le sue braccia, strappando Keyra dalle mie. In quel momento tornai ad odiarla e invidiarla, lui teneva a lei pure in quel momento. Lui soccorrere lei, l'abbracciava, le baciava la fronte e sussurrava il suo nome lettera per lettera. Perché non potevo essere io colei che amava? Perché proprio Keyra?
<<Chiama una cazzo di ambulanza, Milea!>>
Mi sbraitò contro, con agitazione e cattiveria. Mentre a lei conservava quelle parole dolci e premurosa, per me riservava quelle cattive, taglienti e prepotenti. Quelle che ti provocava dolore, un dolore non semplice, ma scottante. Come il fuoco, che quando brucia ti rimane la scottatura. Così ferivano le sue parole.
<<Sveglitai, Rapunzel>>
I suoi sussurri le arrivavano leggeri, talmente leggeri che Keyra non tornava in sé. Aisha guardava Arsen con un minimo di disprezzo e la sua amica con paura e terrore negli occhi. A me riservava solo l'antipatia. E così, tra sussurri e urla, io chiamai l'ospedale.
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Lost memory
ChickLitDopo un terribile incidente, Keyra si risveglia da mesi di coma. L'unico problema è che non ricorda nulla. Quando prova a vivere dinuovo la sua vita in tranquillità e cerca di ritrovare i suoi ricordi andati perduti, un ragazzo prova ad insinuarsi n...