1.
Le scale del backstage sembravano irregolari, o forse era Sarah a confondere la destra con la sinistra, o forse aveva dimenticato come si camminasse.
Eppure guardava le mattonelle e quando credeva di aver messo il piede sullo scalino, in realtà lo poggiava nel vuoto. Più volte aveva rischiato di cadere.
Che trambusto. Che vociare.
Era il 30 novembre e avevano appena finito di registrare la puntata. Holy era stato eliminato e adesso dovevano salutarlo tutti.
Stavano tornando tutti in casetta, Sarah aveva lo sguardo basso e una mano non ben identificata sulla spalla, come a darle conforto. Ma quale conforto? Non credeva di averne bisogno.
Si sentiva frastornata, come se da un momento all'altro potesse perdere l'equilibrio, per questo calibrava ogni passo che faceva, notando in che punto del marciapiede poggiava il piede.
Non era stupita dal fatto che lui fosse uscito, c'era già il sentore nell'aria da qualche puntata. La colpì il fatto che fondamentalmente le importasse poco.
E questo la confondeva. Pensava, era convinta che Francesco le piacesse genuinamente, pensava la attirasse, che ci fosse qualcosa nel suo carattere, nel suo modo di porsi, che in qualche modo l'avesse soggiogata, eppure si ritrovò a scoprire che in realtà l'importante era che la puntata fosse andata bene. Bene per modo di dire, sembrava non andasse mai bene per lei.
Vide Francesco entrare dalla porta e tutti corrergli incontro per salutarlo. Ci fu qualche lacrima e qualche pacca, ma lui non andò mai da lei a salutarla. Forse, col senno di poi, avrebbe dovuto fare lei un passo in avanti per salutarlo, anche se era stato lui a lasciarla di punto in bianco, ma dopotutto era lui ad esser stato eliminato. Tuttavia non ne sentì la necessità.
Non si salutarono, ma il suo orgoglio venne ferito. Lei meritava molto più di una persona talmente scostante e immatura. Probabilmente anche molto incoerente.
"Bah."-esordì semplicemente, vedendolo uscire.
Credeva che nessuno l'avesse sentita, dal momento che era in disparte rispetto al gruppo creatosi. Non si era accorta del ragazzo appoggiato allo stipite della porta finestra con l'iqos in mano, che la scrutava per notare qualche tentennamento in lei.
Entrò dentro, intenta a prepararsi una tisana o una camomilla, qualcosa che le calmasse la rabbia che le aveva provocato l'indifferenza più totale del ragazzo rosso tinto. Era davvero così facilmente dimenticabile?
"Come va?"
La voce era di Holden, che si sedette su una sedia dell'isola difronte alla cucina, tirando l'ultimo sospiro di fumo e buttando la cartuccia nel posacenere.
Sarah si girò mentre intingeva il té nell'acqua bollente. Joseph la stava scrutando, tuttavia era stranamente rilassato. La bocca era articolata quasi a formare un ghigno e sembrava che gli occhi avessero una luce diversa. Che si stesse prendendo gioco di lei?
Eppure la stava guardando con sincero interesse, come se fosse davvero preoccupato per lei. Come se non volesse vederla soffrire, soprattutto per un ragazzo che non la meritava.
"Bene, un po' confusa."-tagliò corto, mentre aspettava di poter bere il suo té.-"Ne vuoi uno?"
"No grazie, dopo magari me faccio un caffè."-aggiunse poi subito:"Gli altri se so sfogati, pecche tu non piagni?"
"Non mi va. Non sono triste, non mi interessa che sia uscito. Mi rode che non mi abbia salutato per una questione di orgoglio. Tutto qua."-fece spallucce.
"Strano perché te credo."
"Perché è così, non c'è altro da dire. Per questo sono confusa, mi aspettavo di starci male, eppure non è così."
Holden ammiccò un sorrisino, rigirandosi l'iqos tra le mani.
"Discorso maturo."-disse semplicemente.
"Età non è sinonimo di maturità. Ma poi che vuoi esattamente?"-le rispose scocciata, iniziando a sorseggiare lentamente il suo té.
"Oh oh non volevo fatte innervosì scusa, te volevo aiutà."-mise le mani avanti, alzando le sopracciglia e irrigidendosi.
"Non mi serve."
Sarah prese il suo té, iniziando a pentirsi di non essersi fatta una camomilla e si avviò verso la sua camera, con tutte le intenzioni di struccarsi e mettersi già in pigiama.
Era molto nervosa, qualsiasi cosa avrebbe potuto far saltare quella che era una vera e propria pentola in ebollizione. Sinceramente non avrebbe saputo spiegare con chiarezza tutta quella rabbia, e in verità non sapeva neanche perché avesse risposto male a Joseph, il quale voleva solo rendersi utile e distrarla.
Cos'era ad irritarla così tanto? Era realmente l'indifferenza del suo ex o era la sua completa mancanza di sentimenti? Credeva di conoscersi, eppure non era così perché non pensava avrebbe reagito in quel modo. Avrebbe voluto piangere e urlare e sfogarsi, o almeno si sarebbe aspettata questo da se stessa, ma non ne sentiva la necessità.
Una parte di sé si sentiva addirittura sollevata, perché Francesco era diventato un vera e propria distrazione, la sua immaturità aveva tessuto una situazione tesa, a tratti invivibile e lei si era stancata del suo comportamento schivo e al limite dell'infantile. Era contenta, perché finalmente si sarebbe potuta immergere completamente nel suo percorso artistico, senza paranoie o distrazioni che avrebbero potuto metterla di cattivo umore e di conseguenza compromettere e renderle complicato lo svolgimento del suo lavoro.
Era stato davvero così superficiale il suo rapporto con quel ragazzo? Sentiva di aver idealizzato quella storiella di appena due mesi come fosse stata una delle più importanti, ed in realtà era arrivata alla conclusione che non riusciva neanche ad identificarla come una vera e propria storia, non riusciva ad etichettare Francesco come un suo ex.
Durante la sua camminata, la fermarono tutti, il che provocò solo un aumento della sua ira. Avrebbe voluto semplicemente stare da sola e pensare, analizzarsi e capirsi. Alla terza persona, la quale povera mal capitata era Sofia, sbottò:"Oh ma che volete? Sto bene! Non mi interessa nulla. Nessuno lo capisce, mamma mia."
Entrò in bagno, prendendo lo struccante e iniziando a canticchiare, mentre il suo cervello turbinava e non si fermava.
Sentiva un vociare, le sembrava di Marisol e Gaia, che borbottavano sulla sua mancanza di sentimenti e su quanto ci fosse di vero dietro quell'indifferenza.
Sarah alzò gli occhi al cielo."No no no!"-sbraitò il Maestro, buttando i fogli per aria.
Dalla rabbia si rovesciò anche una tisana, lasciata lì da non si sa bene chi.
I presenti lo guardarono esterrefatto. Erano già una decina di minuti che Holden sbuffava e accartocciava fogli, sbloccava l'IPad e poi lo spegneva nuovamente. Era evidentemente sulle spine e nessuno si spiegava il perché, ma nessuno chiedeva. Ormai avevano capito che con lui funzionava solo il silenzio.
Joseph prese il pacchetto di terea e uscì in verenda, aspirando nuovamente e canticchiando una canzone non ben identificata.
Borbottava frasi sconnesse, "non va bene", "così non è perfetto", "manca qualcosa".
"Come va?"
La piccola di casa ebbe il coraggio di farsi avanti.
Non avevano un grande rapporto, ma era da un po' che parlavano e che si confidavano. Lui sembrava fidarsi, magari non troppo, ma sicuramente più degli altri.
"Sarah non è il momento."-disse, con sguardo truce.
"Parlare ad alta voce fa riflettere."-disse, uscendo e chiudendosi la veranda dietro le spalle. Si appoggiò poi al muro, mettendo le mani dietro la schiena sul sedere, dondolandosi leggermente.
"Non è qualcosa in cui mi puoi aiutare. Non ho il testo per l'inedito e a breve li dobbiamo incidere."
Era evidentemente nervoso. Gli tremavano le mani, con conseguente tic all'occhio.
Si sedette sulla panchina, ma forse fu peggio perché iniziarono a tremargli anche le gambe.
Sarah gli si sedette affianco. Con fare naturale, gli mise una mano sulla gamba, bloccandogliela.
Annusò l'aria, arricciando il naso.
Holden pensò che assomigliasse ad un cerbiatto, gli occhioni grandi e color nocciola che scrutavano il cielo. Sembrava una bambina e inevitabilmente si addolcì, guardandola trasognato.
"C'è odore di pioggia, mi sa che tra un po' viene a piovere."-disse, con la mano sulla sua gamba e lo sguardo rivolto verso l'alto.
"Non c'è nessuna nuvola in cielo."-disse, aggrottando le sopracciglia.
"Non c'entra. Non pensi anche tu che il tempo abbia un odore? Si sente quando c'è vento, o quando è primavera. A me piace molto l'odore dell'inverno, anche se preferisco l'estate."-ragionò.
"Stai vaneggiando."-rispose semplicemente, ma era divertito. La guardava con un sorrisino e le mani non gli tremavano più. Il tic all'occhio stava scemando e il peso sul petto si era alleggerito.
"Ma sì! Secondo me tu odori di vento."-gli confessò.
"Ed è un buon odore?"-le chiese, lasciandosi andare ad un risolino.
"Mah, dipende dal vento del giorno."-rise leggermente, stuzzicandolo appena.
"Ma va!"-esclamò il giovane, scostandole scherzosamente il braccio, sorridendo. Dopo Holden allora annusò l'aria, o forse annusò proprio lei, quasi a sfiorarle i capelli.-"Mh allora era questo l'odore che sentivo. Per questo ero confuso."
"Quale odore?"-lo incentivò Sarah.
"Di nuvola. Eppure non ci sono. Mi sa che sei tu."
Sarah rise di petto, poi lo guardò sorridendo:"Vedi che ti sei calmato?"
Joseph era imbarazzato. Il suo sguardo si posò ancora sulla mano di Sarah sulla sua gamba, poi gli cadde una goccia d'acqua sul naso.
"Ma sta iniziando a piovere."-disse stranito.
"Vedi! Te l'avevo detto che c'era odore di pioggia."-disse Sarah, alzandosi dalla panchina con un piccolo salto.
"Io però sento ancora il tuo odore di nuvola."ANGOLO AUTRICE:
Buonasera, o forse dovrei dire buonanotte. Diciamo che l'orario non è dei migliori per pubblicare una storia, ma sono molto impulsiva nelle ore notturne ed eccoci qui.
Qualche premessa: so benissimo che i secondi inediti sono stati presentati il giorno in cui Holy Francisco è uscito, ma per motivi di trama ho spostato quel momento un po' più avanti. Ci saranno varie incongruenze tra realtà e storia, alcune sicuramente per mia svista personale!
Non mi reputo la nuova Jane Austen, però vi posso giurare che quando una storia raggiunge la sua parte interessante so essere più convincente, quindi vi chiedo di darmi un po' di fiducia.
Sono ahimè una ragazza impegnata, quindi cercherò di pubblicare 1/2 volte a settimana, ma non credo di riuscirci sempre.
E voi cosa ne pensate di questa coppia? Io ne sono rimasta spiacevolmente vittima.
Spero la storia vi piaccia, e spero di strapparvi qualche momento di serenità.
Infine, so che alcuni capitoli potranno risultare corti, ma dipende sia dalla mia ispirazione sia da ciò che il capitolo stesso richiede.
Buona lettura!
STAI LEGGENDO
Atelofobia; an holdarah fanfiction.
FanfictionHolden vive nel terrore del passato e del futuro e nell'incapacità di lasciarsi andare nel presente. Sarah vede ancora il mondo con gli occhi di una bambina, lasciandosi attraversare dalla vita. I punti di vista di due ragazzi ai poli opposti della...