3. Paranoie

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3.

Era il 14 dicembre e stavano registrando la puntata che sarebbe andata in onda il 17, l'ultima prima delle vacanze natalizie.
Ormai erano giorni che Holden era scomparso dalla casa, completamente immerso nella post-produzione del pezzo per perfezionarlo al meglio. A malapena tornava per dormire, per questo i pettegolezzi erano andati via via scemando, fino ad azzerarsi completamente nel giro di pochi giorni e Sarah aveva deciso di metterci una pietra sopra, convinta che si fosse inventata tutto.
Ora erano seduti sugli sgabelli in attesa.
"Oggi presentano i loro nuovi inediti Sarah e Holden. Holden inizi tu."-lesse la conduttrice, poggiando poi il cartoncino sulla poltrona.-"Il tuo inedito si intitola Nuvola. Base."
Sarah vide Holden rilassare le spalle, le sembrò quasi che si stesse per girare, poi però restò con i piedi ben piantati in terra e la base partì. E a Sarah si gelò il sangue nelle vene.
"Un respiro in mezzo al vento, sai di nuvola."
Quasi un sussurro, quasi come una brezza estiva, Sarah poté giurare di aver sentito i suoi capelli muoversi, come se lui fosse al suo fianco a mormorarle questa dolce poesia. La voce di Holden fu talmente flebile che sembrava quasi stesse chiedendo permesso, come se le stesse chiedendo scusa per star entrando nel suo mondo. Lo immaginava in punta di piedi, impacciato e con una mano dietro al collo che cercava di spiegarle tutto ciò che stava succedendo.
Perché Sarah ne aveva bisogno, non ci stava capendo nulla. Si sentiva confusa, esterrefatta e a tratti anche innervosita; era davvero così difficile comunicare?
Qualche tempo prima le aveva confessato che odorava di nuvola, lei aveva riso e aveva lasciato correre, stava solo cercando di distrarlo da un imminente attacco di panico quel giorno.
Sarah si lasciò trasportare completamente dalla canzone, rapita ed emozionata. Venne portata bruscamente alla realtà quando la base si bloccò e Holden si levò l'in-ear, inchinandosi e ringraziando tutti, poi si girò e la guardò.
Sarah non sapeva cosa fare e quindi non fece nulla, lo guardò solo, mentre lo sguardo di Holden parlava. Le stava chiedendo scusa, scusa di averla inserita in tutto quel casino, ma soprattutto scusa per i sentimenti che inevitabilmente aveva iniziato a provare.
E Sarah? Cosa provava?
Non c'erano dubbi, a lei erano sempre piaciuti i ragazzi più grandi, forse perché lei stessa si sentiva nettamente più matura dei suoi coetanei maschi, e avrebbe mentito se avesse detto che il ragazzo non l'aveva incuriosita, che non l'aveva trovato da subito terribilmente affascinante.
Aveva il fascino dell'impossibile, schivo, all'apparenza menefreghista, ma in realtà semplicemente chiuso. Ma la cosa che probabilmente la attirava maggiormente era che fosse ben centrato: sapeva cosa voleva e faceva di tutto pur di ottenerla. La musica era la sua vita e avrebbe fatto di tutto pur di riuscire a realizzare il suo sogno,  e quella sicurezza attraeva. La maturità attraeva.
Era già inserito nel mondo della musica, probabilmente produceva da quando era nato e sapeva bene cosa comportasse la fama.
La verità però era che lei vedeva molto più di un uomo freddo, a tratti burbero. Riusciva a leggere la malinconia che aleggiava nei suoi occhi e captava la richiesta di amore che tutto il suo corpo richiedeva; la inteneriva la sua paura dei legami, che aveva reso evidente nel momento in cui aveva deciso di eliminare qualsiasi dinamica all'interno della casetta dalla sua vita, ma la sua riservatezza la attraeva così tanto. Era difficile riuscire a scavare nella sua corazza e capirci qualcosa di quel che davvero aveva dentro, ma sapeva che ne sarebbe valsa la pena.
Dal primo giorno aveva notato quanto fosse in grado di donare al prossimo, ma anche di quanto ne avesse timore.
Forse le piaceva, ma al contempo si chiedeva: e a chi non piacerebbe? E quindi lo aveva eliminato dai suoi pensieri, convinta che uno come lui non avrebbe mai guardato una come lei. Sapeva di essere una bella ragazza, ma sapeva anche che lui faceva parte di una famiglia ricca, importante, e che di conseguenza i suoi standard fossero inarrivabili. Insomma, i famosi si mettono con i famosi, giusto?
Eppure ora era lì, mentre lui la guardava disperato, il labbro che tremava e gli occhi da cerbiatto, a tratti pentito di ciò che aveva fatto, e si rendeva conto che forse lui era completamente andato e che la vedesse con occhi diversi.
Occhi con cui non credeva di poter essere vista davvero. Occhi bramosi, ardenti e dolci. Lei era lì e lui le aveva appena dedicato una canzone e lei non aveva nessuna idea di quello che avrebbe fatto dopo la puntata.
Sembrava un uomo mandato al patibolo, i cui occhi annaspavano per un briciolo di speranza di sopravvivenza. Era lì, in ginocchio, afflitto da ciò che il suo cuore provava, incapace di mentire ancora.
"Grazie Holden. Ora tocca a Sarah. Il tuo inedito si chiama Viole e Violini."
Maria la fece rinsavire e scrollò il capo, si alzò dalla sedia mentre Holden ritornava al suo posto, ma prima di sedersi, l'abbracciò, scatenando le urla del pubblico in studio.
"Me dispiace, tanto."-le sussurrò in un orecchio.
Lei scosse il capo e andò a posare il microfono sull'asta.
"Base."-disse la conduttrice, e lei iniziò a cantare.

Atelofobia; an holdarah fanfiction.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora