Capitolo 11

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"Quindi tu e papa vi siete lasciati senza essere a conoscenza  dei sentimenti che provavate l'uno per l'altra?"dalla bocca di Marianne fuoriuscì un sospiro affranto, i suoi occhi si adombrarono dispiaciuti e tristi, coscienti di una piccola parte della mia sfortunata avventura. Sembrava una bambina a cui ogni notte raccontavi sempre la stessa favola e sebbene sapesse già quale fosse il finale, l'ascoltava con lo stesso impeto di entusiasmo, con occhi sempre brilli di sorpresa. Si sedette accanto a me, prendendomi la mano,aveva insistito tanto che le raccontassi la storia che aveva unito me e suo padre,che l'avevo accontentata.Naturalmente avevo tralasciato molte cose,come il tentavo rapimento e la mia fuga in America ,mascherato come un viaggio di allontanamento volontario .Diciamo che avevo lievemente abbellito il racconto per renderlo più 'affascinante' agli occhi altrui e per proteggerlo da tutti quei giudizi negativi  quando in realtà non conoscevano neanche lontanamente la storia ma soprattutto cosa sentivamo entrambi. "Non hai sentito,l'ha detto prima,?"Ian schermì la sorella, alzando il volto e sfoggiò un ghigno maschile,con la mano le solleticò divertito il piede,ridendo. Ogni tanto muoveva le gambe per non farle indolenzire dato che era seduto per terra con la schiena contro il divano e la testa che  penzolava sulle mie gambe.Ero stata sorpresa di scoprire anche lui molto interessato ai miei racconti ed ero felice di essermi sbagliata,dato che molte volte reputato per scontato la sua risposta.Fin da piccolo non voleva mai che gli raccontassi favole come alla sorella, diceva che erano menzogne, aveva una mentalità già più matura rispetto a lei ma alla fine restava buono in silenzio e le ascoltava. Ogni bambino ha bisogno di qualcuno che lo protegga,che lo custodisca dalla realtà fin quando è in tempo;che lo aiuti a preservare quegli occhi carichi di speranza e lo circonda di sogni,seppur in realtà inesistenti ma che gli permettono di trascorrere un'infanzia radiosa.Li aiutano a credere sempre in positivo,a essere temerari nelle proprie idee come il cavaliere, a essere fiduciosi di se stessi per sconfiggere il drago malefico.Marianne scompigliò i capelli del fratello,sapendo quanto ciò lo irritava e per tutta risposta egli continuò a punzecchiarla,riuscirono a calmarsi con la promessa di una rivincita soltanto quando io ricominciai a parlare 

"Avevo circa la vostra età,un anno più grande ed ambientarmi in una grande metropoli come quella di New York non fu facile"rimembravo ancora l'odore di gas e fumo che albergava nell'aria nascosta dai più vari aromi che creavano un miscuglio eterogeneo che si andava ad espandersi in diversi punti della metropoli, non trovavi mai lo stesso profumo,era diverso per ogni quartiere. Ricordavo ancora la mia disperata ricerca di un lavoro che mi aiutasse a non sentir troppo il peso dell' essere mantenuta da Giulia.Inoltre risalendo più a fondo nel conto finanziario della sorella,Trent avrebbe potuto essere a conoscenza dei miei movimenti. Sebbene dovetti sempre fare spostamenti da hotel a hotel,quartiere a quartiere,città e città , per gran parte degli anni, vissi -ad intervalli- a Little Italy,in un quartiere di Manhattan.Giulia sosteneva che ciò avrebbe potuto contribuire a farmi sentire a casa,e per un po' mi sembrò quasi di esserlo ma subito dopo mi resi conto della realtà.Dovetti far fronte alla mia vita da clandestina neanche fossi stato un criminale. Avevo iniziato a lavorare in un piccolo ristorante 'La grotta Azzurra' non era la mansione dei miei sogni ma mi permetteva di racimolare quel tanto che mi bastava per pagarmi la stanza dello Sohotel-un Hotel - ,certo la mia amica avrebbe voluto qualcosa di meglio ma alla fine l'avevo convinta.Era meglio vivere in un modesto spazio invece che in una grande casa che avrebbe accresciuto il tuo senso di illusione.In quanto eri cosciente che poi avresti dovuto abbandonare quei confort,inoltre sarebbe stata un fiore all'occhiello. Pian pian ,grazie anche alle notizie di Giulia che confermavano che Trent si stesse dedicando ad altro,avevo riacquistato una certa stabilità , cominciando a vivere sul serio una vita. Abituandomi a quella sicurezza che finalmente la vita mi stava ridando, a tal punto da spingermi dopo 5 anni a ritornare finalmente a casa e beh,la storia la conoscete. " Vostro padre ed io stiamo stati lontani 5 anni, io osservando a poco a poco quella che era l'America, se così potessimo definire il mio soggiorno lì e lui a Milano a condurre gli affari di vostro nonno, non c'è stato un solo attimo in cui non abbia pensato a lui.A chiedermi come fosse diventato nel tempo,se fosse cambiato, se mi pensasse e se mi stesse cercando" dentro di me continuava a conservarsi quel briciolo speranzoso che potesse tornare tutto alla normalità ma non potevamo continuare a vivere nel passato,sebbene il presento era un disastro,un fermo, non c'era niente di peggio che ricordare nel dolore i tempi felice,perché la nostalgia di non poterli più riviverli ci avrebbe ucciso. 

Amami,ti prego -Momenti da ricordareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora