capitolo 1

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Sei anni prima della fine del primo libro ...

Trent pov

Uscii di scatto dall'ufficio correndo come un pazzo , a stento ero riuscivo a mandare un messaggio a Tayler . In quel momento avevo un'unica cosa in testa, che predominava totalmente i miei pensieri ,ed era proprio ciò che mi spingeva a correre così freneticamente verso l'uscita dell'azienda. Ma quanti diavoli di piani aveva?!Quando finalmente fui fuori l'aria fredda e gelida di fine gennaio mi avvolse ,infreddolendomi , non avevo neanche fatto in tempo a prendere il capotto ma in quel momento chi se ne fregava?!Potevo anche cadere in malattia ma ciò non mi distoglieva dal mio obiettivo primario , la cui importanza era  incommensurabile . Dovevo raggiungerla al più presto , senza perdere un attimo di tempo . Per il nervosismo mi sudavano le mani ,Cazzo!Ero agitato?No, ero terribilmente agitato . Salii in auto e uscii immediatamente dal parcheggio, andando incontro a tutti i dogmi della strada , mi avrebbero potuto arrestare e pregai vivamente di non incontrare nessun ostacolo -sopratutto della giustizia o giuridico - . Questo era uno di quei momenti dove si consigliava il tipico "non fatelo anche voi " ma in quel momento non ero la persona più propensa a dare delle dimostrazioni . Provai a calmare il respiro ,avevo la netta sensazione di star scoppiando a causa del mio battito cardiaco,che pompava il sangue a mille . Beatrice aveva bisogno di me , dovevo far presto , dannazione !Dovevo starle accanto più di tutti proprio in questo giorno, era il momento .... avrebbe partorito!

Mi trovavo nel mio ufficio quando Giulia mi aveva chiamato, agitata dicendo che le si erano rotte le acque, dopo un momento di totale sbigottimento e smarrimento , nel quale la mia mente si era sforzata di comprendere quelle parole ,ero balzato -letteralmente - dalla sedia . L'ansia si era impadronita del mio corpo,come un manto, impedendomi di ragionare . Stava bene?Erano già nati ?Aveva avuto qualche problema ?Battei con veemenza le mani sul volante ,stavo iniziando ad odiare la voce nella mia testa, era come un orribile fastidioso moscerino.I residui della pioggia di ieri ricoprivano le strade -così come il parabrezza-il cielo ,in un primo momento,tetro e cupo ,iniziò pian pian ad aprirsi e schiarirsi , lo presi come un buon segno .Mi sforzai di pensare positivo ,ignorando i brividi di preoccupazione che mi attanagliavano . Arrivai in ospedale ed entrai immediatamente, l'aspetto incredibilmente trasandato, la camicia aperta di due bottoni , i capelli disordinati - segno delle infinite volte che li avevo toccati - e il viso angosciatamene bisognoso ,si bisognoso perché mi serviva il numero di una maledetta stanza!Mi fermai dinanzi a un'infermiera che mi diede una veloce occhiata ,scrutandomi incuriosita e con rimprovero 

"Cerco la stanza della signora Jack!"ingiunsi con urgenza ,per quanto basse, le lancette dell'orologio-attaccato alla parete- venivano percepite perfettamente dal mio udito e ciò non faceva altro che accrescere il mio nervosismo dato che stavo perdendo tempo e ogni secondo di quella giornata sarebbe stato il più prezioso "si sbrighi!"incita la esile e bassina donna ,dai capelli riccioluti e l'aspetto da quarantenne "la signora si trova nella stanza 156, la prego di-"non la feci neanche finire che corsi in quella stanza. 

Aprii la porta e il mio corpo si potè calmare all'istante, come se quella figura potesse essere un meraviglioso tranquillante, solo la sua visione -di cui i miei occhi potevano bearsi - aveva la forza di tranquillizzarmi e di annientare ogni dubbio . Stava sul lettino , il busto eretto , i capelli che -disordinatamente-le scendevano sul petto,in una massa arruffata,che a causa del sudore si attaccavano sulla fronte ,sul volto un'espressione affranta e di dolore che si affievolì quando quelle iridi verdi ,decorati con una luce angosciata, si posarono su di me "sei arrivato , finalmente "la voce bassa , lieve e affannosa mentre cercava di regolare il respiro .Mi avvicinai , credetemi se vi dico che anche in quello stato , era la donna più bella che avessi mai visto e in quel momento stava per donarmi il regalo in assoluto più prezioso che avesse mai potuto farvi . Mi sedetti al suo fianco ,mi chinai verso di lei e le baciai la fronte "tranquilla amore, andrà tutto bene, presto vedremo i nostri piccoli "sorrisi quando lei piegò flebilmente le labbra.

Amami,ti prego -Momenti da ricordareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora