capitolo 9

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Flashback

L'amore non dovrebbe essere soffocante,ossessivo .Non dovrebbe farti stare male ma bene. Non dovrebbe farti piangere ma ridere . Non dovrebbe ferirti ma curarti . L'amore non dovrebbe ucciderti ma renderti viva. Avrebbe dovuto allontanare tutte le tue paure ,ogni singolo timore. Molti,sostenevano che fosse il sentimento più bello che potesse mai esistere . Ma ,allora perché ,proprio a causa di questo sentimento, la mia vita ,d'un tratto era stata spazzata via . Il vento era riuscito a portarla via , come se tutto ciò che avessi creato , era una gracile foglia . E ,pensare che stavamo parlando di una vita,intera , una costellazione di ricordi, qualcosa di saldo, ferreo ma improvvisamente , fragile. Finalmente,dopo , insidie, fatiche, potevo dire di essere riuscita a trovare una sistemazione, una 'vita' . Il terreno dove poter insediare le mie radici, ma come sempre , i sogni erano soltanto illusioni . Pensavo di essere riuscita a trovare, quella persona. Quella, dei film, neanche delle favole,perché per quanto fosse bello , l'amore, non era un singolo incontro , ma la maturazione insieme all'altra persona per un lungo lasso di tempo. Invece, la persona che immaginavo, era ,si,come quella dei film, laddove coesistevano ,un'enorme varietà di sfumature amorose. Una persona, che ti riusciva a dirti 'sei bellissima' anche quando per tutta la notte, non avevi fatto altro che piangere, eri scialba ,con i capelli composti, ed enormi occhiaie violacee . Una persona che non provava il disgusto di tenerti i capelli ,quando ,improvvisamente,non riuscivi a sentirti bene ,e trascorrevi le giornate in bagno, magari ,scherzando,dopo, su quell'episodio,diventato ,d'un tratto ironico. Una persona che non fuggiva se ti fossi arrabbiata, ma, che era disposta anche a correre dall'altro lato della strada, solo perché sapeva che lì c'era l'unico negozio che vendeva il tuo cibo preferito. Ecco, un'amore così . Non ero mai una persona strappalacrime o romantica- sebbene mi piaceva - ero perfettamente cosciente, che in questo mondo, un sentimento magnifico senza nessuna difficoltà non esisteva . Tuttavia,ormai, non credevo , neppure in quello. E,come la bella addormentata nel bosco, un giorno ella si svegliava e trovava ,tutta la sua famiglia,addormentata, magari morta, perché erano passati cento anni . Io ,allo stesso modo, avevo aperto gli occhi nel peggior dei modi . Mi trovavo,infatti,in un letto , che non era il mio, seppur morbido, in una stanza, che di certo non era la mia, non avrei mai potuto permettermi un lusso del genere. Quell'eleganza sofistica che si riversava sulle pareti d'un avorio luminoso, quella raffinatezza ,propria dei mobili in noce , che ravvivavano la stanza con un contrasto di tonalità davvero accurato . Le luci dei led del soffitto stellato e delle abar-jour contribuivano alla luminosità naturale delle finestre, in tal modo che quella camera apparisse illuminata dal sole .


In un altro momento, in un'altra situazione avrei potuto anche godere di quei benefici, della vista dello Staten Island ,uno dei cinque borough di New York, se non fosse stato che ero completamente segregata in quella stanza da ormai una settimana.Una città , che sebbene, di gran fascino, stavo pian pian cominciando ad odiare . Non mi mancava nulla, ma a cosa serviva l'avere tutto se non avessi potuto godere l'inebriante libertà ,che ti attanagliava le vene? La possibilità di godere della luce del sole, completamente, sulla pelle, senza l'ausilio di finestre, l'opportunità,anche soltanto di camminare sul marciapiede. Immergermi nella trambusto quotidiano,di cui sentivo la mancanza.Perché rappresentava la vita . La brezza del vento che ti avvolgeva nel suo manto rinfrescante oppure la bellezza della sfera astrale che illuminava i pensieri notturni. Anche il semplice udire la sinfonia assordante della sveglia, era un'azione che custodiva la vita . La vita che ora ero costretta a vivere ,imprigionata in quattro mura . Tutto a causa... sua .

Non pensavo di provare sulla mia pelle, in tutti i miei sedici anni di vita, l'altra sfaccettatura dell'amore. L'altra medaglia... quella dolorosa,lacerante, che ti ustionava come un marchio sulla pelle. Quello malato . Folle. Assurdo. Ricordavo ancora quel momento ,era un segno indelebile ,che a differenze delle normali ferite che ti bruciavano e per tutta la vita provavi quel leggero pizzicore che pian pian poteva acquietarsi . La mia ,era una ferita dell'anima . Qualcosa che ti raccapricciava il corpo per mesi,forse per tutta l'esistenza ,ti distruggeva emotivamente , perché non ti riprendevi interiormente. Ogni notte ,quelle immagini mi tormentavo , mi attanagliavano le vene e rabbrividivo . Quelle sue parole . Quel suo tono aspro e spaventoso.Quegli occhi azzurri che sembravano un terribile mare in tempesta , qualcosa che ti ingabbiava e ti annientava con quel guizzo agghiacciante,un mostro. La sua stessa espressione incuteva timore ,cosí come i suoi ordini . . Ricordavo ancora il tonfo provocato dalla caduta dei piatti,che nello stesso modo e con la stessa velocità ,di me stessa ,si erano rotti . Il suo sguardo ,quando ,mi aveva afferrato il mento ed indirizzato verso il suo ,ero rimasta esterrefatta ,non appena avevo letto quel desiderio che sommergeva le sue iridi,in modo terrificante . I suoi occhi mi spogliavano,mi denudavano  ,anche sotto i vestiti , spaventandomi a morte. Le sue dita mi accarezzavano il mento ma invece di provarne piacere ,ne ero, soltanto disgustata,terrorizzata . Le sue parole, quel 'Ti amo',detto dal suo tono duro e perentorio .Una donna non avrebbe mai dovuto aver paura di un 'Ti Amo' ,sarebbero dovute essere le parole piú del mondo,suoni che potevano riscaldare il cuore,non gelarlo, come era accaduto. Ancora non riuscivo a capacitarmene. Mi sembrava che tutto ciò fosse stata una mera allucinazione , qualcosa di così incredulo da apparire surreale, troppo ratto ,per credere che fosse avvenuto e allo stesso tempo,troppo lento, per ritenere che fosse finito.

Amami,ti prego -Momenti da ricordareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora