7. I'm so sick of myself

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Nessuno faceva caso ai suoi occhi... tutti pensavano fosse felice perché sorrideva.
-Harman Kaur.

Erik

Le mani di Zoe si posano sul mio torace delicatamente, mentre mi guarda con fare seducente.

Le mie invece sono ancora poggiate sulle morbide lenzuola che ricoprono il mio letto.

Non riesco a guardarla negli occhi, mi concentro sulle sue dita che nel frattempo percorrono ogni centimetro della mia pelle nuda.

Alla ricerca di una mia reazione, si sposta a cavalcioni su di me, portando le ginocchia ai lati dei miei fianchi, strusciandosi sempre di più sul mio bacino.

Inarca la schiena e il suo respiro affannoso viene interrotto da gemiti sommessi.

Le gambe mi tremano, e le mie braccia, incapaci di muoversi, sono come bloccate.

Ma sorrido, cerco di stare al suo gioco, sperando che qualcosa in me si risvegli e riprendi a funzionare.

Sperando di tornare normale.

Lei è bellissima, è la donna perfetta che farebbe eccitare ogni uomo. La sua pelle leggermente scura gli dona una lucentezza straordinaria, e il suo viso angelico, contornato dai suoi lunghi ricci, è incantevole.

Guardo i suoi fianchi generosi stretti nei suoi pantaloncini diventare più insistenti contro la mia carne.

Mi guarda eccitata mentre si libera della canottiera che poco prima indossava, rivelando il suo seno sodo e i suoi capezzoli turgidi desiderosi delle mie attenzioni.

«Mi mancava tutto questo, Erik», mi sussurra all'orecchio chinandosi su di me, per poi passare al mio collo e torturarlo con la lingua.

All'assenza di una mia risposta, prende le mie mani, ancora immobili, e le posiziona sulle sue natiche, muovendosi più velocemente.

«A te no?» Alza la testa per incatenare i suoi occhi nocciola nei miei. Desiderio e speranza governano il suo sguardo.

Da tempo ormai il suo corpo e le sue mani su di me non fanno più effetto, se non dopo lunghi periodi di preliminari.

Ma ogni qualvolta io ci spero, ci spero tanto quanto lei.

Entrambi siamo speranzosi di un qualcosa, pur sapendo che non accadrà mai.

Ma forse, quella di oggi, può essere la volta buona.

«Anche tu mi sei mancata», mento, baciandola con passione e facendo vorticare la mia lingua calda con la sua meccanicamente.

Senza passione, senza impeto.

Sorride contro le mie labbra mentre le mie dita risalgono lungo la sua schiena massaggiandola con cura.

Ancora nulla.

Zero effetti.

Non poteva essere possibile.

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