25. San Francisco

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La sanità mentale è un'imperfezione.
-Charles Bukowski.

I capitoli del viaggio dovevano essere due, ma ho appena deciso di farne tre quindi aspettatevi il prossimo capitolo PIENISSIMO di 🌶️

Delia

Le sue mani mi sfiorano l'interno coscia, provocandomi una scia di brividi lungo l'intera gamba.

Un sorriso gli spunta sulle labbra, non appena si accorge della mia reazione ad un suo semplice tocco.

«È questo l'effetto che mi fai, Alex», gli confesso dolcemente, abbandonandomi totalmente ai miei sentimenti.

«No. L'effetto che ti faccio è questo» dice, prima di strofinare con forza il pollice contro le mie mutandine bagnate. «Superi sempre le mie aspettative, chérie

Un gemito mi sfugge non appena mi penetra con un dito e, dopo un istante, mi ritrovo la sua mano libera premuta contro le mie labbra.

«Non siamo soli, ci saranno altre occasioni per sentire le tue urla», aggiunge ironico, schiacciando sempre di più il pollice sul mio clitoride.

Gli mordo il palmo della mano non appena allarga la mia entrata con un secondo dito.

I miei occhi incrociano i suoi e mi accorgo della sua espressione: serena come non l'ho mai vista. È così maledettamente composto anche in situazioni del genere, ed è proprio questo che mi fa impazzire di lui.

Smette di torturare il mio centro e, lentamente, si porta le sue dita piene dei miei umori alla bocca, leccandone via ogni goccia senza staccare mai le iridi dalle mie.

Non ho neppure il tempo di reagire che le sue mani finiscono sui miei glutei, per sollevarmi e appoggiarmi sul bordo freddo del lavandino.

«Voglio assaggiarti, chérie. Mi prometti di non fare rumore?»

Annuisco, ormai quasi sfinita da scosse di piacere incontrollabili.

Aggancio le mie mani alla ceramica sulla quale sono poggiata e abbandono il capo all'indietro, facendolo scontrare con lo specchio.

«No. Mettiti dritta. Voglio guardarti negli occhi», lo schiaffo di Alexander contro le mie parti intime mi fa sobbalzare, obbligandomi a tornare nella posizione di prima.

Faccio come mi dice e lo osservo in una veste totalmente differente.

Chi l'avrebbe mai detto che Alexander Harris si sarebbe mai inginocchiato dinnanzi ad una donna?

Mi sfila il perizoma in raso con i denti, lasciandomi baci languidi lungo tutta la coscia.

Affondo i denti nel labbro inferiore quando la sua lingua picchietta contro il mio clitoride, prima di compiere giri attorno ad esso.

Non riesco a resistere.

Io ho bisogno di sentirlo.

Allungo la mano contro i suoi capelli e lo stacco da me, forzandolo ad alzarsi. «Voglio sentirti, Alex. Per favore.»

Non se lo lascia ripetere due volte e, con dita febbricitanti, prende a slacciarsi la cintura.

«Nonostante tu sia fradicia, ti farà male. Molto male. E l'unico modo per zittirti è questo.»

Twist of FateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora