21². They got eyes everywhere

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Dentro ad un abbraccio puoi fare di tutto: sorridere e piangere, rinascere e morire. Oppure fermarti a tremarci dentro, come se fosse l'ultimo.
-Charles Bukowski.

⚠️Attenzione⚠️
Tra ieri e oggi ho aggiornato due capitoli, 21¹ e 21². Questo è il 21², assicuratevi di aver letto il 21¹ prima di proseguire con la lettura. È fondamentale.

Alexander

In una sola spallata il legno della porta cede, spaccandosi contro la mia pelle.

Entro nel loft come una furia, con il cuore che batte talmente forte che sembra volermi uscire dal petto.

Riesco a sentire il sangue pulsare nelle vene, ad ogni pulsazione la rabbia non fa altro che divorarmi dall'interno.

Ogni muscolo è teso, quasi come se volesse esplodere.

Hanno osato piazzare delle telecamere nel loro appartamento. Nel suo appartamento.

Ed io...

Io sono il responsabile di questo schifo. Se l'hanno fatto, è soltanto per colpa mia.

Se mio fratello, l'unica luce in grado di illuminare il marcio che ho dentro, stava per morire, è soltanto per colpa mia.

Ho messo in pericolo la vita del mio fratellino.

E questo non me lo perdonerò mai.

Il loft è buio, ma non m'importa. Le luci soffuse alimentano la mia frustrazione. Cerco gli interruttori della luce per placare la furia cieca che mi sta annebbiando la vista.

Ogni angolo di questo maledetto appartamento sembra nascondere un segreto, un occhio che mi spia, che ride di me.

Perché è questo che probabilmente staranno facendo quei bastardi.

Staranno ridendo di me.

Sono solo ombre, eppure me le sento addosso, quasi come se mi stessero soffocando.

Mi dirigo spedito come una freccia verso l'entrata del bagno, cercando con le dita la telecamera sullo stipite della porta.

Lo tasto in tutta la sua lunghezza e finalmente la trovo: una minuscola scatola nera. La afferro tra le dita e la sgretolo nel palmo della mano.

Soddisfatto, faccio un rapido giro con lo sguardo, esaminando il piccolo loft come se fosse una vera e propria trappola. Non ne ho la più pallida idea di dove abbiano nascosto le telecamere, ma giuro su qualsiasi cosa che le troverò tutte.

Le troverò e le distruggerò.

Inizio poi a perlustrare il salotto. Con un gesto rabbioso spazzo via i cuscini dal divano, li lancio contro il muro insieme ai cuscini che lo compongono.

Non trovo nulla, ma non mi fermo. Sposto il tavolino di vetro, faccio cadere a terra tutti i soprammobili che lo decoravano.

Il suono del vetro che si infrange mi da' una breve soddisfazione, ma non basta.

Twist of FateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora