6. FRAINTENDIMENTO

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-Rylee-

Pioveva. Brutto segno.

Non che non mi piacesse la pioggia, anzi, mi piaceva, anche tanto, quando potevo stare al calduccio nel mio letto leggendo un buon libro e con una tisana in mano. Non quando dovevo svegliarmi all'alba per andare a scuola.

Quel mattino però ero costretta ad andarci.

Mi ero fatta anche la piega il giorno prima e quanto mi dava fastidio che si sarebbe rovinata a causa di queste precipitazione del tutto impreviste.

Presi la mia cartella e uscii di casa.

L'ombrello Rylee! Entrai di nuovo a casa e questa volta presi anche l'ombrello.

Mia madre non mi poteva portare a scuola, aveva dei lavori di ristrutturazione per il suo ristorante, strano ma vero. Era stata Lea a dirle che forse qualche cambiamento avrebbe giovato e dopo un po' di tempo era riuscita a convincerla.

Quel giorno sapevo già che sarei arrivata a scuola zuppa d'acqua. Ancora più bagnata della pioggia stessa!

Mi avviai con passo svelto. Prima arrivavo, meno orrendamente zuppa sarei stata.

Alle sette il mio paesino era praticamente vuoto. Qualche signore in bicicletta, qualche bambino che sguazza nelle pozzanghere e due o tre piccioni nella piazza. poi con questa pioggia si ritiravano tutti in casa, come se stesse per arrivare il diluvio universale. Devo dire che un po' li invidiavo.

La pioggia continuava a battere forte sui tetti. Presi quattro o cinque pozzanghere in pieno. Quella tragica sensazione di sentire i calzini bagnati, era la più irritante. Anche i miei stivali erano praticamente una di quelle barchette che sta affondando nella sua stessa acqua.

Poi per strada intravidi una figura. Era abbastanza alto, anche muscoloso devo dire. Biondino con qualche ciocca all'aria. Assomiglia anche particolarmente a Blaze. Pensa, ha anche la sua felpa nera che gli ho regalato io! Ma aspetta un attimo... Quello era Blaze!

<<Tesoro!>> Urlai. Iniziai a correre verso di lui come fanno le tredicenni quando vedono il loro amore. Ma un po' io mi sentivo una tredicenne.

Lui si girò d'improvviso. Forse preso alla sprovvista dal mio urlo in mezzo alla strada.

Mi gettai subito con la testa sul suo petto e lo abbracciai.

Lui rimase per un attimo pietrificato. Poi ricambiò l'abbraccio.

L'ombrello era caduto a terra ma sinceramente per lui mi sarei presa tutta la pioggia del mondo. Ci pensò Blaze a coprirmi con il suo di ombrello.

Poi mi diede un bacio sulla testa. <<Stavi venendo da sola?>> Mi chiese mentre mi stringeva ancora a sé.

<<Si, sai che mia madre sta facendo alcuni lavoretti al suo locale. Non poteva accompagnarmi con l'auto. Poi sai che inquinamento!>> Blaze fece un piccolo sorrisino. Come sforzato.

Non aggiunse alcuna parola. Mi prese a braccetto e ricominciò a camminare, cercando sempre di coprirmi la testa con l'ombrello.

<<Va tutto bene?>> Chiesi. Non era nel suo carattere questo comportamento. Blaze non era mai stato uno di tante parole. Ma almeno qualche cosa la diceva.

<<SI>> Solo?!

<<Sicuro? Ricordati che con me puoi...>>

<<Posso parlare di tutto>> Completò la frase che stavo per dire. <<Ma veramente, sono solo un po' stanco. Ieri abbiamo fatto allenamento fino a tardi. Ho tutti i muscoli che mi fanno male. Per questo sono un po' più taciturno del solito ma non c'è nulla>> Mentre lo diceva non mi guardava negli occhi. Guardava in basso. No, Rylee, non ricominciare con le tue paranoie!

Never Alone Again- Mai più soliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora