20. FAMIGLIA

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Chissà se tu mi penserai

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Chissà se tu mi penserai

Se con i tuoi non parli mai

Se ti nascondi come me

Laura Pausini, La Solitudine
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-Blaze-

<<Dottore, è sicuro?>> Chiesi preoccupato. Non poteva essere!

<<Sicurissimo. Anche la radiografia che abbiamo fatto conferma la mia ipotesi, la tua gamba è compromessa. Devi rimanere almeno 20 giorni a riposo se non vuoi che la situazione peggiori. Non puoi giocare, è escluso>> Il medico Jess mi stava guardando con estrema preoccupazione. Pensavo che fosse una cosa da niente ma dopo un po' di giorni avevo iniziato a sentire un dolore fortissimo alla gamba e così avevo prenotato una visita. 

<<Ma io non posso stare a riposo così tanto! Abbiamo tantissime partite da fare in queste settimane. Tutti contano sul mio appoggio, mi sbattono fuori se non gioco>> Il dottore sospirò togliendosi gli occhiali da vista e poggiandoli sulla sua scrivania.

<<Blaze, te lo dico come un padre, conosco la tua famiglia e te da quando eri un bambino e sai che voglio solo il tuo bene, se farai anche solo una partita in queste condizioni scordati di continuare a giocare. La gamba si rovinerebbe a tal punto da non poter tornare indietro. Cosa preferisci? Rinunciare a qualche partita o rinunciare al football per sempre?>> Sapeva benissimo la risposta e questo mi mandava ancora più in crisi. Mi passai una mano fra i capelli dal nervoso tirando le ciocche. 

<<Non c'è un modo per guarire più in fretta? Venti giorni sono veramente troppi. Abbiamo una partita questo fine settimana. Il coach non me lo perdonerà mai, io non me lo perdonerà e nemmeno i miei genitori, li conosci meglio di me, sai come reagiranno>>  Il dottore continuava a scuotere la testa in segno di disapprovazione. La mia vita andava a scatafascio e lui si limitava a muovere la testa.

Chiusi la mano in un pugno. Mi stavo innervosendo parecchio. <<Mi dispiace, non c'è modo. Se vuoi però posso parlare io con i tuoi genitori, vedrai capiranno>> E invece non avrebbero capito, lui non li conosce, io invece sì. Davanti al dottore avrebbero fatto la recita dei genitori apprensivi ma non appena usciti dallo studio solo io so cosa mi avrebbero detto. Da piccolo ci cascavo sempre, quando eravamo in pubblico pensavo che loro mi volessero veramente bene, poi tornavamo a casa e tutto tornava come prima, ma non ci sarei mai più finito nella loro trappola. 

<<E se mi desse un antidolorifico? Potrei giocare se il dolore diminuisse>> Proposi. Il mio cervello stava cercando ogni modo possibile per continuare a giocare. Non potevo farmene una ragione. Prima la sospensione e poi anche quello. Per non parlare di quanto era stato difficile lasciare Rylee. 

Never Alone Again- Mai più soliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora