23. CUCCIOLO

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<<Mamma, sai cosa vorrei per il mio compleanno?>> Il bambino era sulle gambe della donna. Lei scuotè la testa. 

<<Che cosa vuoi?>> Un sorriso apparve sulle sue labbra in attesa di una risposta.

<<Un cagnolino, Sophie, la mia compagna ce ne ha uno. Sai cosa mamma? Me lo ha fatto accarezzare ed è tanto dolce. Se lo avessi anche io me ne prenderei cura. Ti prego mammina>> Il bimbo mise le mani come se stesse pregando e batté le ciglia più volte guardando la madre con due occhioni dolcissimi.

La madre trattenne una risata. <<Oh mio piccolo fiorellino, un cagnolino è una cosa impegnativa. Sai, sarebbe come avere un terzo fratellino>> Spiegò accarezzando i morbidi capelli castani.

<<Non è vero! Io ho visto quel cucciolo ed era molto più bello di Ally!>> 

<<Lucas!>> La madre gli diede un buffetto sulla guancia. Lui emise una risatina sommessa. Anche la donna rise e poi scombinò i capelli del bambino. 

<<Allora mamma?>> Ritornò sul discorso. 

<<Vediamo, quando tornerò dal mio viaggio te ne prenderò uno tutto tuo>>

<<E quando tornerai?>>

<<Spero presto>> Sospirò e si portò la nuca del bambino sul suo petto stringendolo a sé. 

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-Lucas-

Ero al parco. Erano le sei di sera e verso quell'ora si svuotava di tutti quanti, fatta eccezione qualche vecchiettina che però non dava alcun fastidio. Potevo stare da solo, in pace. 

Il campo di margherite era il solo e unico posto in cui mi sentivo al sicuro. In quel parco a Redleaf avevo trovato un angolo che mi sembrava proprio quello. 

Non appena lo avevo visto mi ero innamorato subito di quel posto. Quando riuscivo ci andavo. Ma ora non avevo più bisogno di sfuggire dalla realtà. La mia vita era tranquilla. Andavo lì solo per rimettere a posto i miei pensieri quando si facevano troppo cupi e tristi. 

Sospirai. In quel momento però ero andato lì non per me stesso, ma per chiarire i mie pensieri su Rylee. 

Cosa ci faceva Blaze a casa sua? Nel suo giardino. Cosa voleva da lei? Si erano lasciati, perché dovevi ancora stargli dietro? Sentivo un grande fastidio ogni volta che il mio cervello riproponeva l'immagine di Blaze che si avvicinava a lei. 

Ero rimasto lì a guardarli perché, per qualche irragionevole motivo, avevo paura che gli facesse del male. Poi quando avevo visto che la stava prendendo in braccio mi è scattato qualcosa nel cervello che mi ha fatto premere sull'acceleratore e andarmene. 

Never Alone Again- Mai più soliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora