voglio sentirmi libero

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*marco's pov*

ore 9:27

Venni svegliato da un bruttissimo odore di bruciato.

"cos'è questo odore?"

Mi tolsi le coperte bianche da dosso, infilai le pantofole e velocemente mi fiondai nella grande cucina.

"cazzo! cazzo! cazzo!"

Trovai Ale in piedi con addosso un grembiule da chef impostato davanti ai fornelli scuri mentre osservava qualcosa davanti a se preso dal panico.
Mi avvicinai con passo veloce poggiando la mia mano calda sulla sua spalla.

"Si può sapere cos'hai combinato?"

Ale si voltò verso di me indicando un vassoio con all'interno dei biscotti bruciati.
Scoppiai a ridere, cucinare non era per niente il suo forte e si vedeva chiaramente.

"già a prima mattina combini guai!"

Roteò gli occhi portandosi le braccia lungo il petto incrociandole fra di loro.

"manco un buongiorno mi dai?"

Mi andai a sedere sulla sedia mentre aggiustavo leggermente la tovaglia storta.

"buongiorno mio carissimo ed amato Alessandro"

"vedo che il sarcasmo non manca mai vero Marco?"

"no"

Feci l'occhiolino prima di prendere il mio telefono e togliere la modalità aereo imposta ieri sera prima di addormentarmi, ma ciò che trovai furono vari messaggi e chiamate perse.

"merda!"

Si avvicinò di poco a me incuriosito.

"cos'è successo?"

"Fabio"

"e quindi?"

Si grattò la testa non capendo.

"Ieri mi ha cercato tutta la notte, vuole rivedermi"

"Marco, ne abbiamo già parlato, è solo uno stronzo"

"Ma forse è cambiato"

Provavo a convicermi che forse era vero, che fosse diventato una persona migliore, ma solamente il ricordo di quelle scopate senza alcun amore senza passione, quelle litigate a tarda sera per delle sue scenate di gelosia, la sua voce che mi urlava addosso cazzate su cazzate, insulti su insulti faceva sprofondare questo mio modo di pensare che possa essere diventato un altro.
Ma qualcosa in me ancora restava vivo, forse perché per me tutte quelle sere passate in un qualsiasi hotel con Fabio non era solo un passatempo, non era una semplice botta e via, forse perchè lo amavo veramente, anche se sapevo che fosse la scelta sbagliata.

"Non capisco perché devi stare dietro ad un coglione del genere, ma ti rendi conto che ti ha fatto stare di merda? Che non ti amava? Che ti utilizzava solamente?
Ma tu no, non lo vuoi capire e non farai mai"

Abbassai lo sguardo verso il pavimento.

"grazie per queste parole Ale, sei sempre d'aiuto a farmi sentire ancora di più una merda"

Lo guardai fisso negli occhi.

"ahh io? Io sto provando solamente a farti ragione Marco, e scusami se ti voglio bene e mi preoccupo per te, ma devi aprire gli occhi alla realtà non al mondo del cazzo che tu vorresti.
Fabio rimarrà sempre lo stesso"

Mi alzai non pensando nemmeno troppo alle mie azioni.

"Posso dirti una cosa? Vaffanculo Ale"

Andai in camera spogliandomi gettando i vestiti per terra per rinfilarmi addosso i miei.
I passi di Ale si facevano sempre più vicini alla mia figura.

"Ed ora che fai? scappi? Ah si certo come sempre Marco!"

"Che dovrei fare sennò? Stare qui con te a discutere?"

Mi alzai appena finii di vestirmi ed andai alla porta d'ingresso aprendola ma che venne chiusa dalla mano di Ale, che presto mi spinse verso il muro di fianco prendendomi con forza per la maglia mentre continuava ad urlarmi contro.

"Te lo vuoi ficcare in quella cazzo di testa che hai che non è la scelta giusta per te?
È un uomo violento, lo devi lasciare perdere!"

"perché non puoi farmi sperare almeno una volta che le cose andranno meglio, che possa migliorare? Perché devi andare sempre contro ai miei pensieri?
Non ti va bene mai nulla, ti parlo di qualcuno e subito inizi a dire le peggio cose! perché?"

Rallentò leggermente la presa, con velocità per un secondo non osservò più miei occhi, ma qualcos'altro del mio viso.
Le mie labbra.

"perché non andrà mai come speri"

Lo spinsi liberandomi dalle sue mani così ebbi la possibilità di uscire da quella casa ma prima che potessi andarmene del tutto mi voltai verso di lui osservandolo.

"vaffanculo"

Le mie ultime parole prima che iniziai a passeggiare per le strade di Milano.
La mia figura non era molto accettabile, i capelli scompigliati, gli occhi stanchi ed i vestiti con un po' di pieghe mi rendevano ancora peggio.
Ero avvolto dai pensiere la rabbia mi rese cieco, non capivo perché quei atteggiamenti di Ale.
Forse proprio perché ero preso dalla rabbia lo stesso giorno decisi di riprovarci, di darmi forza, coraggio.

Afferrai il telefono e gli scrissi.

"Ehy, sei a casa?"

La sua risposta non tardò ad arrivare.

"si"

"possiamo incontrarci?"

"non vedo l'ora"

Sorrisi, forse avevo ragione.
Mi incamminai per la via che mi portava da lui.
Quel vialetto ogni volta mi metteva un sacco di ansia, di angoscia come se emanasse una cattiva energia, ma probabilmente era solamente impressione mia.

Arrivato presi un grande respiro e poi suonai il campanello.
La porta venne subito spalancata e lì davanti c'era Fabio, bello come l'ultima volta che ci siamo visti.

"ciao"

Sorrisi imbarazzato.

"ciao Marco, entra"

Entrai in casa, la osservai attentamente, non era cambiato niente all'interno, era sempre la stessa, ogni singola cosa al suo posto, finché non andai in camera da letto e vidi un mio vecchio regalo posto vicino alla scrivania.
Lo presi tra le mie mani.

"c'è l'hai ancora? credevo l'avessi buttato"

"si, avevo detto così ma era tutta una falsa, ero solamente arrabbiato"

Guardai il peluche sorridendo.
Fabio si avvicinò alla mia figura abbracciandomi da dietro.

"mi sei mancato Marco"

"anche tu"

Mi voltai verso di lui, ma subito iniziammo a baciarci con foga, con violenza e presto ci ritrovammo nudi sul letto a scopare, forse ne ebbi il coraggio perché lo desideravo o forse solo per fare un torto ad Ale.
Non ne avevo chiaro il motivo, avevo mille cose per la mente, ma adesso non volevo pensarci, volevo solamente sentirmi libero per una volta.

Non ne avevo chiaro il motivo, avevo mille cose per la mente, ma adesso non volevo pensarci, volevo solamente sentirmi libero per una volta

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angolino
Ehy!
spero che anche questo capitolo vi piaccia.
t.v.b.

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