Com'è profondo il mare

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*alessandro's pov*

ore 23:47

Da quella frase avrebbe capito tutto, era troppo rischioso.
Mi limitavo a guardare i suoi magnifici occhi mentre sorridevo senza che se ne accorgesse, o quasi.
Ogni tanto mi sgamava ma ricambiava solamente il sorriso, anche se potevo intravedere dal suo sguardo che fosse perso nei i suoi mille pensieri.

"a che pensi?"

"a niente, perché?"

Mi sedetti comodamente sul divanetto togliendo la mia testa dalle sue gambe.

"marco lo conosco bene quello sguardo, dimmi"

Sospirò profondamente.

"Magari più tardi"

Non nego che ero curiosissimo a sapere cosa stesse pensando, ma non volevo nemmeno sforzarlo a dire qualcosa che non voleva.

"va bene, quando vorrai io sarò qui"

Mi alzai velocemente.

"dove vai?"

"penso che farò un giretto con Riccardo"

"non è tardi?"

Risi.

"per i vecchi come te si, anzi vai a dormire"

Feci una smorfia mentre guardavo il suo bellissimo viso.
Rientrai in camera, presi dei vestiti a caso e dopo essermi tolto il pigiama li infilai addosso.
Presi le chiavi dal comò prima di prendere il mio telefono da sopra il letto che continuava a squillare.
Risposi alla chiamata.

"Oi"

"alessà ma si può sapere dove sei!"

"riccà sto arrivando sono già fuori casa"

Sentii un clacson suonare per strada.

"muovi quel culo"

Chiusi la chiamata.
Scesi velocemente tutte le scale fino ad arrivare al portone d'ingresso.
Andai da riccardo che si trovava lì sotto da almeno 5 minuti con la sua nuova macchina di zecca.

"eri già fuori casa eh?"

Presi fiato.

"zitto"

Roteò gli occhi mentre rideva.

"e questa macchina?"

Fece fare un giro delle chiavi sul suo dito.

"appena comprato"

"si vede che hai soldi da spendere tu"

"si adesso sali che ti porto a fare un giretto"

Riccardo non perse altro tempo che subito si mise al volante, felicissimo per il suo nuovo acquisto.
Mi avvicinai alla portiera ma prima che effettivamente potessi aprirla guardai in alto.
Non la luna, ma Marco, era ancora seduto sul divanetto fuori in terrazza a fumare.
Sapevo benissimo che fumasse solo quando fosse agitato, avrei voluto andare lì, a capire cosa lo agitasse così tanto, ma una parte di me non voleva saperlo, voleva aspettare, e forse dovevo.

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