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RACHEL

Stavo scappando da lui per la seconda volta. Non gli avevo dato tempo di parlare che già me ne stavo andando quando mi prese per un braccio. Spalancai gli occhi, vidi il suo sorriso vacillare stava per avvicinarsi quando gli urlai in preda al panico di allontanarsi.

Nella mia mente iniziarono flash di ricordi:

Lui mi prese per un braccio e cercò di bloccarmi io gli urlai contro con tutta la mia forza: "Lasciami andare mostro!"

"Tu mi appartieni! Sei mia!"

"Lo dirò a mia madre!"

Il mostro iniziò a ridere e disse: "Cosa potrà mai fare quella puttanella di tua madre? Tu sei mia!"

Inziai a piangere: "Ti prego non mi toccare, lasciami andare!"

Mi spinse a muro e mi bloccò le braccia sulla testa. Io continuavo a piangere e a chiedergli di lasciarmi andare, lui continuava a dire che ero sua.

"Rachel, Rachel, calmati sono Lila. È tutto okay. Stai tranquilla sei al sicuro ora!"

Uscì dai miei ricordi grazie a Lila che mi chiamava. Ci trovavamo in una camera da letto io ero ranicchiata all' angolo della stanza. Vidi che Jack e Will mi guardavano senza dire una parola, però erano gli unici ad essere nella stanza con me e Lila. Le chiesi: "Cosa è successo?"

"Quando Jack ti ha preso il braccio hai iniziato ad urlagli di lasciarti andare. Sei caduta hai iniziato a tremare, ti abbiamo portata qui prima che qualcun'altro avesse potuto vederti. Hai iniziato a piangere e ad emettere qualche urlo mentre tremavi. Poi sono riuscita a riportarti alla realtà."

Le lanciai le braccia al collo sussurandole tra le lacrime: "È stato peggio, questa volta era vivido. Grazie Lila per avermi portata indietro!"

Lei iniziò ad accarezzarmi i capelli. Quando ci staccammo avevamo ancora gli sguardi di Will e Jack addosso, Jack mi diede un pacco di fazzolettini, "Grazie" sussurrai. Lila parlò rivolgendosi a loro: "Rachel ha bisogno di dormire, per te va bene Jack se si sdraia su questo letto?"

Si riscosse dallo shock e disse: "Si non ti preoccupare."

Lila mi aiutò ad alzarmi da terra e mi fece sedere sul letto. Disse ai ragazzi di uscire dalla stanza e loro lo fecero. Quando rimanemmo sole mi chiese:
"Cosa hai vissuto?"

"Lui mi prendeva per un braccio e continuava a ripetermi che ero sua, e mi aveva bloccata al muro."

Iniziai a piangere come una fontana, la mia amica mi fece stendere sotto le coperte. Quando smisi di piangere e chiusi gli occhi lei uscì dalla stanza, la sentii mentre parlava con i ragazzi, disse: "Per favore non dite nulla a nessuno di quello che è successo. Non chiedetemi spiegazioni. Non posso e non voglio darvele."

Jack parlò aveva un tono preccupato: "Sta bene? Sembrava sconvolta!"

"Eaton, da quando ti preoccupi di qualcuno che non sia te stesso? Comunque per il momento dobbiamo lasciarla riposare. Vedremo come sta quando si sveglierà."

"Non sono un egoista Lila! Ho vista il panico nei suoi occhi quando le ho preso il braccio. Voglio solo che non stia male."

Quelle parole mi fecero sorridere e scivolai nel sonno.

Mi svegliai in camera di Jack, lui era seduto su una sedia che dormiva, aveva un libro in mano "Nemmeno in paradiso". Mi alzai gli tolsi il libro, delicatamente per non farlo svegliare, dalle mani per leggere la trama, sembrava bello. Poi lo sentii mugolare qualcosa nel sonno, era bellissimo quei capelli scuri scompigliati  che gli circondavano il viso, la testa un pó piegata di lato. Cercava di tenersi sveglio leggendo, ma evidentemente non era riuscito nel suo intento. Quando gli spostai una ciocca di capelli dal viso si svegliò bloccandomi la mano. Cercai di giustificarmi iniziai a parlare balbettando: "Scu-scusami Jack, io no-non avrei dovuto toccarti, però avevi i capelli sugli occhi, pe-pensavo potessero darti fastidio, e io ti ho ru-rubato il letto, e sei stato co-costretto a dormire sulla sedia, e..."

"Non preoccuparti, - mi bloccò - scusami tu, io ti ho preso il braccio, io ti ho fatto piangere. Non volevo. Il minimo che potessi fare era darti il mio letto, volevo rimanere sveglio ma evidentemente non sono bravo nemmeno in quello."

Aveva un'aria abbattuta, triste. Provavo l'impulso irrefrenabile di consolarlo. Dissi: "Non ti preoccupare, non è colpa tua."
Gli sorrisi e gli accarezzai il viso, quando mi accorsi del mio gesto tirai subito la mano e indietreggiai velocemente.

"Rachel che succede?"

Si avvicinò a me, io indietreggiai, avevo paura di cadere dentro un altro ricordo. Non volevo mi toccasse, non volevo tremare e urlare come prima. Ogni passo che lui faceva verso di me, io lo facevo indietro. Caddi sul letto, gli dissi: "Ti prego non toccarmi, non voglio impazzire di nuovo."

"Non voglio farti impazzire Rachel Chase, voglio che tu stia bene."

Mi guardò negli occhi, spostò un ricciolo ribelle dietro il mio orecchio e con la sua voce profonda disse: "Un uomo ti ha fatto del male, vero? Non ti fidi più degli uomini per questo."

Nessuno mi aveva mai chiesto perchè non mi fidassi degli uomini, nessuno aveva mai prestato attenzione a ciò che pensavo. Si limitavano a guardare e criticare. Perchè lui. Perchè proprio Jack Eaton doveva interessarsi a me? Il bad boy, il ribelle, il sensibile Jack Eaton, perchè?
Mi crollò il pavimento sotto i piedi quando gli risposi: "Si"
Mi trovai stretta tra le sue braccia, non so quale parte irrazionale di me glielo lasciasse fare.
Iniziai a piangere come una bambina.

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Ciaoooo!! Chi sarà mai stato a far del male alla nostra piccola Rachel? Scopriamolo insieme!!♡♡

Ps: una mia amica @carol_hgpj sta scrivendo una storia bellissima "Nuovo futuro" passate non ve ne pentirete ;)

DalilaBll♡

Cresceremo insieme. È una promessa.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora