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RACHEL

Mi svegliai ma non aprii gli occhi perchè sentii mia madre parlare con Jack, lui aveva la voce incrinata come se si sforzasse di non piangere.
"Perchè sta così male?"

"Jack... Io non posso dirti nulla. Deve essere lei a raccontarti ciò che le è successo. Ma posso dirti ciò di cui ha bisogno. Ha bisogno di te, ha bisogno che l'aiuti a non pensare, ha bisogno di affetto Jack. Io so che tu puoi darle l'affetto che le serve."

"Signora Pierce io non sono il ragazzo che lei crede. Non sono quello che fa per lei. Se è impazzita quella sera alla mia festa, è stata colpa mia. Io non voglio vederla soffrire."

"Tu sai perchè le succede?"

"So che le hanno fatto del male a 12 anni, ma nulla di più."

"Caro ragazzo tu non la farai soffrire. Non è colpa tua se ricorda. Ma se le farai del male sarò io a far soffrire te!"

Aprii un occhio per non farmi vedere e vidi che mia madre sorrideva e Jack era rimasto a bocca aperta.

"Grazie signora Pierce."

"Prego caro. Forza andiamo lasciamola riposare."

"Posso rimanere un altro pò con lei?"

"Certamente Jack, ma non le togliere le cinghie."

"Perchè è legata? Non starebbe più comoda senza quelle cinghie?"

"Jack non è lei ad essere legata, ma i suoi ricordi. Quando ricorda non fa più parte della realtà. Non toglierle le cinghie. Potrebbe essere pericolosa."

Ero legata al letto, con delle grosse, brutte, nere cinghie. Mi davano fastidio, ma capivo perché le avessi, il giorno prima avevo preso a pugni mia madre e a calci il dottore. Non volevo farlo. Ma non ero nella realtà, mi stavo solo difendendo da un mostro.
Jack mi prese la mano e la baciò. "Piccoletta così mi uccidi."

Aprii gli occhi sbattendo più volte le palpebre per abituarmi alla luce. "Ciao Jack."

Lo vidi sorridere, "Ciao Scricciolo, mi hai fatto preoccupare! Sei sparita! Non ti vedo da sabato sera."

"Mmm... Forse dovremmo smettere di vederci."

Lo vidi sgranare gli occhi: "Cosa? Perchè?"

"Io non faccio bene a te, e tu non fai bene a me. Entrambi abbiamo troppi problemi. Guardami Jack! -risi, una risata amara.- Sono legata ad un letto per la sicurezza di mia madre e di tutti quelli che mi circondano!"

"Piccoletta i problemi si superano, ed è più facile con qualcuno accanto! Noi siamo fatti per stare insieme. Scusa se ti ho baciato, non avrei dovuto, avrei dovuto lasciarti il tuo tempo. Ma non allontanarti da me. Ti prego."

"Non voglio allontanarti, ma è la cosa migliore!"

"Raccontami cosa è successo negli ultimi giorni Rachel. Dopo discuteremo di come ci apparteniamo."

Non volevo raccontargli i miei problemi, ma gli dovevo una spiegazione per la mia sparizione dei giorni precedenti, e per la mia sparizione futura. Perchè lui non avrebbe mai più dovuto rivolgermi la parola. Dovevamo diventare degli estranei cosicchè entrambi avremmo potuto risolvere i nostri problemi da soli. Forse un giorno saremmo potuti tornare ad essere amici, ma per il momento non dobbiamo aumentare il peso dei nostri problemi unendoli.

"Sabato sera, quando sono scappata dentro casa, ho avuto paura. Ho iniziato a ricordare il mio passato, all'inizio per due o tre minuti, più passavano le ore più ricordavo a lungo. Mia madre ha chiamato la signora Jules..."

Mi bloccò: "Aspetta.... Tu conosci la signora Jules? Perchè hai bisogno di un avvocato?"

"La signora Jules è più che altro la mia psicologa oltre che avvocato. Tu come la conosci?"

"È il mio avvocato. Sono andata con lei alla polizia quando Smiters, il poliziotto, ha accusato ingiustamente mia madre di tradire mio padre. Comunque Rachel continua..."

"La signora Jules ha detto a mia madre che doveva starmi accanto, abbiamo fatto delle sedute di terapia a casa mia. Ma quando ricordavo iniziavo a farlo per più di due ore. Mentre ricordavo combattevo con... l'aria. In realtà erano la psicologa, il dottore o la mamma. Allora mi hanno legata al letto, continuavo a fare le sedute di terapia, Mercoledì mattina stavo molto meglio, la notte non avevo fatto incubi/ricordo per questo mi avevano tolto le cinghie. Due ore dopo purtroppo sono tornata nel ricordo... Mia madre ha un brutto livido nel braccio, ed è colpa mia. Comunque sono stata nel passato tutto il giorno, mi avevano messo le cinghie. Non riuscivo a tornare nella realtà, fin quando il dottore mi ha dato un tranquillante e mi sono addormentata. Ed ora sono sveglia."

"Mi dispiace Piccoletta. Ora come ti senti?"

"Ora sono nella realtà. Questo basta. Ero seria quando ho detto che non ci dobbiamo vedere."

"No Rachel. Tu... tu sei la mia musa, il mio angelo, la mia dea. Non puoi abbandonarmi!"

Gli accarezzai la mano, con il pollice feci piccoli cerchi sul dorso. "Jack... Ascoltami. Noi non siamo destinati a stare insieme. Siamo troppo diversi, abbiamo troppi problemi. I miei demoni non devono diventare i tuoi. I tuoi demoni non devono diventare i miei. Da soli siamo già così fragili. Insieme saremmo troppo fragili."

"Non puoi dirlo! Noi ci apparteniamo! Con quanti ragazzi hai parlato, quanti ne hai abbracciati, consolati, baciati? Nessuno oltre me. Questa è la dimostrazione che dobbiamo stare insieme."

Ripensai a tutti i momenti passati con lui, non avrei dovuto affezionarmi così tanto a Jack. Non mi accorsi di stare piangendo fin quando Jack non mi asciugò una lacrima.

"Mi dispiace Jack. Io non sono abbastanza forte per stare con te. Forse un giorno lo sarò, ma non posso chiederti di aspettarmi. Potrebbero volerci anni prima che io possa avvicinarmi di nuovo ad un ragazzo. Guarda cosa è successo avvicinandomi a te. -Chiusi gli occhi e feci un sorriso amaro.- Mi dispiace Jack. Vai via. Per favore."

Sentii le sue labbra sulle mie. Dopo un lungo bacio, mi asciugò le lacrime con dei piccoli bacetti. Poi sussurrò al mio orecchio: "Piccola Rachel penso di essermi innamorato di te. Credo che non riuscirò a starti lontano per molto tempo. Adesso dormi."

Iniziai a piangere più forte quando lui se ne andò. Le lacrime amare bruciavano le mie guancie. Ogni lacrima mi portava alla mente un sorriso causato da lui. Dormii tutto il giorno. Mia madre mi svegliò solo per cena, non avevo avuto incubi tutto la giornata, per questo mi tolse le cinghie e mi permise di mangiare a tavola con lei.
Non ricordai per tutta la settimana così Lunedì tornai a scuola. Camminavo per i corridoi con lo sguardo rivolto verso il basso così se mi fosse passato vicino non lo avrei incontrato. Quelle poche volte che lo vedevo spostavo velocemente lo sguardo. Stavo impazzendo pensavo sempre a lui. Era diventato la mia droga, ma si può uscire dalla dipendenza! Mi feci una promessa, non mi sarei affezionata a nessun ragazzo, mai più. Purtroppo non riuscivo mai a mantenere le promesse fatte a me stessa!

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Scusatemi non riesco più ad aggiornare ogni giorno... Perdonatemi! Vi prometto che ci saranno delle sorprese! L'ispirazione forse sta tornando *-*
A presto!

DalilaBll♡

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 12, 2015 ⏰

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