Capitolo 14: "Libertà"

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Diana uscì dalla stanza, ritrovandosi in un lungo corridoio, pieno di celle, sbarre, animaletti e insetti che zampettavano tra le fughe del pavimento.

L'aria era intrisa di un costante odore di decomposizione, i servi portavano continuamente corpi privi di vita nei piani superiori per poterli bruciare al rogo. Persino i bambini venivano rinchiusi in prigione, il re non aveva pietà per nessuno, se qualcuno diceva anche solo una parola contro di lui veniva brutalmente rinchiuso, ucciso, torturato, sfruttato o semplicemente scompariva nel nulla, di solito la notte, genitori venivano privati dei loro figli, donne sfruttate come succubi, uomini usati ai lavori pesanti. Quello non era un paese, ma una società malata.

Diana in pochi secondi aveva rivissuto tutta la sua vita, quel cielo grigio, quelle urla di soldati, quel palazzo reale, non le erano mancati per nulla.

Ma ora non doveva pensare a questi traumi, doveva salvare Margaret, aveva visto nel viso di quella donna lei stessa quando era bambina, terrorizzata da qualunque cosa, era una bambina già consapevole di quanto la vita potesse essere come un bel letto di rose, cosparso però da spine, che trafiggono le interiore che sanguinano così tanto da far rimpiangere la nascita.

La ragazza deglutì con sforzo, cominciò a camminare in avanti, lungo il corridoio, cercando di non vedere cosa ci fosse dentro le celle, proprio mentre procedeva in avanti incontrò una cameriera, vestita come Margaret, occhi scuri come la cenere del camino, i capelli castani raccolti un una coda di cavallo:

-Scusi, dove posso trovare Margaret?-

-Intende la cameriera? Credo dovrebbero stare nella sala delle torture, non ci andare però il signore è molto arrabbiato con lei.-

-Grazie lo stesso, buon lavoro-

La serva da viso scavato si girò di spalle, e velocemente se ne andò. Diana di corsa andò verso la stanza delle torture, che si trovava alla fine del corridoio, riusciva a vedere quella porta in lontananza, anche un po' sfocata.

Dopo molti passi la ragazza arrivò davanti alla porta di ferro, il pavimento ai suoi piedi era colmo di sangue, che componevano una pozza che arrivava fino alla stanza. Diana si avvicinò alla porta, e prima di aprire cominciò ad origliare le parole...

... Margaret era legata al soffitto con delle catene, la sua pelle era ricoperta da lacerazioni, aveva il viso coperto di lacrime, sudore e sangue. Gli occhi erano spenti e sofferenti, la voce emetteva gemiti ad ogni botta che il signore le dava.
Il signore... era Vance, colui che insieme al re collaborava a rendere quel paese uno schifo.

Margaret disse con un filo di voce:

-S-signore, vi prego, basta, farò tutto quello che volete però smettetela.-

-Bene, la mettiamo così allora; farai tutto quello che ti dirò?-

-Sì, Vance-

-Ucciderai Diana?-

La voce di Margaret si bloccò, Vance allora, in modo veloce prese il pugnale, tenendolo stretto, dicendole:

-Se ti dico di prendere questo cazzo di pugnale, uscire da questa fottuta stanza è ammazzare quella puttana lo farai?-

-Sì, Vance.-

-Bene, muovi il culo e vai allora, stronza.-

Vance slegò le catena dai polsi di Margaret, le porse il pugnale, guardandola negli occhi, sorridendo, e in modo furtivo uscì dalla stanza, attraverso una porta secondaria...

...Diana, aveva ascoltato tutto, in modo nitido. Cercò di indietreggiare alla vista dell'apertura della serratura, ma i sui arti erano bloccati, i suoi occhi sgranati.

Margaret uscì dalla stanza. Alzò lo sguardo, vide chiaramente Diana, cominciò a tremare, non se lo aspettava.

-Margaret, tutto bene?-

-Io non voglio ucciderti, io non volevo tutto questo. Sono inutile, imperfetta- la donna cominciò a singhiozzare -Dovevo essere io la strega, non tu, ma non ero superlativa come Orchid voleva, perché lei invece lo è. In realtà non so nemmeno perché io ti abbia salvato, in ogni caso tu ed Orchid dovete scappare e bruciare questa prigione.-

-Tu verrai con noi, che ti piaccia o no!- Diana alzò la voce avvicinandosi a Margaret

-Scordatelo, ora lasciami morire, da sola, finalmente la mia anima potrà essere libera. Da Vance e Orchid.-

-Margaret no, non farlo. Nessuno è perfetto.-

-Smettila! Non dire queste cazzate. Ora vattene, prima che ti trovino.-

Diana se ne andò, consapevole che quella era l'ultima volta che avrebbe visto Margaret, voleva abbracciarla,  ma ormai era troppo tardi.

Margaret notò che il suo vestito bianco aveva al livello dell'addome una macchia di sangue, dopo poco cominciò a sentire un dolore lancinante, sentiva che qualcosa doveva sviscerarsi, era forse lo stomaco?

Aveva ancora il pugnale saldo tra le mani. È la testa così pesante dalla paura ed il dolore. Non voleva aspettare di venire uccisa da Vance o dalle fiamme, voleva farla finita qui, ed ora.

I suoi occhi guardarono fissi la lama affilata, al resto ci pensarono le mani, che spinsero il pugnale nella gola.

Cadde a peso morto, emanando un gemito, il suo vestito era leggero, i capelli spettinati, la pelle era sporca. Margaret era immersa nel sangue.

La sua anima era libera, ma colma di rabbia e tristezza.


Ciaoo, come state? Spero bene. Vi è piaciuto questo capitolo? Spero di sì 😭😭. Sono contenta che mi staste supportando molto. Ci vediamo al prossimo capitolo

Con tanto affetto 🫶🏻🫶🏻

-Silvia🌺🥀

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