Thomas' povLa notte passò, era stata abbastanza ambigua.
Sognai, dopo tanto tempo che non mi capitava.
Era un sogno semplice: C'eravamo io e Diana, in uno spazio nero, cupo, un'eterna oscurità.
Lei teneva in mano una candela spenta, che accese grazie ai suoi poteri. A quanto pare teneva a cuore quella candela.
Il tempo lo passavamo a parlare, danzare, ascoltare il soave canto di Diana.
Ricordavo in modo nitido ogni singola nota che ella intonava, come una ninna nanna.
Ad un certo punto, il suo canticchiare, si fece da un "giorno" all'altro sempre più debole.
Diana diventò sempre più silenziosa.
La candela che portava sempre con sé cominciò a spegnersi, lentamente.
La luce che Diana teneva sempre in vita ora non c'era più.
Il suo viso, che una volta era spensierato ora era apatico, spento.
Come la candela che portava sempre, quest'ultima rappresentava la sua anima, i suoi sentimenti.
Diana, non proferiva più parola con me.
Provavo e riprovavo,
ma nulla.
Poi mi svegliai, avevo capito una cosa: non voleva più fidarsi di me a causa di tutte quelle persone che l'avevano maltrattata in passato.
E come biasimarla.
Non si sentiva libera, al contrario, era in una gabbia.
La dovevo salvare, lei mi piaceva molto, anche se non sapevo bene perché.
Non sapevo cosa ci fosse tra noi due, che in qualche modo poteva unirci.
Dopo aver riflettuto sui miei sentimenti, mi alzai, e andai fuori, a fare una passeggiata.
Filipe era già sveglio, come Benjamin, stavano parlando.
-Thomas, vieni qui, per favore. -
Tenevo le mani in tasca, volevo apparire tranquillo, anche se non lo ero.
Avevo molta paura per Isabella,
e se Filipe avesse ragione?
Dovevamo solo sperare.
Benjamin si rivolse a me, con sguardo concentrato, le sopracciglia corrucciate e le dita appoggiate sul mento mi disse:
- Io e Filipe dobbiamo rimanere di guardia fuori dall'entrata secondaria. dove è molto facile accedervi. -
- Va bene, al resto ci penseremo io e Diana. -
- A proposito svegliala. Prima che ci sia troppa luce. A quest'ora il palazzo è più vulnerabile, la porta secondaria è nascosta bene, ma io so perfettamente come fatto il palazzo, ci sono andato moltissime volte da piccolo con mio padre. -
- Ora vado a svegliarla, con permesso. -
Entrai nuovamente nella tenda, accesi una candela per fare un po' di luce, mi avvicinai a Diana, che sembrava dormire profondamente, i suoi capelli erano disordinati con delle onde definite, il suo ramato, che aveva prevalentemente riflessi rossi, era incantevole, aveva ancora delle cicatrici, e il viso stanco come la sua stessa anima tormentata.
- Diana, è ora di andare- le sussurrai dolcemente, come per confortarla-
Diana sbadigliò e aprì lentamente gli occhi, le sue guance appena ella mi vide arrossirono, e lei con voce un po' nasale mi disse:
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Death is Life
Fantasy> 1570, presso Waldheim am fluss: Diana è l'unica figlia femmina della famiglia Boneflare, una casata vicina alla famiglia reale. Sin dalla sua infanzia, Diana è stata maltrattata e abusata, purtroppo anche dai suoi stessi familiari. Il principe...