CAPITOLO 10

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Rientrai nel salone attraverso la vetrata che affacciava sul grande giardino facendo lo slalom tra le persone.

<< Tienimi lontano da Sofia, o giuro che questa e la volta buona che la strangolo>> affermai avvicinandomi a Stella, che era seduta sul divano a parlare con Lara.

<< Che ha fatto?>> chiese annoiata mia sorella.

<< é venuta, questo non basta?>> dissi provocando la risata di Stella.

Mi guardai intorno scrutando la marasma di gente elegantemente vestita intenta a portare avanti conversazioni su udienze e leggi approvate dalla camera dei deputati, una più noiosa dell'altra.

<< Ah, prima Damiano ti cercava>> disse Lara guardando tra la folla.

<< Ah cavolo, non l'ho ancora visto>> dissi sporgendomi per cercare il ragazzo alto e bruno.

<< Non ha un concerto a New work domani?>> chiese Stella confusa.

<< Sai com'è mia madre, nessuno gli può dire di no>> dissi stanco della confusione.

<< Vado a prendere qualcosa da bere>> dissi alle due ragazze per poi incamminarmi verso il Barman che si trovava in cucina, ma non feci in tempo a fare un metro che sentì una vocina urlare.

<< ziooo>> non feci in tempo a girarmi che sentì qualcosa attaccarsi alle mie gambe.

<< Ma guarda qui, un mostriciattolo>> dissi prendendo in braccio il bambino che mi si era attaccato alle gambe incominciando a fargli il solletico.

Il piccolo bambino incominciò a ridere di gusto cercando di scacciare via la mia mano.

<< Ma quanto sei cresciuto? Tra un po non riuscirò più a prenderti in braccio.>> dissi guardando quei occhioni castani.

<<andiamo a giocare>> disse eccitato Luca aggrappandosi al collo della mia giacca.

<< Ma tu vuoi sempre giocare...Ma la mamma dov'è?>> chiesi al bimbo di quattro anni.

Girò la testolina e indicò la donna giovane appena entrata dalla porta d'ingresso. Indossava un abito color prugna lungo fino a terra con uno spacco sulla gamba. Si stava guardando in giro, probabilmente per cercare il bambino pestifero che avevo in braccio.

<< Sei di nuovo scappato da mamma?>> gli chiesi fingendomi arrabbiato.

Luca incomincio a scuotere prepotentemente la testa in segno di negazione e cercò di fermare di nuovo la mia mano appena ripresi a fargli il solletico.

<< eccoti qui, quante volte ti ho detto di non allontanarti>> disse mia sorella maggiore verso il figlio.

<< Ciao Nico...Giacca di mamma?>> chiese Ginevra guardando il completo che mi stringeva.

<< Ti pare che quella donna mi lasci vestire con cose che non sono " Cristina Ortega"?>> dissi a mia sorella facendola ridere.

<< Perfetto, ecco...Luca, amore mio, stai attento a non sporcare la giacca di zio, non vogliamo che la nonna ci uccida vero?>> disse Ginevra spostando i piedini del bambino.

Si guardò intorno, probabilmente alla ricerca dei nostri genitori.

<<Sai dove sono mamma e papà>> chiese.

<< Dovrebbero essere fuori, ma ti consiglio di aspettare, c'era anche la nonna>> dissi provocando una smorfia sul volto di Ginevra.

Quella donna ci aveva fatto passare le pene dell'infermo, era la classica donna di inizio novecento, mi ricordo ancora le lezioni di buone maniere a casa sua, un vero strazio. Era stata una nonna molto severa, soprattutto con Ginevra, e questa cosa non si era placata con il tempo, non scherziamo, un bambino fuori dal matrimonio, non era una cosa che una donna di buone maniere poteva pensare di fare.

TU ED IODove le storie prendono vita. Scoprilo ora