CAPITOLO 15

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<< Vuoi dirmi cosa sta succedendo?>> la voce di Stella risuonò all'interno del bagno del locale. Avevamo appena finito di mangiare e l'unica cosa a cui avevo pensato era cosa avrei messo alla ragazza che in quel momento era intenta a fare avanti e indietro all'interno del bagno, dopo essersi assicurata che non ci fosse nessun altro al sui interno.

Appena tornato al tavolo ed essermi ripreso il telefono le vedo chiesto di portare pazienza almeno fino alla fine del pranzo, che tutti e due passammo in silenzio, intenti a mangiare il cibo che avevamo davanti.

Appena finito mi aveva trascinato di nuovo in bagno, forse pensando fosse il posto più appartato che saremmo riusciti a trovare da quel momento dino alla sera.

Mi appoggiai con la schiena al lavandino e incrociai le braccia, pensando ancora una volta a come formulare un discorso di senso compiuto; ma alla fine le parole uscirono dalla mia bocca formando un insieme di informazioni che resero Stella ancora più intontita di prima.

In quel momento era in piedi, davanti a me, intenta a fissarmi probabilmente senza avere qualcosa da dire.

<< Beh, l'hai detto ai tuoi?>> chiese piano. Nella sua voce riuscii a captare una nota di speranza verso la mia risposta.

<< Stella, cosa dovrei dirli? Che uno mi fotografa e mi manda le foto? Non so chi sia, non so perché lo faccia e non so neanche quale sia il suo obbiettivo>> dissi girandomi verso il lavandino. Aprii l'acqua e passai le mani sotto il getto freddo.

<< Ti rendi conto che qualcuno ti sta seguendo? Cazzo nico è venuto fin qui; ti ha fotografato persino fuori dal locale>> disse facendo riferimento alla foto che ritraeva me, inginocchiato ad allacciarmi le scarpe.

<< Abbassa la voce, vuoi che sentano anche gli alberi fuori?>> alzai lo sguardo, guardandola dallo specchio davanti a me.

<< Sicuro è uno studente della nostra università, capisci però che non ho niente su cui basarmi>> dissi dirigendomi verso l'asciugamano.

<< Stai aspettando che ti entri in casa o peggio?>> chiese Stella incominciando a gesticolare. Era evidentemente allarmata dalla situazione, e lo ero anche io, ma d'altro canto non avevo la minima idea di chi fosse questo tizio, e in qualche modo speravo che facesse qualcosa che mi permettesse di capire le sue intenzioni e la sua identità.

<< sto solo cercando di avere qualcosa in mano prima di sbandierarlo ai quattro venti. Stai tranquilla, quando sarà il momento lo dirò io stesso ai miei genitori e vedremo il da farsi, ma fino a quando non so almeno chi sia questo tizio non ho intenzione di farli preoccupare>> dissi mettendogli le mani sulle spalle.

Era preoccupata, conoscevo quello sguardo fin da piccolo.

<< Almeno dillo a Matteo o a uno dei tuoi fratelli..>> mi incitò.

<< Vale lo stesso discorso per loro, e poi figurati se Matteo perde tempo con me>> dissi prendendola a braccetto per poi dirigermi fuori dal bagno, per raggiungere gli altri che intanto erano usciti dal locale.

<< Siete vivi>> esultò Giacomo al nostro arrivo.

Ci unimmo al gruppo e ci incamminammo verso il centro storico della città, dove si trovavano i vari negozietti dove si poteva acquistare la qualunque.

<< Adesso ho un altro problema da risolvere...>> dissi a bassa voce nell'orecchio di Stella.

<< Mi serve qualche minuto con Tommaso>> continuai il discorso, facendo finalmente allargare un sorrisetto sul volto di Stella.

TU ED IODove le storie prendono vita. Scoprilo ora