capitolo 18

11 1 0
                                    


Camminavo poco più in dietro di Tommaso, con lo sguardo basso, assorto nei miei pensieri, incerto sul da farsi.

Eravamo appena stai in bagno, dove si era ripulito dall'inchiostro, e in quel momento stavamo passeggiando guardando le vetrine dei vari negozi.

Ogni volta che mi trovavo vicino a quel ragazzo il mio corpo non rispondeva più, come se fosse attirato da una calamita. Anche se razionalmente sapevo che non sarebbe mai potuto succedere niente, era come se al mio stomaco non importasse, ogni volta che avevo Tommaso intorno lo sentivo contorcersi, e la mia pelle non vedeva l'ora di un suo tocco.

Feci un respiro profondo, per poi alzare lo sguardo ed allungare il passo per fiancheggiare Tommy.

<< Che devi prendere?>> dissi schiarendomi la voce.

<< Un regalo per mia madre>> mi rispose fermandosi davanti ad una vetrina di una gioielleria.

<< compleanno?>> chiesi fissando lo sguardo sulla collana che stava guardando.

<< Si, ma non sono molto bravo a fare i regali>> corrugò la fronte davanti all'ampia scelta del negozio.

Entrammo dalla porta in vetro e facemmo un giro per gli espositori illuminati pieni di collane, bracciali ed anelli.

<< Questi sono molto carini>> lo chiamai per fargli vedere i due orecchini pendenti, molto semplici e raffinati.

<< Sono molto da tua madre>> dissi ripensando alla bella signora della porta accanto.

<< Dici?>> chiese dubbioso avvicinandosi alla vetrinetta per osservarli meglio.

Feci un si convinto con la testa, per poi sentire il mio telefono squillare da dentro la tasca dei jeans.

Presi il telefono in mano e risposi alla chiamata allontanandomi un po per non disturbarlo nella sua importante scelta.

<< Hey Leo, dimmi>> risposi con enfasi a mio fratello uscendo dal negozio.

<<piccoletto hai un nuovo ragazzo?>> disse con un tono serio.

<< Che?>> per quasi non caddi per terra per quella domanda tanto inaspettata quanto strana.

<< Com'è che sono sempre l'ultimo a sapere le cose?>> sentì la sua voce dal telefono, ma anche alla mia destra.

Mi girai di scatto e vidi Leonardo, in piedi con due buste in una mano e il telefono appoggiato all'orecchio nell'altra.

Boccheggiai non credendo ai miei occhi per qualche secondo, per poi saltargli addosso abbracciandolo.

<<Che ci fai qui?>>dissi sorridendogli dopo essermi staccato dall'abbraccio.

Quel fratello degenere non tornava a casa da tre mesi, e nell'ultima telefonava ci aveva detto che non sarebbe venuto prima di natale.

<< Questa volta è una visita un po più lunga>> disse infilando il telefono in tasca.

<< Fatto, alla fine ho preso quello che hai dett..>> sentii la voce di Tommaso dietro di me fermarsi.

<< Hey ragazzo nuovo>> disse Leonardo con fare sospetto, per poi porgergli la mano.

<<Leo....lui è Tommaso....un'amico di Matteo>> dissi rosso in faccia. Una cosa era certa, appena arrivati a casa avrei avuto un fratello in meno.

<< Tommy....lui è mio fratello>> dissi velocemente non avendo il coraggio di guardarlo in faccia.

<< Oh, Piacere>> rispose Tommaso al saluto di mio fratello stringendogli la mano.

<< Tommy?....stavolta il tuo ragazzo è un amico di Matteo?>> disse Leo stringendo la mano del ragazzo davanti a noi.

<< Leo, ti prego, non è il mio ragazzo>> farfugliai prendendo le loro mani cercando di separarle. Se mai esistesse un girone dell'inferno per chi è morto di vergogna, mi ero appena assicurato il posto in prima fila.

<< Beh, ha ragione, in questo momento non sono il suo ragazzo>> disse Tommaso lasciando andare la mano di mio fratello.

<< Sentito? Il questo momento non è il mio Ragazz...>> mi fermo di colpo, dopo aver capito cosa aveva effettivamente detto Tommaso solo ripetendolo.

<< Ah beh, almeno tu.....hai le palle....Mi piace>> disse Leonardo dandogli una pacca sulla spalla.

Cosa cazzo era appena successo?

******************************

<< e dai, volevo farmi quattro risate>> disse Leonardo, mentre aveva tra le mani il volante della sua macchina.

Ero seduto a lato passeggero, mentre fissavo qualunque cosa ci fosse fuori dal finestrino, piuttosto che rivolgergli parola.

Avevamo appena salutato Tommaso al centro commerciale, dato che doveva fare altri giri, e noi eravamo diretti all'ufficio di mia madre, dato che dovevo portargli ancora quei documenti.

<< Tommy si sarà imbarazzato?>> disse scimmiottando il diminutivo che avevo usato.

<< Tu brutto...>> sbottai girandomi verso di lui per lanciargli una sberla sulla spalla.

Quel gesto portò solo una fragorosa risata di Leonardo, mentre era intendo a parcheggiare nel parcheggio sotterraneo dell'edificio in cui si trovavano gli uffici e l'atelier di nostra madre.

<< Devo dire che i tuoi gusti sono finalmente migliorati però>> disse scendendo dalla macchina. Io feci lo stesso.

<< La vuoi smettere?>> sbottai esausto da quella conversazione.

<< Chissà cosa ne pensa mamma>> cinguettò avvicinandosi agli ascensori.

<< Ascoltami bene, non osare fare anche solo una battutina davanti a mamma, se non vuoi che sappia chi è stato a fare quell'ammaccatura alla sua macchina due anni fa>> dissi puntandogli il dito contro.

Boccheggiò per un attimo.

<< Non oseresti mai>> disse assottigliando lo sguardo.

<< Davvero Leo? osi sfidarmi?>> replicai facendo lo stesso.

Non ci mettemmo molto ad entrare negli uffici, dopo essere passati dalla sicurezza ci dirigemmo verso la sala dove si trovavano tutte le scrivanie dei dipendenti, alla ricerca di nostra madre.

<< Nico, Leo>> ci sentimmo chiamare , per poi vedere l'assistente di nostra madre venire verso di noi.

<< Hey Michelle>> la salutai sorridendole.

<< Cercate Cristina? In questo momento è in riunione, se è una cosa urgente vado a chiamarla>> disse la donna davanti a noi in tailleur.

<< Oh non c'è bisogno, dobbiamo solo consegnare questi documenti, se li è dimenticati stamattina>> dissi porgendole il plico di fogli.

<< Ah perfetto allora glieli porto io>> disse sorridendoci.

La salutammo velocemente per poi tornare verso gli ascensori.

<< Hai bisogno di sali?>> dissi scimmiottando a mio fratello facendogli aria con la mano.

Aveva sempre avuto una cotta per Michelle, ma non aveva mai avuto il coraggio di buttarsi.

<< Cretino>> disse chiamando insistentemente l'ascensore premendo il bottone.

Risi di gusto dopo aver allontanato la mia mano dal suo viso.

TU ED IODove le storie prendono vita. Scoprilo ora