Prologo

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Londra 1709

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Londra 1709.

Una settimana prima di quella mattina, Emma, festeggiò il suo diciottesimo compleanno nel palazzo in cui risiedeva, nel cuore di Londra. Il palazzo si chiamava "La chanson", i suoi genitori decisero di chiamarlo così in memoria delle origini della madre. Erano una famiglia molto unita, ma un giorno suo fratello sparì e non tornò più, i suoi genitori davano la colpa alla famiglia reale, in particolare alla regina Anna. I suoi genitori, così, iniziarono a pianificare qualcosa per spodestare dal trono la regina e prenderne il possesso, ma non andò come speravano.

Sentì bussare insistentemente e forte nella porta, si allarmò e chiese cosa stava succedendo ma non ottenne risposta. I suoi genitori si stringevano forte le mani come se quel contatto desse loro la forza e si guardavano preoccupati.

- Il palazzo...il palazzo va a fuoco.- sentì una domestica tossire e la vide reggersi su un tavolino, la raggiunse in fretta e la fece sedere. -Signorina la prego non si scomodi per me.- disse l'anziana signora, priva di forze, Emma le portò un pezzo di stoffa imbevuto di acqua e le bagnò il viso.

- Ditemi che sta succedendo ve ne prego.- disse Emma, implorandola. - Il palazzo...- tossì.- Il palazzo va a fuoco , le guardie reali di sua maestà hanno incendiato le pire di legno e il fuoco si sta espandendo sempre di più.

Era perplessa. Perché la regina Anna aveva ordinato alle guardie di andare nel loro palazzo? Emma non aveva mai dubitato della sincera amicizia che lei riservava alla madre ma se ci pensava in quel momento non riusciva a capacitarsi di una simile affermazione. Avrebbe dovuto dubitare della regina? L'aveva sempre trattata come una figlia e quando sua mamma le diede la notizia che era incinta un'altra volta e che molto probabilmente sarebbe stata una femmina, la regina era elettrizzata, il giorno aveva formulato una frase: "faremo sposare i nostri figli". Un gruppo di guardie reali entrò dentro la casa e un paio la presero, gli altri andarono dai genitori. Cercava di liberarsi, scalciava, si dimenava, urlava e piangeva ma non mollavano la presa. La caricarono su una carrozza lasciando il palazzo e Londra. La mattina dopo arrivò in un paese a lei sconosciuto, le persone che passavano la guardavano come se fosse un'assassina.

- Questo è il prezzo che si paga per aver cospirato contro la famiglia reale, giovane lady.- disse una guardia

- Come scusi? E la mia famiglia che c'entra con tutto questo?- Infuriata era un eufemismo, era imbestialita. La sua famiglia non era cospiratrice, non ne avrebbe avuto ragione, ma i loro sguardi preoccupati...era come se stessero aspettando quel momento da tempo.

- Dove avete portato i miei genitori?- disse alzando la voce.

- Adesso credo siano sotto terra.- disse ridendo, ma dopo un pò si ricompose. - So che la regina ha ordinato di giustiziarli durante le prime luci dell'alba.

- E adesso dove siamo diretti?

- Al castello del lord Howard, vi sistemerete là e lavorerete al suo servizio.

Questo era troppo,rossa in viso, puntò un dito nel suo petto e scese dalla carrozza.

- Non potete farmi questo, che c'entro io? Preferisco dormire in un  misero fienile che sottostare ai loro vizi.- disse urlando, si girò e iniziò a camminare senza una meta.

- Per vostra informazione lady Hyde quella è la strada giusta per andare al castello.- urlò la giovane guardia, si girò e tornò da lui. -Siete vispo, sicuro che non vi serva un calmante? Di questo passo farete ridere i passanti con le vostre affermazioni.

Salì di nuovo nella carrozza, era stanca di viaggiare e non aveva la minima forza per ribellarsi. Mezz'ora dopo erano in una via fuori dalle vie abitate di Oxford, sicuramente era la zona dove vivevano le famiglie nobili, lontano dagli altri palazzi c'era un cancello che portava a un giardino e infine c'era il famoso castello di Howard.

- Scendete e dimenticate il vostro titolo e le vostre ricchezze Emma Hyde, da questo momento siete solo la figlia di due traditori.

Varcò la soglia della porta e si preparò a vivere la sua nuova vita.

Il tempo del riscatto #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora