Capitolo 11

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Emma sedeva su un vano nell'estremità della stanza, leggendo un libro e guardando il paesaggio che si presentava oltre la finestra

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Emma sedeva su un vano nell'estremità della stanza, leggendo un libro e guardando il paesaggio che si presentava oltre la finestra. L'autunno stava arrivando e le foglie secche iniziavano a cadere dagli alberi. Negli ultimi giorni aveva sul viso un'espressione malinconica, come darle torto. Suo marito la tranquillizzò.

-Avremo tempo.- diceva, ma neanche lui ne era convinto. Avevano tempo, si. Ma non in quel momento, ma secondo lui c'era anche un metodo per riuscire a liberarsi della minaccia, almeno finché qualcuno non gli avrebbe detto che non era tutta opera di Jane.- Non diremo niente della futura gravidanza.- disse e si fermò per formulare bene l'idea.- Diremo che è nato più tardi del previsto e niente dell'aborto.

-Mi stai facendo capire che dovremo mentire? Un'altra volta?- chiese Emma esasperata.

-Lo facciamo per una buona causa, in cuor nostro sappiamo cos'è successo realmente.

-Credo lo sappia anche tua sorella.- disse lei sottovoce. Dopo quel breve colloquio con Eric lei non volle più parlare dell'accaduto. Giacevano ogni notte insieme ma Emma non sembrava veramente convinta dell'idea. Non era una buona idea ma non era neanche brutta, solo una cosa le attanagliava la mente: avrebbe dovuto dirlo a sua nonna? Amelie Rousseau all'apparenza era un'aggraziata anziana ma nel suo animo riusciva ad essere crudele. E di questo Emma ne era certa, ma era anche certa che sua nonna era diventata così dopo essersi sposata con suo nonno. La loro famiglia era quella più vicina alla famiglia reale e passavano parecchio tempo insieme e ovviamente le altre famiglie nobili erano gelose, ma suo nonno fece in modo che stettero zitti e sua nonna con il passare degli anni imparò ad essere cinica come lui. E c'è d'aggiungere che Amelie Rousseau era una tipa radicale e odiava gli inglesi da quando le raccontarono, quando era ancora un'infante, che Henry VIII dichiarò guerra alla Francia, in quei tempi regnava il re Francis dei Valois. Emma chiuse il libro esasperata, provocando un tonfo. Sua nonna avrebbe fatto uccidere tutta la famiglia degli Hilliard se avesse saputo dell'accaduto, era meglio tacere. Rimise il libro nella libreria e fece per tornare nella sua camera ma qualcuno le arpionò il braccio e dovette star ferma.

-Sta facendo una bella giornata, ti andrebbe di uscire a fare una passeggiata?- le chiese Eric indugiando sul da farsi.

-Voglio andarci con la carrozza, mi sentirei più a mio agio.- gli rispose Emma cercando di essere il più convincente possibile.

-Come voi comandate, madmoiselle- le disse Eric ghignando.

-Madame, merci. Eric fatti una cultura e non ascoltare ciò che i tuoi amici dicono alle belle signorine per arpionarle a loro.- disse alzando gli occhi al cielo e sbuffando mentre Eric rimuginava sulle parole appena dette. Avevano scelto la carrozza appena acquistata e Emma si meravigliò di tale bellezza.

-Questo è un modello tedesco.- disse Eric guardando il suo volto meravigliato.- Ho fatto apportare però alcune modifiche da un architetto francese.- Emma toccò le rifiniture sporgenti d'oro e si fermò ad ammirare l'interno della carrozza.- E il nostro cocchiere riuscirà a controllare due cavalli?- chiese lei preoccupata.

-Il cocchiere dovrebbe riuscire controllare anche dieci cavalli.- rispose lui acido. Emma si girò verso lui e lo guardò male.

-Il nostro cocchiere non riusciva controllare nemmeno un cavallo.- rispose lei retorica.- Infatti nelle nostre scuderie c'erano i pony, mentre i cavalli grandi li usavamo io e Edward.

-E i tuoi genitori?- chiese lui dubbioso. Immaginava la grande famiglia degli Hyde come delle persone superficiali che riservavano la loro vita solo agli affari.

-I miei genitori odiavano andare a cavallo.- rispose lei indignata.- Mia madre non c'era quasi mai nel palazzo, era sempre nella corte di Sua Maestà o nei castelli delle altre duchesse o contesse. I marchesi per lei erano come i popolani.- disse assente.- Se ci fosse ancora le avrei fatto notare che i marchesi sono più stupidi di noi.- continuò ridendo e asciugandosi le lacrime.- I marchesi che prendono il titolo di duca è una novità e mia madre era incline alle novità. E mio fratello...bè Edward era come mia nonna Amelie e mio nonno. L'avrebbe fatta pagare, anche da morto.- disse mentre faceva un giro per tutta la carrozza e quando finì di parlare si mise di fronte a suo marito. Salirono nella carrozza e il cocchiere li raggiunse correndo dopo che misero i cavalli.

Fecero un breve tragitto per le campagne di York. Emma vide i contadini arare le terre e i bambini piccoli saltellavano e giocavano felici. Le ragazzine invece si dirigevano in un altro campo a prendere il raccolto con le ceste di vimini. Vide delle donne accarezzarsi la pancia sporgente per la gravidanza e istintivamente si portò una mano nel ventre. Ce la faremo, gli darò un figlio. Pensò e si girò a guardarlo, Eric era assorto nei suoi pensieri. Chissà a cosa sta pensando, quello che sto pensando io? Si chiese ma non ne sembrò convinta, Eric si girò a guardarla e come se avesse intuito quello che stava pensando Emma disse: -ce la faremo. E ne sembro convinto. -E scoprirò chi ha causato l'aborto, in un modo o nell'altro.- concluse.



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