Capitolo 8

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3 mesi dopo

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3 mesi dopo. 

Nel nuovo palazzo degli Hilliard si festeggiava, come era solito fare. Emma era seduta affianco a sua nonna disgustata da ciò che vedeva, era stata obbligata da Eric a prendere parte a quella festa e non voleva farlo adirare. Sua nonna tre mesi prima diede la benedizione a Eric di prendere in sposa la nipote e la stessa regina Anna vedendo i sorrisi, falsi, di Emma gli diede il titolo di duca di Winchilsea e Nottingham e questo le fece salire la collera. Il matrimonio fu celebrato nella cattedrale di San Paolo; prima e durante il matrimonio loro due si parlarono poco e niente e a lei andava bene. Sebbene non le andasse bene condividere il talamo nuziale, ma non era la cosa peggiore. Christine sedeva affianco a lei con una bambolina di pezza in mano, Jane la fulminava con gli occhi e a volte le dava alcuni colpetti nelle mani per smettere di giocare. " Patetico" pensava Emma mentre guardava con la codia dell'occhio cosa faceva Jane. Stanca si alzò da una sedia e si diresse nella sua stanza. In quel lato non si sentiva nessun rumore e poteva stare tranquilla, prese il libro che aveva lasciato appoggiato nel tavolino di fronte alla finestra e si mise la leggere. Il leggero bussare della porta fece distogliere i suoi occhi dal libro e guardò la porta, dopo un pò andò ad aprire e trovò Eric.

-Che ci fai qui, Emma?- disse Eric mentre appoggiava la sua giacca in una sedia.

-Sono stanca, non me la sentivo più di rimanere.

-Emma sei solo incinta. Non puoi vivere la gravidanza così.- disse con noncuranza appoggiando la sua mano nel suo ventre. Lei gli tirò uno schiaffo e andò a sedersi nel letto.

-Sono solo incinta? Oh per piacere. Tutto questo è ridicolo.

-Dormi per piacere, ne parleremo domani- disse assonnato e sbadigliò, lei le lanciò la giacca e aprì la porta

-Vai fuori, farabutto.- lui si alzò, la prese per i fianchi e la buttò sul letto, uscì e chiuse la porta dietro di se.

Il giorno dopo Emma si alzò con gli occhi gonfi dal pianto e la faccia di chi non ha preso sonno, Eric era seduto sulla sedia e si teneva la testa con la mano e il braccio sorretto dal tavolino, addormentato. Lei lo scosse un pò per svegliarlo. "Suvvia, svegliati." pensava Emma angosciata.

-Vostra grazia, la colazione è pronta.- disse una serva che era entrata nella stanza. Emma lasciò stare Eric e si rivolse alla serva. - Sveglialo se ci riesci e comunicagli quello che mi hai detto. Io non ce la faccio.- disse lei con il fiatone. Era pallida e sembrava malaticcia, il vestito sembrava starle stretto e provò ad allargarlo. Poco dopo la raggiunse Eric all'inizio di una scalinata e la prese a braccetto.

-Hai bisogno di aiuto, Emma. Non riesci a camminare.- le disse gentilmente, lo guardò per qualche secondo e poi annui, aveva seriamente bisogno di aiuto. Scesero nel piano inferiore dove li attendevano la loro famiglia mentre facevano colazione.

-Potevate aspettarci.- disse Eric bruscamente. Tutti lo guardavano e fu Jane a prendere parola per prima.

-Voi non arrivavate, fratello.- lui la guardò torvo e aiuto Emma a sedersi, successivamente si sedette anche lui affianco a sua moglie.

Il tempo del riscatto #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora