Capitolo 5

275 15 0
                                    

Scrissi a mia nonna e le raccontai tutto quello mi era successo a partire dall'incendio della mia amata casa. Mi mancava, stavo pensando di farla ricostruire ma non avrebbe mai avuto la stessa bellezza di quando c'erano i miei genitori. Tutti quegli affreschi nei muri e nei soffitti, il pianoforte di mia madre, il nostro giardino nel retro del palazzo. Tutto perso. Non era rimasto niente, hanno lasciato bruciare ogni singolo oggetto, ogni singolo indumento appartenente ai miei genitori e io? Ero una pedina. Mi hanno mandata a Oxford solo per controllare Jane Hilliard ma almeno non ero ritenuta traditrice. Erano giorni che la mia mente non mi dava pace, ogni volta mi davo dell'incosciente, sono stata impulsiva? Ho afferrato un occasione, sono stata impulsiva ma sono stata ripagata. Henry era tornato da Londra e mi ha parlato della mia casa.

- Sembra una casa centenaria, sta cadendo letteralmente a pezzi, Emma.

- Ovvio. Ci hanno appiccato il fuoco.- Gli risposi retorica.

La nostra conversazione finì così. Mi alzai indignata e mi rinchiusi in camera. Avrei voluto piangere ma non ci riuscivo. Non dopo tutto quello che era successo. Non volevo e non potevo permettermi di piangere, non é da me. Ero irrequieta e avevo paura che il padre di Edward non avrebbe accettato la nostra unione. Se mia madre ci sarebbe stata mi avrebbe ammonita. Sprecare la propria vita, ma soprattutto donare la cosa più preziosa che la donna possiede solo per un patto? Sono cresciuta con la convinzione che l'amore esista, che sbocci in uno sguardo, ma non è così. L'amore esiste, si costruisce, imparando a vivere con il proprio consorte, con l'interesse comune per i figli, credo solo in questo.

- Emma, il pranzo è stato servito. I signori ti aspettano.- Disse Lucy dalla porta. Aprì la porta e andai nella sala da pranzo. Jane mi fissava irritata e feci un sorriso sghembo, per non ridere. Mi stavo per sedere quando venni fermata.

- Lady Hyde deve avere l'onore di sedere a capotavola.

- Parli di onore, fratello? Ma non farmi ridere.- Disse Jane bruscamente.

- Ragazzina non parlare a tuo fratello in questo modo.- Disse un uomo anziano, era sicuramente Stephan Hilliard.

- Scusate padre.- Disse Jane abbassando la testa. Mi accomodai nella sedia a capotavola, di fronte ad Henry. Portarono le pietanze, era tutto squisito. Cucinavano benissimo, meglio dei cuochi che c'erano a "La chanson". Eric a volte mi guardava e sorrideva, poi parlava con suo padre. Stanca di tutto ciò decisi di andarmene.

- Scusate, devo sbrigare alcune faccende private. Con permesso.

- Che faccende, Lady Hyde? Non avete più niente.- Disse Jane ridacchiando. Mi girai dalla sua parte infuriata

- Ripeti.- Dissi autoritaria. - Ti sto dando un ordine.- Urlai. Mi avvicinai a lei e le diedi uno schiaffo. - Potrei farti giustiziare e potrei dare l'ordine di far recapitare alla tua famiglia la tua testa. Dimmi ora, lo vorresti?- Dissi in un sussurro avvelenato

- N-no, altezza. Mi morderò la lingua la prossima volta.- Disse guardando il pavimento e balbettando. Mi allontanai e a grandi passi andai nella mia camera. Sentì qualcuno aprire e sbattere la porta della mia camera.

- Sei impazzita per caso?- Disse Henry.

- Cosa? Stai scherzando vero? Ha osato trattarmi come una poveraccia.- Mi difesi

- Non ha deciso lei di sposarsi con uno sconosciuto per avere dei soldi.- Ulrò accusandomi, urlai anche io. - Ed è per questo che fai così, vero? Credi che io abbia scelta?

- Ce l'hai dannazione! Ce l'hai sempre avuta.-

- Non è come pensi, Henry.- Dissi supplicandolo con le lacrime agli occhi. - Ti prego.- Sussurrai.

Appoggiò una lettera in un tavolino e mi guardò negli occhi.

- Sarei disposto a lasciare mia moglie per te.

- Tutti la lascerebbero, è sfacciata.

- Ti prego. Non farlo.- Sussurrò con le lacrime agli occhi

- Perché non dovrei sposarmi?

- Per amore. Ti prego.

- Amore? Io non ti amo Henry. Non amo lui. Imparerò ad amarlo solo per amore dei nostri figli.- Dissi impassibile

- Come fai? Spiegamelo perché io non ci riesco a capirlo.

- Non lo so neanche io.- Uscì dalla camera sbattendo nuovamente la porta lasciandomi sola.

- Che io sia maledetta.- Urlai scaraventando un candelabro al pavimento. Mi accovacciai sul letto e sentì alcune lacrime scendere nel mio viso. Avevo perso un confidente. L'unico che avevo.


Arrivato il capitolo! Domani pubblicherò l'altro capitolo. Spero che il capitolo vi piaccia e che altro dire...Emma e Henry che litigano e lui che le rivela i suoi sentimenti. Sarà vero o è solo attrazione? E la lettera che Emma non ha ancora aperto di chi sarà?

A parer mio il litigio fra Emma e Henry è stato un colpo di scena.Non mi sarei mai immaginata che succedesse fino a quando non l'ho scritto.Ma tranquilli a chi piace Henry come personaggio glielo faccio presente: POTREBBE sistemarsi tutto.  Emma è molto scontrosa nei confronti di Jane, si può dire che la odi.

Vi saluto e ci vediamo nel prossimo capitolo.



Il tempo del riscatto #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora