Capitolo 15

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Emma osservava la figura slanciata di suo fratello seduto dinanzi a lei

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Emma osservava la figura slanciata di suo fratello seduto dinanzi a lei. Nonostante tutto non credeva ad una sola parola proferita dal marito e voleva averne la certezza. Edward prese tra le mani una coppa e la riempì con del brandy.

-L'hai fatto veramente? Hai ucciso...Jane Hilliard?- proruppe con voce strozzata Emma. Lui la guardò incurante e le rispose con un'alzata di spalle.

-Ho solo fatto un favore a tutti voi, sorella- sussurrò divertito. -Inoltre stava impazzendo e quella bambina...- scosse la testa indicandola. -Sarebbe stata una sua vittima.-

Emma trattenne il respiro per una manciata di secondo e si alzò sentendosi agitata.

-Come puoi parlare di morte così...- lo indicò. -Facilmente.- lo rimbeccò.

-Senti giudicami quanto vuoi ma io sono importante per voi.- tracciò con il dito il bordo della coppa. -Io sono in una posizione neutrale.- mormorò sicuro di sé. -E so molte più cose di quanto tu possa immaginare.- si mise a ridere senza divertimento. -Perciò a te e ai tuoi amici la scelta: prendere o lasciare?- la sfidò e alzò un angolo delle labbra per fare un ghigno.

***

Fu svegliato con una secchiata d'acqua fredda in testa e si trovò legato ad una sedia. La stanza era silenziosa e buia e non c'era traccia di una finestra. In mezzo erano situati dei pilastri in pietra e poi il nulla, sembrava esserci solo lui dentro quella stanza. La porta si spalancò ed entrò uno spiraglio di luce che gli fece strizzare gli occhi.

-Ma guardate chi è venuto a trovarci!- disse una voce melodiosa ma anche esaltata, appartenente ad una donna.

-Maledetta puttana!- gridò l'ostaggio capendo di chi si trattasse. Lei lo guardò indifferente e fece un giro intorno alla sedia in cui era seduto.

-Perché si comportano tutti cosi?- sospirò per niente colpita e fece un cenno in direzione di un uomo. -Fallo parlare. Torturalo se dovesse essere necessario.- ordinò con voce autoritaria. -Prima rispondete, caro lord, prima ve ne andrete.- si avvicinò a lui. -E ricordate: non sono mai stata misericordiosa con i miei nemici.- sussurrò al suo orecchio e si allontanò da lui. -Fallo parlare.- ricordò ed uscì dalla stanza.

***

Emma sedeva in tavola affianco ad Henry che guardava nervoso il piatto. La piccola Rose dormiva in braccio alla sua balia, seduta in un divano poco distante dal tavolo. Una guardia si precipitò nella sala da pranzo con il fiatone e visibilmente sconvolto dovuto alla corsa.

-Ebbene?- proruppe Henry freddamente. Emma si girò a guardare la guardia, ansiosa, e si alzò dalla sedia. -Parlate, per piacere.- quasi gridò, la duchessa, in preda all'agitazione.

-Non c'è traccia, vostra grazia, di vostro marito. Sembra sparito.- disse balbettando la guardia. Emma gli fece cenno con la mano di andarsene infastidita. Prese la bambina dalle mani della balia e andò nella sua stanza, dove ripose Rose dentro la sua culla. Henry entrò dentro la stanza per cercare di calmarla ma lei non ne volle sapere di calmarsi.

-Stiamo brancolando nel buio da quasi un anno e ora mio marito è scomparso.- Urlò dalla frustrazione e si sedette di peso sul letto. - Non ce la faccio più, Henry Howard.- disse in un sussurro. -Ho cercato di rispettare mio marito fin dal primo giorno in cui abbiamo condiviso il talamo, ho costruito una famiglia con lui.- disse con voce strozzata e gli occhi lucidi. -Ora mi stanno portando via tutto.- sussurrò guardando un punto indefinito dinanzi a se. -Siamo solo dei miserabili uomini che brancolano nel buio.- ripeté e rise amaramente.

-Emma...- sussurrò, Henry, ma non riuscì a terminare la frase. L' abbracciò di slancio pensando che fosse un gesto che potesse valere più delle parole.

-Vi ho amato, un tempo.- disse con voce flebile, Emma. -Non c'è mai stato spazio per l'amore nella mia vita. E questi sono i risultati.- si asciugò un paio di lacrime che erano scese e si alzò dal letto. -Mio fratello farà bene a parlare, in un modo o nell'altro.-

***

-Non ha proferito parola, signora.- disse l'uomo con voce incrinata per la paura. La donna lo guardò e fece una sorriso amaro vedendo la sua faccia sanguinante.

-Almeno hai cercato di fare qualcosa. Lasciaci soli, ci parlerò io.- ordinò la donna sicura di se. Una volta che l'uomo fu fuori dalla stanza ella estrasse un pugnale e tagliò le corde che legavano i polsi dell'ostaggio alla sedia.

-Piccolo regalo, dolce lord.- disse la donna. -Mi hanno riferito che non volete parlare, beh peggio per voi. Ma possiamo arrivare ad un compromesso: ogni volta che voi risponderete ad una domanda io dirò qualcosa su di me.-

-E secondo voi parlerò lo stesso?- chiese lui a fatica. -Mettendo così a rischio la vita della mia famiglia? Quella di mia moglie?

-Avete già risposto ad una domanda, lord Hilliard.- disse divertita la donna. -Ora risolvete questo enigma mentre io non ci sarò: sono una persona molto vicina alle vostre vite, una persona che è scomparsa apparentemente. Chi sono veramente?- chiese la donna e scoppiò a ridere facendo echeggiare ripetutamente la sua risata, anche dopo che fu andata via, che per Eric diventò asfissiante e fu motivo dei suoi incubi quella notte.

Quindi...che sta succedendo qua? Alla fine si scopre che l'ostaggio è Eric ma chi sarà la donna? Via con le supposizioni! Inoltre il fratello di Emma, Edward, ritiene di essere in una posizione neutrale...potrebbe aver collaborato con i "cattivi"?

Come sempre vi invito a votare e commentare per sapere i vostri pareri e questa volta vi invito a seguire il mio profilo su Wattpad se già non l'avete fatto perché pubblicherò avvisi sul libro (quando aggiornerò e cose del genere). E non preoccupatevi, il nuovo capitolo arriverà presto!

Il tempo del riscatto #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora