CAPITOLO 3

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VIOLET...

ENTRATI IN AULA VIDI SUBITO UN GRUPPETTO DI CHEERLEADER INTORNO AL BANCO DI TREVIS. Lanciai un occhiata allarmata ad Aria che mi stava già guardanto triste. Andammo a sederci nella penultima fila.

«Ma perchè deve fare così? Perchè prima sembra che ci tiene a me e poi flirta con tutta la scuola?» Chiese Aria amareggiata.

«Non lo so amore, non è giusto. Sta sbagliando ad atteggiarsi così ma se ne renderà contro solo quando ti perderà di quanto eri importante per lui.»

«Si certo, io importante per lui... Ma quando mai Vi! Sono sempre stata il rimpiazzo di quelle galline col fisico perfetto. Non sono mai stata la sua prima scelta. MAI. E continuerò a non esserlo. Sai anche te che non riesco a stargli lontana, è più forte di me!» Concluse esausta. Parlare di lui la faceva sempre sentire così. Lui la faceva sentire così: usata, voluta solo quando gli serviva. Nonostante ciò continuava a piacergli.

Quando il professore entrò calò il silenzio più totale nell'aula e la lezione iniziò.

«Ari, te hai capito qualcosa della lezione di fisica?»

«Seee, no. Non ho nemmeno ascoltato il professore, ero...»

«Distratta da un ragazzo?»

«Esatto!»

«E fammi indovinare, questo ragazzo si chiama Trevis?»

«Vi è più forte di me, non ce la faccio, mi piace troppo!»

«Sei un caso perso!» Le dissi scherzando.

Ci avviammo in cortile a vedere la partita di pallavolo della nostra classe. Io presi i posti e Ari decise di andare a comprare la merenda alle macchinette. Aspettai venti minuti ma non ritornava. Stavo per alzarmi per andarla a cercare quando una figura imponente mi si piazzò davanti.

«Ma mi segui?» Chiesi a lui.

«No! Mi hai scoperto!" Disse ironico con un ghigno urtante.

«Mi sembra però, che tu mi stia girando un po' troppo intorno» Dissi sfacciata.

«Certo, e te chi saresti per essere così importante?»

«Quella che ti farà il culo alla partita di pallavolo» Dissi convinta. Fino a quel momento non avevo nemmeno pensato di iscrivermi al torneo, ma avrei fatto di tutto per strappargli quel ghigno strafotttente dalla faccia.


ARIA...

Era da dieci minuti che ero in fila per prendere la merenda e l'acqua alle macchinette. Ripensai a Trevis, circondato da quelle bellissime ragazze, con le quali a diffferenza mia, si era limonato e aveva fatto solo Dio sa cosa. Arrivò il mio turno per prendere le merendine ed essendo che al peggio non c'è mai fine, una merendina rimase incasrtata nella macchinetta.

«Aspetta, ti do una mano io.» Udii alle mie spalle.

«Oh, grazie.» Risposi cordiale.

Il ragazzo iniziò a dare spallate alla macchinetta facendo cadere la merendina di sotto. Me la porse ma prima che la potessi prendere inizia a parlarmi.

«Allora, tu chi sei?»

«Ehm, io sono Aria piacere» Dissi porgendoli la mano.

«Umh, Aria. Che nome particolare»

Arrossii violentemente per l'imbarazzo e lui sembrò accorgersene perchè si corresse.

«C'è, è un bellissimo nome, solo un pochino inusuale» Disse grattandosi la nuca anchelui in imbarazzo.

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