CAPITOLO 9

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TREVIS...

ARIA ERA IN CAMERA MIA. Nel mio letto. E io come mi ero imposto di non cogliere ciò come un opportunità per dormire con lei. 

Quella sera era già stata disturbata da un ragazzo, e non avevo la minima intenzione di causarle ulteriori disagi. Anche se qualcosina gliel'avreifatta volentieri. Ma che cazzo penso? Non è possibile che se c'è Aria nel mio letto io non riesco a pensare a nient'altro che in che modo sbatterla al meglio. 

In quel momento lei si svegliò. Mi girai dall'altra parte er non sembrare uno psicopatico che l'aveva guardata per tutta la notte -cosa che avevo fatto.- Ma lei non lo avrebbe mai saputo.

«'Giorno Stellina» Gli sorrisi. Al mattino, con i capelli in disordine e la faccia assonnata era ancora più bella.

Aria era una delle poche ragazze che oltre a essere stupende fuori era anche intelligente e simpatica. Era anche una delle rare persone di cui mi fido davvero. Non l'avevo mai vista infatti solo come una persona con cui scopare come le altre. Lei era diversa. Lei è speciale.

«'Giorno» Aveva la voce impastata dal sonno.

«Dormito bene piccina?» Amavo darle soprannomi. Il mio preferito era Stellina. Era dalle medie che la chiamavo così. Una stella è esattamente come lei ovvero luminosa, splendente, bella. Che illumina il buio del cielo notturno, per me lei è così: la luce splendente che rompe il buio della mia vita. Lei non lo sa, ma mi fa star bene anche solo con un suo sguardo.

«Si, anche se ho ancora sonno» Si stropicciò gli occhi sbadigliando. Quella scena mi fece sorridere e smuovere dentro una strana reazione.

«Anche io ho dormito bene sul divano, ma la prossima volta dormo anche io sul letto!» Le sorrisi in quel modo che adorava tanto facendomi spuntare sulla guancia destra guancia una fossetta. Lei mi sorrise di rimando.

Mi incantai sulle sue labbra. Aria aveva un visetto bellissimo, con degli zigomi alti ricoperti di lentiggini marroni-rossastre. Le ciglia lunghe e nere incorniciavano alla perfezione i bellissimi occhi marroni, che al sole assumevano sfumature sul verdino.

«Che guardi?» Mi chiese mettendosi seduta sopra al letto.

«Guardavo quanto sei bella di mattina» Dissi sfacciato. Ma era così, di mattina era ancora più carina. Alla mia affermazione le sue guance assunsero un un colorito più rossastro. Le sue labbra si incresparono in un sorriso dolce come lei.

«Come... Come stai?» Ovviamente mi riferivo a come stesse dopo che il nanetto coglione l'aveva importunata.

«In verità, ho paura. Molta paura. So come funziona quando si è dentro a una relazione tossica, non che ci fosse una relazione tra me e lui. Ma comunque mi spaventa, potrebbe continuare a volremi vedere e se gli dicessi di no ho paura di come reagirebbe.» 

Mi aveva parlato più volte dei suoi problemi in famiglia ma ci aveva sempre girato intorno. Non so cosa sia successo di preciso in quella famiglia, ma so che per Aria c'è stato molto doloroso. 

Non mi ha mai raccontato i dettagli ma so che il padre urlava molto sia a lei sia alla sua mamma. Esistono davvero uomini cosi? Che poi uomini per modo di dire perchè se si comportano così sono solo codardi.

«Vieni qui Stellina» Mi sedetti accanto a lei sul letto e allargai le braccia per abbracciarla. Feci per mettermela in braccio ma non volle.

«No, in braccio no.» Si scansò.

«Dai, perchè non vuoi» dissi riprendendola dai fianchi per metterla sopra di me. Cazzo la vorrei sopra di me anche in un altro modo, ma è meglio non pensarci a meno che non voglia che mi diventi ancora più duro di come ce l'ho già ora.

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