CAPITOLO 4

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VIOLET...

STAVO ANCORA IN INFERMERIA QUANDO UDII QUALCUNO BUSSARE ALLA PORTA.

«Avanti» Esclamai a voce bassa per evitare di attirare le bidelle. Mi aspettavo Aria invece entrò liltima persona che avrei voluto vedere. Dopo quello che era successo ancora di meno. La figura imponente di James varcò la soglia.

«Hey» Mi guardò negli occhi. Io non ricambiai, anzi, spostai lo sguardo su qualunque altra cosa che non fosse lui. «Scusa per la pallonata» Continuò lui. «Non avevo intenzione di farti male. Solo che, cazzo non riesci a parare nemmeno un fottuta palla!» Gli lanciai un occhiataccia facendolo ammutolire.

«Quindi te sei venuto qui, in infermeria, per dirmi che ho una mira di merda, dopo che tu mi hai lanciato una pallonata in pieno viso?!» Ero già irritata per la pallonata, poi lui viene per dirmi una cosa del genere e si aspetta che magari gli dica che 'non fa nulla' o 'stai tranquillo sto bene' o peggio 'mi fa piacere che tu sia venuto'. Tutte queste cose non gliele avrei mai e poi mai dette. Infatti lo guardai in cagnesco ma lui non demorse.

«Ma che cazzo dici! Sono venuto qui perchè...»

«Perchè?»

«Perchè mi sono preoccupato, ok?! Non era mia intenzione colpirti!»

«Oh, questo me lo hai già detto, vuoi ripetermi anche che i miei riflessi fanno schifo o ti è bastato dirlo una volta sola?»

«È impossibile perlare con te in modo normale » Sospirò. «Quindi? Stai bene?»

«Non lo so, dimmelo te dato che sai così tante cose di me!»

«Non ho mai detto di sapere tante cose di te!»

«Senti, mi fa male lo zigomo a parlare quindi non ho intenzione di soffrire per te.» Dissi esausta da quellao stupido litigio. Lui fece per andarsene ma arrivato alla porta anzichè uscire la chiuse a chiave. Io mi spaventai per quello che avrebbe potuto farmi. Avanzò verso di me con movimenti lenti, talmente lenti da risultare ipnotici. 

Si fermò davanti a me e posizionò le sue mani possenti sulle mie ginocchia per divaricarmi le gambe e ci si piazzò in mezzo. Mise una mano sul mio fianco mentre con l'altra carezzò lo zigomo rossastro.

Nel momento in cui le nostre pelli si sfiorarono, causando una leggere frizzione, sussultai. Feci per sotrarmi al suo tocco ma il corpo non rispondeva. Dallo zigomo scese sulla guancia per poi finire all'angolo della bocca. 

A quel punto alzai lo sguardo ma i suoi occhi non guardavano più i miei ma bensì le mie labbra. La mano scese ancora fino ad arrivare al collo, stringendolo dolcemente.

«James...» La voce mi uscì in un ansimo.

«Non parlare così Pantera. La situazione potrebbe sfuggirmi di mano» La sua voce roca a poca distanza dal mio viso mi fece vibrare il basso ventre. La sua bocca si avvicinò alla mia peròquando stavano per scontrarsi qualcuno bussò alla porta.

«Vi? Sei ancora qui dentro?» Sentii la voce di Aria leggermente triste.

«Sì. Va tutto bene?»

«No...» Percepii che era sul punto di piangere. La cosa mi preoccupò e non poco, Aria non piangeva mai.

«Ok, prendo le mie cose e parliamo. Dammi solo un secondo che butto il ghiaccio» Feci per scendere dal lettino ma due mani mi tennero per i fianchi.

«Devo andare» Sussurrai a James. Nei suoi occhi scorsi un velo di malinconia. Si scansò facendomi scendere. Raccolsi la borsa con i libri e prima di aprire la porta lanciai un ultima occhiata a James che era rimasto immobile per tutto il tempo. Stavo per andare da lui quando aria mi richiamò.

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