CAPITOLO 12

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ARIA... 

LA MATTINA, QUANDO MI SVEGLIAI, VIDI CHE AVEVO ANCORA IL SEGNO ROSSO SULLA GUANCIA. Conciata così non sarei mai potuta andare a scuola senza attirare l'attenzione su di me. Andai al bagno per cercare di coprire il segno. 

Quando misi il correttore sull'alone rosso però mi bruciava, come se l'avessi messo su un taglio. Mi struccai in fretta prima che la situazione potesse peggiorare. Ritornai in camera con un unica certezza: non sarei andata a scuola.

Mi rimisi a letto. Iniziai a guardare le storie instagram. Ovviamente dato che al peggio non c'è mai fine mi capitò una storia con Trevis, come descrizione c'era questa frase: "finalmente di nuovo insieme". Nella foto c'era Amelia, la sua exragazza. Ah giusto, la sua ragazza. Ancora non riuscivo a crederci. Qualche giorni fa ci eravamo baciati ora si rimette con quel castoro della sua ex?

Basta. Ero stancha di essere trattata come una ruota di scorta, se gli serviva una mano io c'ero sempre, ero disposta a tutto ma lui ha scelto lei. Se vuole Amelia va bene, ma che non mi parli mai più.

Erano circa le undici quando Violet mi scrisse.

Ovviamente si stava chiedendo dove mi fossi cacciata e il perché io non l'avessi avvisata che non sarei stata a scuola stammattina.

Io: oggi pomeriggio sei libera?

Lei: si

Io: ok perfetto. Alle 4 puoi?

Lei: si certo.

Misi il telefono in carica e mi ributtai sul letto.

Mi risvegliai che erano le due e mezza passate.

Muttai qualcosa nello stomaco per farlo smettere di brontolare. Iniziai a prepararmi per vedere Violet.

Sentii il telefono vibrare e pensai fosse lei che mi diceva che era cme al suo solito in anticipo. Rimasi stupita quando vidi che il mittente era Trevis.

Lui: oggi sei libera?

Volevo fare la persona adulta, ma alla fine visualizzai senza rispondere.

Lui: perché visualizzi e non rispondi?

Io: non saprei chiedilo ad AMELIA.

Scrissi in maiuscolo il suo nome per calcare il fatto che non mi andasse giù che si era rimesso con lei, ma io non ci potevo fare nulla. Non potevo dicerto ucciderla. No Aria, non puoi farlo. È un omicidio in piena regola anche se per una buona causa.

Lui: come lo hai saputo? volevo dirtelo io di persona...

Io: dalle tue cazzo di storie, la prossima volta toglimi dagli amici stretti almeno!

Lui: non ti puoi arrabbiare con me, tra noi non c'è nulla!

Quelle parole mi ferirono ancora di più del fatto che si era rimesso con quella .

Però non potevo nemmeno dargli torto, io non ero e non sarò mai nulla per lui. Nulla di rilevante.

Violet suonò il campanello, andai per aprirle ma aveva già aperto mia mamma.

Tornai in camera per non far vedere il segno che avevo in viso. Ancora non le avevo detto niente. Sicuramente si sarebbe preoccupata e mi avrebbe raccontato per la millesima volta di come anche mio padre all'inizio le dava solo qualche schiaffo occasionale, che pian piano è diventato la quotidianità. 

E non avrei avuto le forze per riuscire a sopportarla per la millesima volta.

«Ari? Sei qui?» La voce delicata di Violet arrivò alle mie spalle.

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