CAPITOLO 2

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VIOLET...

TORNATA A CASA MI MISI A STUDIARE. Quel pomeriggio mi sarei dovuta allenare per tre ore e il giorno dopo avrei avuto fare un test di fisica molto importane, ma io disorganizzata come sono non avevo ancora aperto libro. Chiamai subito Ari per dirle che quel giorno non sarei potuta uscire con lei. Mi rispose subito e mi disse che mi avrebbe mandato gli schemi per fare prima a studiare.

Dopo averla rigngraziata mi misi a studiare.

Ero sui libri da un'ora ormai, ma non ero riuscita a studiare nemmeno un po'. La testa vagava e creava scenari immaginari, ripensai a James, e feci una smorfia di disgusto. Come poteva essere così? È vero, non mi ha fatto nulla, però c'è quacosa che non mi convince in lui. Sarà che spaccia, è bello e stronzo, però ho l'impressione che nasconda qualcosa.

Dopo un altra mezz'ora rinunciai all'idea di studiare. Presi quindi la borsa dei pattini e mi diressi alla pista. Arrivai li mezzora prima dell'alenamento e approfittai di quella quiete per provare il disco.

Iniziai a riscaldarmi mentre il telefono si connetteva alla cassa.

Iniziai con qualcosa di facile, una serie di salti. Un salto in alto in avanti, nnn mezzogiro, un salto in alto all'indietro, un altro mezzogiro e per finire un semplice. Poi iniziai la coreografia vera e propria. La canzone era lenta e dolce. 

I movimenti lenti ed eleganti accompagnati dalle note soavi della musica. al momento di realizzare il salchou però qualcosa mi bloccò. Mi sentivo osservata. Mi affacciai per vedere chi ci fosse e vidi la mia coach legarsi i pattini. 

Lei non voleva che ci esercitassimo al difuori degli orari degli allenamenti per evitare che ci facessimo male. Durante tutte le tre ore di allenamento non pensai a nulla, nulla oltre i passi di ballo nuovi.

Tornai a casa con l'unica intenzione di fare una doccia bollente per poter togliere la sensazione di sporco che avevo accumulato cadendo ripetutamente sulla pista.

Appena mi infilai nel box doccia e venni avvolta dall'acqua bollente che mi avvolgeva la pelle sentii bruciare il braccio destro. Osserevai le vecchie cicatrici e i tagli nuovi. Nessuno sapeva quello che mi facevo, nessuno sapeva di quando peasso ore davanti allo specchio perchè all'inizio mi sento bella, ma poi inizio a vedere tutti i miei difetti. 

Le cosce che si toccano, il ventre non totalmente piatto e il seno poco prosperoso. Nessuno sapeva quanto mi sentissi a disagio a scuola se mi mettevo una felpa più corta del normale, che mi lasciava scoperta la pancia. Di tutte le volte che mi mettevo un braccio davanti per coprire i rotolini di pancia, di quanto odi i legggins di quanto odi essere me stessa.

Nessuno sapeva queste cose tranne Aria, lei sapeva tutto.

La prima cosa che le confidai è stato del mio autolesionismo e scoprii di essere simile a lei più di quanto pensassi.

Uscii dalla doccia e mi avvolsi in un asciugamano.

Mi misi a letto promettendomi di non pensare a nulla.

Riscaldai il mio peluche senza il quale non riesco a dormire

e mi coricai sotto le coperte al caldo.

«Vieni qui piccolina, cosa ci fai li nascosta tesoro?»

«Mamma, papà dov'è?»

«Vedrai che per la torta arriva»

«Ma io voglio papà! Dov'è papà?»

Vidi mia madre allontanarsi andando verso i nonni.

Mi nascosi di nuovo sotto il tavolo vicino a loro.

Dark loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora