CAPITOLO 5

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VIOLET...

ERO NEL PARCO DIETRO SCUOLA. James mi aveva dato appuntamento lì alla fine delle lezioni. Lo vidi arrivare e già da lontano iniziai a sentir combattere le emozioni contrastanti che, ogni volta che lui mi si avvicinava, si facevano largo nel mio corpo. 

Quando fu a poca distanza da me mise una mano sulla mia guancia. Lentamente si protese sempre di più senza mai staccare le sue iridi verdi smeraldo dai miei, annientando, come avevo desiderato dal primo giorno, la distanza tra le nostre labbra. Le nostre lingue iniziarono a danzare, dando inizio a una lunga tortura.

Quando mi staccai dal bacio avevo gli occhi chusi. Feci per aprirli ma non ci riuscii. Iniziai a sentirmi sprofondare giù, sempre più giù, e a quel punto la vidi.

Mi svegliai con l'angoscia per il sogno che avevo appena fatto. Avevo sognato James.

Dopo essermi rigirata nel letto per venti minuti decisi di fare qualcosa di produttivo e iniziai a scrivere delle 'poesie'.

Iniziai a buttare giù delle idee ma i tentativi furono vai. Avrei dovuto scrivere una poesia sull'amore per il concorso scolastico al quale la mi professoressa di italiano mi aveva iscritta. Come potevo  scrivere una poesia sull'amore senza sapere cosa fosse?

Mi arresi e iniziai a pensare cosa mettere in valigia. Per le vacanze di Pasqua sarei dovuta andare dai miei nonni e zii paterni. Presi la valigia più grande che avevo e per essere più organizzata iniziai a fare una lista di tutte le cose da portare. Finita di fare quella, mi preparai per uscire. Le mattine invernali sono molto criticate ma io le amo. 

Fa quel freddo piacevole, non c'era nessuno e c'era silenzio. Era come se fossi stata in una bolla, una bolla dove vi ero solo io. Presi le chiavi di casa e portai fuori Taffy, la mia cagnolina. L'avevamo presa poco prima che venisse trasferita in un canile. 

Era una bellissima meticcia color panna, con il musetto pieno di lentigini. Le misi il collare e uscii. Feci un giro dell'isolato e slegai Taffy. Mentre tornavo sentii qualcuno schiarirsi la voce dietro di me. Non feci in tempo a rimetterle in guinzaio che lei si scaraventò sulla persona alle mie spalle. Quando mi voltai vidi Taffy fare le feste a... Oddio ma quello li era James!

Corsi subito a riacciuffarla per metterle il collare e James inaspettatamente mi aiutò. Quando i suoi occhi verdi incrociarono i miei mi ritrnò in mente il sogno, la parte bella ovvio.

«Io esco per stare da solo e mi ritrovo te tra i piedi. Non mi dai mai tregua Pantera, vero...?» Disse guardando la mia cagnolina.

«Si chiama Taffy, e comunque lo dovrei dire io che non mi dai mai tregua casomai. Eri te dietro a me!»

«Sì, ma non come avrei voluto» Disse malizioso.

Capii che sarebbe stato inutule ribattere dando inizio a una discussione. Ripresi a camminare e James continuò a camminarmi dietro.

«Se proprio devi fare la mia stessa strada, camminami di fianco.» Dopo questa richiesta accellerò il passo per raggiungermi. Quando mi fu di lato avvicinò la sua mano alla mia. Quello che accadde dopo fu inaspettato, mi tolse di mano il guinzaio e iniziò a correre con dietro Taffy che lo seguiva a ruota.

«Dai, James tornaqui!» Iniziai a corrergli dietro come una cretina.

«Chi va dietro a chi ora?» Rideva. Quella situazione lo divertiva!

«Giuro che se ti prendo...» Pensai a come avrei potuto fargliela pagare. «Se ti prendo ordino a Taffy di attaccarti!» Solo dopo pensai che il danno massimo che gli avrebbe potuto procurare è quello di sporcargli i vestiti con la bava per i troppi baci che gli avrebbe dato.

Dark loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora