🌙DUSTIN⭐

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Ero disteso sul mio letto a fissare il vuoto, quando ad un certo punto mi tornò in mente quella ragazza. Con Luna eravamo migliori amici sin dalle elementari. Avevo pianto tanto quando avevo dovuto lasciarla per tornare in Italia.
La amavo già, allora.
Più volte avevo pensato se dirglielo o meno prima di andare via, ma alla fine non lo avevo fatto, preferivo vivere con un peso sul cuore piuttosto che rovinare la nostra amicizia. Avevo deciso di regalarle tanti bei momenti insieme.
Sembrava una dea scesa dall'Olimpo. Era rimasta bellissima.
Avrei voluto affondare le mie mani nei suoi lunghi capelli castani che sapevano di anguria.
Avrei voluto cospargere il suo collo di baci per poi arrivare alle sue labbra rosee.
Ma soprattutto sarei voluto cadere nei suoi occhi, dove mi sarei sicuramente perso.
I suoi occhi quella sera avevano cambiato colore. Il verde smeraldo aveva lasciato spazio all'azzurro.

AZZURRO: I suoi occhi diventano così ogni volta che stiamo insieme.

Sentii un suono che interruppe i miei pensieri, mi era appena arrivata una notifica da parte di Max, il mio migliore amico, e mi ricordò che quella sera dovevamo uscire insieme agli altri.
Io come al solito ero in ritardo.
Mi alzai dal letto e rapidamente mi infilai i pantaloni della tuta grigia e una maglia bianca che metteva in risalto il mio fisico palestrato.
Chiusi la porta della stanza alle mie spalle, e prima di uscire di casa presi in braccio il mio gatto, <<A dopo Cleo>> e dopo averlo detto gli diedi un bacio sulla testa.

<<Ce la hai fatta ad arrivare finalmente>>, a pronunciare quelle parole al mio arrivo fu Max. Con lui eravamo amici da poco, ma tenevo a lui più di ogni altra cosa al mondo.
<<Ho avuto un imprevisto>> mi limitai a rispondere.
A quel punto Max mi si avvicinò <<Pensi ancora a lei, vero?>> gli avevo raccontato tutto di Luna, anche se lui non poteva capire visto che si era invaghito della migliore amica Iris.
<<Da morire>> gli risposi sottovoce.

Eravamo seduti in un bar a parlare, anche se io non stavo ascoltando i miei amici. Avevo aperto instagram e avevo subito visto una foto di Luna con in braccio un gattino bianco.
Bellissima, come sempre
<<Ci stai ascoltando Dustin?>> fui colto con le mani nel sacco, non avevo capito niente di ciò che avevano detto. <<Ehmmm.....si, vado un attimo al bagno>> mi defilai da quella situazione in cui mi ero cacciato da solo, e con passo svelto m'infilai in bagno.
Mi guardai allo specchio e mi passai il dorso della mano sulla fronte, stavo sudando freddo. Dopo pochi minuti decisi di tornare al tavolo.
Uscii da quel luogo piccolo e angusto, e con lo sguardo scrutai l' ambiente in cui mi trovavo, ma poi la vidi entrare dalla porta insieme alle sue amiche, che la lasciarono sola ad un divanetto per andare ad ordinare da bere.
Rimasi incantato a guardarla, e alla fine decisi di avvicinarmi a lei.
Le oscurai la visuale con la mia ombra alta, così che lei fosse costretta ad alzare lo sguardo dal display del suo telefono.
<<Ciao Dustin>>
<<Vedo che ti ricordi di me>>
<<Sei qui da solo?>> mi chiede
<<Anche i miei amici mi hanno lasciato da solo per andare a prendere da bere>> in realtà non è assolutamente vero, mi stanno aspettando e sono anche arrabbiati con me.
<<Vieni, accomodati>> disse, poi si spostò e battè il palmo sul divanetto per fare cenno si sedermi.
Dovrei dirle di no? Si, ma oggi non riesco a trattenere i miei istinti.
Quando però, mi sedetti accanto a lei, mi accorsi che divenne rossa in viso, quindi mi allontanai un po', volevo che si ricordasse le sensazioni che le provocavo, ma non fino a quel punto anche se era proprio lì che volevo andare a parare. Ci sarei arrivato gradualmente.
La squadrai da capo a piedi, anche se era cresciuta non era cambiata di una virgola. I suoi capelli castani dove mi piaceva affondare le dita quando mi abbracciava, sono ancora lì. I suoi fianchi stretti che avevo accarezzato tutta la notte erano gli stessi di un tempo. Le sue gambe lunghe che stringevano i palmi delle mie mani ogni volta che la prendevo in braccio, sono rimaste uguali. Le sue piccole mani che poggiava sul mio viso per farmi sentire il suo calore, non le ho mai dimenticate. Le sue labbra piccole e carnose che più volte avrei voluto imprigionare tra le mie, pur non avendo mai avuto il coraggio, erano diventate ancora più belle. E infine i suoi splendidi occhi verde smeraldo...aspetta, stanno diventando azzurri anche adesso.
Iniziai a mordermi il labbro inferiore per l'imbarazzo. Non sono mai stato bravo con le parole, ma con lei riuscivo ad esternare tutti i miei sentimenti senza essere giudicato. In quel momento avrei voluto dirle quanto mi sia mancata in quegli anni, ma alla fine opto per un complimento.
<<Ti sta molto bene>> dico con voce tremante, sperando che non se ne accorga.
Le cingo le spalle mettendo il braccio sullo schienale del divanetto.
<<Cosa?>>
Cavoli adesso dovrò ripeterlo...
<<Il vestito...ti sta molto bene...ti valorizza>> ripeto arrossendo.
Sarà meglio che me ne vada altrimenti stasera mi gioco la reputazione da maschio alfa.
Nessuna era mai stata capace di mandarmi al manicomio come lei. Non aveva fatto né detto niente, eppure mi faceva questo effetto.
Ripenso a ciò che ho detto e mi maledico: ti valorizza, come se non stesse bene con tutto. Che imbranato cronico.
<<Dustin tutto a posto?>>
Mi accorgo solo dopo di essere rimasto a fissarla mentre arrossivo.
Terra inghiottimi, adesso.
<<Si, tutto ok. Ho solo un...un po' di polvere nell'occhio>> ennesima cazzata senza senso della serata.
Ciò che però mi impedisce di andarmene è il gesto che fa poco dopo, le sue braccia si spostano dalla sua pancia. Voleva solo avere il mio consenso. Voleva solo sapere se la considerassi ancora bella. Ma lei non sa che io la considero una dea greca, dal tronde suo padre e sua madre erano di Atene, quindi ci sarebbe una certa attinenza.
Basta, se non me me vado le salto addosso e scoppio a piangere. Evviva la coerenza.
<<Ora ti lascio, devo andare, a domani...Stellina>> mi alzò e iniziò a camminare verso il tavolo dei miei amici. Spero che si sia ricordata del suo soprannome e dimenticata del resto della nostra conversazione.
Ero sicuro che i suoi occhi fossero puntati sulla mia schiena mentre mi allontanavo da lei.
Voglio tornare indietro ma non posso.

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