Quella notte non l'avrei dimenticata molto facilmente.
Volevo che lei fosse mia e che io fossi suo, per tutta la vita.
Le presi la gamba tra le mani, la piegai e me la portai più vicino per poi farla finire sulla mia schiena.
Mi arpionò il fianco con il piede.
Voleva che la prendessi in braccio.
L'aiutai a salire mettendo l'altra mano sotto il suo sedere.
Ne aprofittai per fare qualche passo e portarla nella nostra stanza da letto.
La poggiai sui letti uniti e lei allentò la presa sui miei fianchi.
Lasciai la sua bocca e iniziai a baciarle il collo scendendo sempre più in profondità.
Mi fermai quando sentii il suo ventre infiarmarsi.
Sfiorati l'orlo delle sue mutandine di pizzo bianco stringendole.
Prima che potessi sfilargliele tornai sulla sua bocca, ma lei mi sussurrò qualcosa.
"Lo sai che stiamo sbagliando"
Risposi alla sua provocazione abbassandomi all'altezza del suo orecchio.
"Mettitelo in testa Stellina..."
Le sfiorai il lobo con la lingua, poi continuai a parlare.
"Nessuno prenderà mai il tuo posto..."
Le diedi un altro bacio.
"Io amo solo te..."
Le sfilai le mutandine.
"Io voglio solo te."
Il suo cuore saltò un battito.
Velocemente levai anche le mie di mutande, lasciandole cadere sul pavimento.
Le bloccai i polsi e mi posizionai sopra di lei.
Mi piegai un ultima volta sul suo volto per poter avere il suo consenso.
"Posso?"
Il silenzio per me era la risposta migliore, in ogni caso.
Feci piano, non volevo farle male. E a quanto pare ci riuscii dato che gemette solamente, e a me faceva anche piacere.
La feci girare e lentamente cercai di slacciarle il reggiseno.
Volli provare a farlo con una mano sola, ma ovviamente non ci riuscii.
Dopo svariati tentativi arrivò la sua mano in aiuto.
Aveva dovuto capire che ero un imbranato cronico.
Approfittò della mia distrazione per capovolgere le posizioni e in un attimo mi ritrovai sotto di lei.
In fondo non era così timida come pensavo.
"Credevo che slacciare reggiseni fosse la tua specialità"
La presi per i fianchi e la sbattei sul materasso facendola tornare sotto di me.
"Se fossi in te la smetterei di provocarmi"
Al collo portavo una catenina d'argento che mi avevano regalato i miei quattro anni prima per il mio compleanno.
L'afferrò attirandomi a se.
"Nhaaa"
Stava continuando a provocarmi.
Con le mani salii fino alle sue spalle, abbassai la testa e iniziai a cospargere le sue scapole di baci.
Le sue piccole mani finirono in mezzo ai miei capelli scompigliandoli ancora di più.
Iniziò a giocherellarci intrecciandoli con le dita.
Con un braccio le cinsi la vita e la strinsi a me.
Le sfiorai il seno che si alzava e abbassava ritmicamente.
Lì in mezzo trovai un neo che sfiorai delicatamente.
Con i piedi iniziò a carezzarmi le gambe.
Dovevo essere in paradiso.Erano passate delle ore, e lei si era addormentata sotto di me.
Era stato anche troppo per essere la prima volta.
Io mi rimisi le mutande e lo stesso feci con lei.
Stava tremando, quindi mi misi insieme a lei sotto le coperte e la strinsi forte a me.
Lei si accaccolò sul mio petto, e io le poggiai un bacio sulla fronte.
Riaprì gli occhi e li puntò contro di me.
Non erano più azzurri, erano diventati...blu! Blu come il cielo di notte.
"Dustin..."
"Si piccola?"
"Anch'io ti amo"
Le sorrisi.
La donna che avevo desiderato per anni aveva detto che mi amava.
Adesso si che ero veramente felice.
Le carezzai i capelli.
"Adesso riposati"
L'abbracciai ancora più forte.
Non avrei dormito neanche mezzo secondo quella notte.
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L' amore e le stelle
RomanceDustin, nato in una normale famiglia dove non esistono problemi, e solo al pensiero di un giorno ritrovarsi in uno di essi lo preoccupa. Poi c'è lei, Luna, che è l' esatto opposto di Dustin. Soffre di tante malattie per le quali non esiste una cura...