4. «Mia Principessa.»

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La missione era semplice, quasi elementare rispetto a tante altre richieste che gli erano arrivate nel corso dei decenni da parte di Yoongi. La cosa più difficile non sarebbe stata recuperare quel diamante dalle grinfie del Sire del clan di Berlino ma piuttosto fare da babysitter a Hoseok, trasformato poco meno di cinque mesi e ogni tanto capitava ancora che perdesse il controllo sulla propria fame, affondando le zanne nel collo del primo essere umano presente sul suo cammino.

Jungkook odiava essere mandato in missione con un novizio, odiava dover dare ordini e immedesimarsi nel ruolo del poliziotto cattivo pur di tenere sotto stretta sorveglianza i suoi compagni di viaggio. Preferiva addestrarli e poi lasciarli nelle mani di qualcun altro ma per quella missione Yoongi era stato irremovibile. Hoseok avrebbe avuto bisogno di passare all'azione, doveva imparare in fretta per considerarsi degno di far parte del loro clan.

E così erano partito alla volta di Berlino, attraversando in nave il Canale della Manica per non dare nell'occhio e poi scomparendo non appena avevano rimesso piede sulla terra ferma.

Il Sire del clan li aspettava, gli era giunta voce che due ambasciatori di Min Yoongi si sarebbero recati nel suo covo con l'intento di discutere la restituzione di quel diamante prezioso ed ecco perché nessuno li attaccò non appena arrivarono a destinazione.

«Benvenuti a Berlino. O forse dovrei dire -Welcome-, giusto?» Pronunciò Kim Namjoon, muovendo il lungo mantello rosso con ricami dorati intrecciati lungo tutto il bordo. Era potente, forse uno dei Sire più temuti in tutta Europa. Parlò in inglese ma con un fortissimo accento tedesco, Jungkook sperò di riuscire a comunicare con lui senza troppi intoppi.

«La ringraziamo e porgiamo ossequi da parte del nostro Sire, Min Yoongi.» Intervenì Hoseok. Jungkook roteò gli occhi, annoiato ed infastidito. Namjoon sorrise, compiendo un paio di passi nella loro direzione per avvicinarsi.

«Il tuo Sire ti manda spesso in missione con novizi ma questo non giustifica la tua insolenza.» Pronunciò, guardando Jungkook dritto negli occhi.

«Non ho pronunciato mezzo parola.» Sottolineò.

«Appunto.»

«Cosa dovrei fare? Inchinarmi?» Sbuffò. «Faccio parte del clan di Brighton ma Yoongi non è il mio Sire di nascita.» Non era stato trasformato da Yoongi, non avevano quel legame che invece legava più profondamente lui e Hoseok, per esempio.

«Lo so. Hai vissuto per qualche anno ad Amburgo, so bene chi sei.»

«Ho vissuto ad Amburgo per pochi mesi e più di quaranta anni fa.» Precisò Jungkook. A mala pena si ricordava lui di quel periodo della sua vita, come faceva il Sire di Berlino a conoscere quei dettagli?

«Però in quei pochi mesi hai trovato riparo in casa della giovane vedova Choi, o sbaglio? Soggiogandola e cibandoti di lei ogni giorno un po' di più fino a perdere il controllo e dissanguarla. E tutto questo perché? Perchè il tuo fidanzatino ti aveva appena spezzato il cuore.» Jungkook pietrificò sul posto e lo incenerì con lo sguardo. Avrebbe voluto rimuovere totalmente quei ricordi dalla sua mente, ormai non ci pensava quasi mai ma faceva male ogni volta che qualcuno faceva riferimento a quel periodo.

Bite me, poison me, save me | kooktaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora