10.«Non spegnere la tua umanità.»

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Taehyung sollevò il braccio sinistro mentre la sarta prendeva le misure per cucire la manica del suo vestito da sposo. Mancavano poche settimane alle nozze, erano già passati quasi sei mesi da quando suo padre il Re aveva scelto la data, accordandosi con il Re del Nord, padre della principessa Chaewon.

Taehyung era felice che fosse lei la sua futura sposa però non avrebbe voluto sposarla così presto, forse in fondo in fondo al suo cuore sapeva che in realtà non avrebbe proprio voluto sposarsi.

Però doveva anche pensare ad alcuni stravolgimenti positivi, come per esempio l'atteggiamento del padre nei suoi confronti. Dopo aver stipulato gli accordi del matrimonio combinato e aver pagato al Re del Nord la dote per la principessa e dopo che quest'ultima si era ufficialmente trasferita a palazzo, lui aveva iniziato a usare toni più calmi e pacati per parlare al figlio. A cena gli chiedeva che cosa avesse fatto durante il giorno, non gli imponeva più alcune scelte, non gli dava più ordini con fare autoritario. Una sera, di fronte ad un bicchiere di vino, Chaewon aveva raccontato un aneddoto divertente della sua infanzia, Taehyung aveva sorriso e il Re li aveva osservati compiaciuto. Aveva atteso che la principessa si ritirasse nelle sue stanze e poi si era avvicinato al figlio, dicendogli per la prima volta in ventitré anni quanto fosse felice di quella unione e che era grato che Taehyung avesse accettato il matrimonio così in fretta senza opporsi come invece lui si sarebbe aspettato. Il Re gli aveva detto che apprezzava il suo cambiamento e Taehyung aveva risposto che lo stava facendo per il proprio futuro, per il regno e per il suo popolo però quella notte non era riuscito a chiudere occhio, chiedendosi quale fosse stato l'evento che aveva scatenato quel mutamento in lui. Non era riuscito a darsi una risposta, non lo capiva, era come aver un buco di memoria nel cervello. Taehyung ogni tanto pensava ad eventi del passato ma nella sua mente sembravano sfocati, non ricordava i dettagli, il senso di certe sue azioni e questo vuoto lo faceva sentire frustrato ma soprattutto solo.

Un pomeriggio era uscito a cavallo con Chaewon, si erano spinti oltre il ruscello che attraversava il bosco e avevano scoperto una cascina abbandonata. O quella che a prima vista era sembrata abbandonata. Incuriositi avevano legato i cavalli sul retro dove c'era una tettoia e un abbeveratoio fatti a posta per i loro animali e poi erano entrati. Qualcuno aveva vissuto lì dentro, c'era un materasso con lenzuola sgualcite, un tavolo e due sedie, dei cuscini, una panca vicino ad un focolare adatto per accendere il fuoco e scaldare l'ambiente. Taehyung aveva provato una strana sensazione ad entrare nella cascina. Chaewon era subito corsa a controllare le finestre, notando che quelle assi di legno potevano essere facilmente spostate per far entrare più luce ma il principe le aveva urlato di no, di non spostarle, dicendo che il sole era pericoloso. Non sapeva perché quella esclamazione gli aveva fatto così male, si chiese se ci fosse mai entrato con qualcun altro lì dentro ma anche in quel caso non fu in grado di collegare i propri ricordi, era tutto appannato. Si era avvicinato però a quel materasso, ci si era seduto sopra, premendo una mano su di esso per testarne la consistenza. Aveva percepito un formicolio al polso e se lo era toccato, credendo gli prudesse a causa della polvere e degli acari presenti su quella superficie. Si era sentito strano ed era fuggito fuori da lì, respirando a fondo, chiedendo a Chaewon di risalire a cavallo e andare via da lì.

Bite me, poison me, save me | kooktaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora