12. «Trasformami.»

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Faceva freddo, Taehyung venne percorso da un brivido e si portò le mani contro gli occhi, stropicciandoseli. Si mise a sedere a fatica, gemendo infastidito ma senza essere in grado di capire cosa fosse successo. Si guardò intorno, comprese di essere sul pavimento e non sul letto e tenendosi la testa si trascinò fino al divanetto per aggrapparsi ad esso e alzarsi in piedi.

Solo a quel punto cominciò a ricordare, a rendersi conto di ciò che era capitato e con uno scatto si voltò in direzione della finestra, constatando che il cielo fosse ancora scuro ma sicuramente dall'altra ala del castello stava già albeggiando.

«Jungkook-» Sibilò, avvicinandosi alla porta e provando ripetutamente a girare la serratura ma l'avevano chiuso dentro da fuori e da lì non sarebbe mai stato in grado di passare. «Devo uscire da qui.» Chiuse gli occhi e decise che non poteva farsi prendere dal panico da quella situazione, non sarebbe servito a nulla e di certo non sarebbe riuscito a salvare Jungkook.

Poi ricordò ciò che il vampiro gli aveva raccontato una volta, di un altro effetto particolare che poteva scatenare il veleno negli esseri umani. Se iniettato direttamente in vena durante un morso non aveva solo la funzione di anestetizzante ma donava al corpo umano una scarica di adrenalina, amplificando alcune capacità che però durava solo per un ristretto periodo di tempo, poche ore al massimo. Taehyung il veleno l'aveva bevuto, non era stato morso, e poi era svenuto e non aveva la certezza di quanto fosse trascorso però guardò fuori dalla propria finestra, pensò al balcone della camera accanto, vuota e prese un respiro profondo.

«Ce la posso fare.» Ripeté a sé stesso, per autoconvincersi, incamminandosi in direzione del balcone.

Si appoggiò al parapetto, non era poi così alto, salendo in piedi sulla panca appoggiata al muro sarebbe riuscito ad arrivarci e poi doveva solo saltare. Poco più di due metri, forse tre, no, no erano due metri, era capace di saltare due metri, col proprio cavallo scavalcava ostacoli molto più ampi di quello.

«Per Jungkook.» Si portò una mano sul cuore, chiuse gli occhi, provò a visualizzarsi il viso del vampiro nella propria mente e fu strana la sensazione che provò. Ora ricordava tutto, ricordava tutte le volte che Jungkook l'aveva salvato da sé stesso, l'aveva protetto, gli era stato accanto. Ora era il suo turno, toccava a lui e avrebbe fatto di tutto pur di raggiungerlo prima dell'alba.

Si arrampicò sulla panca e tenendosi al muro salì in piedi sul parapetto del balcone, mantenne la propria vista fissa sulla sua meta, non guardò giù, non sarebbe riuscito a saltare se avesse preso coscienza di quanto in alto fosse. Poi contò piano, respirando a fondo ad ogni numero.

«Cinque.» Staccò la mano dal muro, concentrandosi sul mantenere l'equilibrio.

«Quattro.» Jungkook, sto arrivando.

Bite me, poison me, save me | kooktaeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora