XIV

446 26 25
                                    

⚠️⚠️SCENE SMUT, SE NON VI PIACCIONO NON LEGGETE️⚠️⚠️

Qualche giorno dopo la mia visita a Giorgio, mi venne a trovare Nicola. In quel periodo stavo spesso solo, lui era l'unico che rimaneva con me e che, anche se a volte rimanevamo e in silenzio, mi sosteneva senza neanche saperlo. Lo abbracciai forte e lui mi strinse a sé, non mi disse nulla ma già mi fece sentire meglio. Andammo entrambi in camera mia, lì ci sedemmo entrambi sul letto.
«Come stai?» Mi domandò.
«Bene, credo. Tu?»
«Bene.» Mi sorrise, quel sorriso mi fece sciogliere e, senza accorgermene, lo abbracciai. Lui mi strinse a sé e iniziò a coccolarmi, ne avevo davvero bisogno. Alzai lo sguardo verso il suo viso, avevo una voglia matta di baciarlo, ma non potevo. I miei occhi continuavano a fare su e giù dai suoi alle sue labbra, penso che lo feci così tante volte che se ne accorse.
«Vuoi baciarmi?» Domandò lui e cristo, si che volevo. Non risposi, mi morsi il labbro inferiore nella speranza che cambiasse argomento, ma lui riprese. «Se vuoi baciarmi puoi.» Sgranai gli occhi e lo guardai. Mi stava seriamente dando il consenso per baciarlo? Me lo stavo soltanto immaginando? Lo stavo sognando?
Lui sorrise, amavo quel sorriso, mi faceva venire ancora più voglia di baciarlo. Alla fine fu lui ad accorciare le distanze tra di noi. Quello fu il bacio migliore di tutta la mia vita, lo ricambiai senza nemmeno esitare un momento e ci staccammo solo per riprendere fiato per qualche secondo. Ci baciavamo e io decisi di mettermi seduto su di lui, le mia braccia attorno al suo collo mentre le sue vagavano per i miei fianchi. Non avrei mai voluto staccarmi. Poco dopo, Nicola trasformò quel meraviglioso bacio in un limone. La sua lingua si infilò prepotentemente nella mia bocca e io non esitai a dargli l'accesso. Iniziavo a sentire caldo, avrei voluto spogliarmi. Anzi, avrei voluto farmi spogliare da lui.
«Sai...» Disse lui. «Quel biglietto... Era destinato a te.» Continuò lui, mentre tra una parola e l'altra mi baciava. Mi staccai da quel bacio e lo guardai dritto negli occhi, quello che sapevo essere un suo punto debole. Mi sistemai meglio sopra di lui, così che le nostre intimità, anche se coperte dai vestiti, potessero combaciare.
«Se proprio era io il destinatario... Perché non mi fai ciò che hai scritto in quel biglietto?» Un ghigno gli si formò sul volto e non si fece ripetere nemmeno una volta quelle parole. Si fiondò di nuovo sulle mie labbra e, senza perdere tempo, infilò la lingua nella mia bocca. Le sue mani si infilarono sotto la mia felpa, percorrendo ogni centimetro del mio torace. I vestiti stavano iniziando a dare fastidio a entrambi, così presi i lembi della mia felpa e me la sfilai di dosso, Nicola mi seguì a ruota, facendo lo stesso con la sua felpa. Il suo fisico era meraviglioso. Se non avessi mai saputo del suo lavoro, non avrei pensato che facesse cappuccini dalla mattina fino alla sera. Se non gli avessi mai parlato non avrei mai pensato di poter avere la possibilità di sentirlo gemere proprio grazie a me. Si stese sul letto, io ero a cavalcioni sopra di lui. Iniziai a muovere pian piano il bacino, così che le nostre intimità potessero scontrarsi e fargli provare un minimo di piacere. Le mie mani iniziarono a percorrere ogni parte del suo petto, volevo tastare ogni parte di lui. Mi chinai, sdraiandomi a mia volta sul suo petto. Inziai a barciargli il collo, lasciando pian piano una scia di baci che scendeva fino all'addome, poi pian piano risalii, lasciandogli delle macchie violecee per tutto il petto e il collo. Le sue mani, che mi accarezzavano dolcemente i fianchi, scesero giù, fino a posarsi sul mio sedere. Le mie, invece, continuavano a percorrere tutto quel ben di dio che mi trovavo davanti, fino ad arrivare alla vita dei suoi pantaloni della tuta. Li abbassai pian piano, insieme ai boxer. Avevo davanti la sua erezione pulsante e, senza neanche esitare, la presi in mano, tenendola ferma alla base, iniziando a massaggiarla. Dalle sue labbra uscivano dei piccoli versetti di piacere che mi facevano andare sempre più veloce. Continuai a fare su e giù con la mano, aumentando di tanto in tanto la velocità. Nicola voleva di più e lo potevo vedere nei suoi occhi. Iniziai a baciargli i pettorali, per poi scendere giù sul basso ventre, fino ad arrivare alla sua intimità. La baciai, erano baci umidi che lo facevano ansimare. Voleva che lo prendessi in bocca, così feci. Iniziai a fare su e giù, scendendo fino alla base per poi risalire fino alla punta rossa e bagnata. Nicola gemeva e i suoi gemiti mi facevano sentire come in un sogno, avrei voluto stare lì ad ascoltarli per anni.
«Cristo... Fede...» Disse lui, poco dopo, tra un gemito e un altro. «Vai più veloce.» Obbedii, iniziai a fare su e giù sempre con più velocità finché il ragazzo non arrivò all'orgasmo. Mi venne in bocca a fiotti e io cercai di ingoiare il più possibile del suo seme. Sembrava essere il sapore migliore di sempre e ne volevo di più.
Nicola mi prese dai capelli, tirandomi pian piano verso il suo volto. Stava per baciarmi, ma di colpo tutto diventò nero.
Aprii di scatto gli occhi e notai di essere sul mio letto, sì, ma ero completamente vestito e solo. Mi guardai attorno, non ero del tutto solo, seduto sul letto, accanto a me, c'era mio fratello.
«Buongiorno?» Gli dissi, con la voce impastata dal sonno. «Dov'è Nicola?» Domandai, mio fratello inarcò un sopracciglio, stranito dalla mia domanda.
«Nicola? Cosa cazzo ti sei sognato?» Aprii la bocca per rispondere ma non né uscì alcun suono. «Vabbé, vai a vestirti che andiamo a scuola.» Si alzò impiedi e solo allora ricordai che era mercoledì e che la scuola mi attendeva.

𝒕𝒉𝒐𝒔𝒆 𝒐𝒄𝒆𝒂𝒏 𝒆𝒚𝒆𝒔 ~strecico~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora