Quel sogno è stato... Emozionate, ecco. La verità è che avrei davvero voluto che fosse la realtà e non soltanto il frutto della mia immaginazione perversa, ma non potevo pensarci, dovevo andare a scuola e concentrarmi sullo studio.
Entrato in classe, mi sedetti subito al banco dove solitamente avevo accanto Giorgio, era strano passare sei ore al giorno senza di lui e avevo la costante sensazione che la classe fosse quasi spoglia e vuota. Sua madre stava ogni giorno in ospedale, si era praticamente trasferita lì assieme ad Alex. Quei due erano così distrutti che trovavano consolazione l'uno nell'altra. Mi facevano pena e io mi facevo schifo, perché mentre loro piangevano e si preoccupavano per Giorgio, la mia mente pensava solo a Nicola e faceva sogni erotici su di lui. Volevo preoccuparmi per Giorgio -non che non lo facessi, eh- quanto loro, volevo poter avere la forza di stare con lui più di mezz'ora a settimana, ma non ci riuscivo. Forse sono stato un amico di merda, ma vedere Giorgio in quelle condizioni mi dava una brutta sensazione di angoscia.Dopo scuola, diversamente da come facevo sempre, non andai al bar, misi le cuffiette e mi diressi direttamente verso casa con passo veloce. Non potevo guardare Nicola in faccia senza arrossire e pensare al sogno. Arrivato a casa, mi chiusi in camera, buttai lo zaino sul letto e mi sdraiai fissando il soffitto. Il viso e i gemiti di Nicola mi tornavano continuamente in mente, e ogni volta sentivo un misto di vergogna e desiderio che non riuscivo a gestire. Avrei dovuto concentrarmi su Giorgio, invece, la mia mente continuava a vagare verso Nicola.
Mi decisi a fare qualcosa di produttivo e iniziai a fare i compiti, ma dopo pochi minuti lasciai perdere, la mia concentrazione era inesistente. Volevo andare al suo bar e baciarlo? Si. Volli seppellirmi ll'idea? Sempre si. L'idea di prendere Nicola e baciarlo era allettante ma sicuramente non la cosa giusta da fare, in particolare dopo aver constatato quanto mi faceva eccitare il suo pensiero.
«FEDERICO.» Sobbalzai quando qualcuno entrò nella mia camera urlando il mio nome. Feci un respiro profondo e imprecai sottovoce quando realizzai che era soltanto Alex. «Sta arrivando Nicola.»
«Cosa?» Mi alzai impiedi di scatto, senza nemmeno pensarci, ogni mio movimento era fatto senza che io lo volessi.
«Nicola. Sta arrivando.» Ripeté, scandendo le parole come se fossi stupido.
«Perché?»
«Per scopare con te.» Rispose, ironico. Arrossii di scatto, Alex non sapeva un cazzo del mio sogno ma l'aveva intuito. «Sta arrivando perché gli devo dare dei soldi.» Continuò lui, roteando gli occhi. Senza nemmeno notarlo mi si creò un enorme sorriso a trentadue denti sul volto e Alex, che lo notò subito, iniziò a percularmi. Non sapeva della mia cotta per Nicola, ma era chiaro da come sorridevo quando lo nominavano anche un attimo. Il campanello suonò e io sobbalzai per lo spavento, corsi ad aprire la porta, come se fossi io ad aspettarlo, ma appena vidi Nicola intento a buttare a terra una sigaretta ormai finita e ad accendersene un'altra il mio sorriso sparì.
«Non dovevi provare a smettere?»
«Oh, ah, Fede... Hey.» Mi sorrise mentre teneva invano di nascondere e spegnere la sigaretta.
«Non dovevi provare a smettere?» Ripetei, ma prima che potesse darmi una risposta, Alex mi spostò di forza e di piazzò davanti a Nicola. I due cominciarono a parlare e, quando finirono, Nicola se ne andò senza nemmeno salutarmi. Che stronzo.
STAI LEGGENDO
𝒕𝒉𝒐𝒔𝒆 𝒐𝒄𝒆𝒂𝒏 𝒆𝒚𝒆𝒔 ~strecico~
Fanfiction"Lo guardai negli occhi e tutto il mondo attorno sembrò svanire. Quei fottutissimi occhi azzurri mi mandavano in tilt ogni volta. Erano come magnetici e appena il mio sguardo ricadeva su essi non riusciva più a staccarsi."