TOM RIDDLE'S POV
Uscii dall'ufficio e mi diressi in fretta verso la mia camera per provare a prendere sonno.
Inutile a dirsi non ci riuscii per nulla.
Mi era sempre stato difficile addormentarmi e quando ci riuscivo mi svegliavo dopo poco per un qualche ricordo di quando ero piccolo che puntualmente doveva disturbarmi.
Ma questa volta non riuscii nemmeno a socchiudere gli occhi, troppi pensieri e dubbi mi assillavano e mi impedivano di rilassarmi.
Solitamente non ne avrei fatto un dramma, ma questa volta essere riposati sarebbe stato di vitale importanza se volevo salvare Scarlett senza rischiare la morte di uno di noi.
Dopo ore a rigirarmi nel letto, che sembrarono un infinità, mi ritrovai ancora sdraiato con gli occhi aperti a fissare il soffitto mentre invano cercavo di riordinare tutti gli avvenimenti degli ultimi tempi.
Controllai l'ora, erano le 2:55 di notte, ma il sonno non sembrava voler venire a bussare alla mia porta questa sera, nemmeno la stanchezza della giornata sarebbe stata abbastanza per farmi addormentare.
La frustrazione si impossessò del mio corpo mentre lanciavo il cuscino dall'altra parte della stanza,
«Fanculo! Perchè? Perchè non riesco a dormire? Dannazione».
Ero così preso dalla rabbia e dallo stress che iniziai a prendere a pugni la parete fermandomi solo quando intravidi del sangue iniziare a sporcare le mie nocche solitamente di un bianco perlaceo.
Mi sedetti sul letto e strinsi la testa tra le mani, sconsolato e incazzato con il mondo.
In che modo sarei stato in grado di aiutare Scarlett se non ero nemmeno capace di addormentarmi? Quanto patetico potevo possibilmente essere?
Allora mi venne un idea che sembrava essere l'ultima possibilità: mi sarei fatto un incantesimo del sonno per addormentarmi di forza.
Mi allungai verso il comodino, ignorando il dolore per un crampo improvviso al braccio destro, probabilmente dovuto alla quantità di pugni che avevo appena tirato alla parete proprio vicino al letto, rovinando completamente il muro che ora era sporco di qualche piccola macchia di sangue.
Presi la bacchetta e tentai l'incantesimo del sonno.
Era facile da fare come bere un bicchiere d'acqua, ce lo avevano insegnato il primo anno,
quindi se nemmeno questo sarebbe stato in grado di aiutarmi mi sarei dovuto rassegnare al tanto desiderato sonno.
Appena prinunciai la parole dell'incantesimo sentii qualcosa cambiare in me: le palpebre si fecero più pesanti, i muscoli del mio corpo sembravano non essere più in grado di tenermi in piedi, tutti i pensieri che mi tormentavano svanirono in un colpo solo e nella mia testa rimase solo una grande pace.
Lasciai cadere la bacchetta per terra e mi sdraiai sul letto, sicuro che finalmente mi sarei addormentato.
Ed infatti questo successe, ma come sempre la pace non durò a lungo.
Ero nella mia camera dell' orfanotrofio, si la mia camera e mia soltanto, perchè a differenza degli altri bambini io ero considerato pericoloso.
Ero stato abbandonato dicevano, ci sarà pure stato un motivo.
Forse ero pericoloso, forse ero aggressivo, dicevano. Eppure ero semplicemente un bambino di appena 11 anni che aveva passato la sua intera esistenza da solo dopo che sua madre era morta al parto e suo padre non si era fatto più vedere abbandonandolo alle crudeltà del mondo quando non aveva nemmeno sviluppato la capacità di parlare.
STAI LEGGENDO
Why Me? |Tom Riddle
FanfictionScarlett dopo l'espulsione dalla Beauxbatons viene mandata dalla madre a continuare i suoi studi ad Hogwarts, dove scoprirà segreti che le cambieranno la vita. Essere stata delusa da una delle persona di cui si fidava di più la distruggeva, non sape...