⚠️39 CAPITOLO

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TOM RIDDLE'S POV

Il vento gelido entrava dalla grossa finestra spalancata, facendo sbattere le costose vetrate e minacciando di strappare le tende accuratamente ricamate.

Mi rigirai nel letto cercando di non svegliare Scarlett che dormiva beata al mio fianco, aprii gli occhi e mi alzai per chiudere la finestra, il vento di Dicembre non era uno scherzo, e avrei preferito non ricominciare l'anno scolastico con la febbre- che tanto mi sarebbe venuta semplicemente rivedendo tutte le teste bacate che frequentavano quella maledetta scuola-.

Ritornai a letto e mi sporsi per circondare i fianchi di Scarlett con un braccio; quando dormiva era l'unico momento che mi permettevo per esprimere un briciolo di affetto, e mi piaceva molto, proprio come mi piaceva lei.

No, non era vero, lei non mi piaceva affatto.

Io volevo il suo corpo non lei, volevo poterla usare e da quella sera in poi sapevo che si sarebbe sempre concessa.

Ma era davvero così?

Negli ultimi tempi avevo fatto molte ricerche nella sezione proibita per cercare di spiegare le strane sensazione che provavo in sua compagnia, ero sicuro che mi avesse fatto una sorta di incantesimo di cui non mi ero accorto, ma non trovai mai nulla a riguardo, quindi dedussi che il suo aspetto mi attraeva molto di più di quello di qualsiasi altra donna su cui avessi mai posato gli occhi.

E non avevo mai trovato spiegazione migliore.

Il mio braccio strinse qualcosa di morbido, quelli non erano i fianchi di Scarlett, ne tantomeno nessun'altra parte del suo corpo che mi ero concesso di ammirare la sera prima.

Era un cazzo di cuscino.

Spalancai gli occhi di colpo e non vidi nessun groviglio di capelli a coprirmi la visuale come al solito, solo il buio della mia camera.

Mi tirai su senza pensarci e rimasi a fissare il letto vuoto, poi lanciai una rapida occhiata all'orologio: erano le 4:oo.

Mi alzai dal letto e controllai agitato per tutta la stanza, lei non c'era, era sparita.

Gocce di sudore scendevano dalle mie tempie, mentre il cuore batteva a ritmo del mio respiro spezzato.

Controllati, non andare in panico.

Stai tranquillo Tom, sarà solo andata in bagno.

Eppure l'orologio non mentiva, era il mio compleanno, e non solo.

Corsi fuori dalla stanza e per poco non inciampai nelle scale dirigendomi verso il bagno più vicino alla camera da letto.

Entrai quasi sfondando la porta, mi aspettai di ricevere un urlo come risposta alla mia infrazione, ma tutto quello che mi accolse fu un calmo silenzio.

Il bagno era vuoto.

Cercai in tutta la casa, perfino negli angoli nascosti da tutti che lei sicuramente non avrebbe mai trovato, ma con scarsi risultati.

Tralasciai la cucina al piano terra, ci sarei entrato come ultima possibilità, ma non prima di aver setacciato l'intera abitazione.

Un ora mezza dopo di Scarlett non c'era traccia, e l'unica cosa che le apparteneva che riuscii a trovare fu la sua bacchetta ancora sul comodino vicino al letto.

Ma non è possibile, deve essere qui da qualche parte.

Ti sta facendo uno scherzo Tom, lei sta bene, non c'è motivo di preoccuparsi.

Eppure c'era solo una spiegazione possibile.

Se fosse stato un qualsiasi altro giorno avrei pensato che l'avessero trovata i seguaci dell'ombra di sangue, ma non oggi.

Why Me? |Tom RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora