SCARLETT'S POV
Mi avviai verso la porta convinta di sapere chi si celasse dietro.
Tom Riddle doveva avermi trovata ormai, ma non ero sicura di volerlo rivedere, provavo ancora un senso di colpa verso ciò che avevo fatto, nonostante le ragioni dietro alla mia decisione fossero più che valide.
Mentre mi incamminai pronta per affrontare un dibattito con il re delle discussioni il bussatore sconosciuto non smetteva di frantumarsi le nocche contro la porta, rovinando così anche la mia pazienza.
«Arrivo! Non c'è bisogno di tanta insistenza»
Esasperata dal continuo bussare afferrai la maniglia ed aprii bruscamente la porta, ma dall'altro lato non ci trovai nessuno.
«Mamma mia come siete divertenti»
Urlai seriamente infastidita, ci mancavano solo questi stupidi scherzi a rovinarmi ancora di più la giornata.
Pansy mi si avvicinò confusa ed urlò a sua volta qualche insulto ai responsabili che credevamo essere nascosti dietro qualche angolo.
Si sentì un tonfo provenire dalla stanza e subito dopo l'urlo di Daphne a farne eco.
Sul davanzale della nostra finestra c'era un gufo, il mio amato Asterix, ed era senza dubbio morto.
Non aveva segni di percosse o tagli particolari quindi l'unica spiegazione plausibile era quella di un incantesimo.
Repressi le lacrime per l'ennesima volta negli ultimi giorni, sapevo benissimo che la morte del mio innocente animale non era una coincidenza o una terribile sfortuna, bensì un nuovo ammonimento.
Mi ero stancata, troppe atrocità erano state commesse solo per la ricerca di una stupida collana; avevo perso il mio migliore amico, il mio animale domestico, avevo rischiato di morire fin troppe volte.
Ma ora non mi importava più.
Avrei recuperato quella maledetta collana e avrei fermato l'ombra di sangue dal prendere quello che desiderava da me, qualsiasi cosa essa fosse.
Ci avrei perfino rimesso la pelle se necessario, ma non avrei più permesso che qualcuno a me caro facesse questa fine.
Notai che Asterix portava un piccolo laccio attorno alla zampa sinistra, doveva portarmi una lettera che evidentemente era stata intercettata prima che potesse raggiungermi.
Ma cosa conteneva di tanto importante da dover uccidere un povero animale?
Uscii dal dormitorio e mi diressi a passo svelto verso l'unica stanza che avrebbe potuto aiutarmi.
TOM RIDDLE'S POV
Ora che lo avevo trovato potevo tornarmene in camera per prendere la valigia e smaterializzarmi ad Hogwarts.
L'anello di mia madre era al sicuro con me e presto sarebbe finito al dito di una giovane fanciulla che non faceva altro che farmi impazzire.
Recuperai i pochi bagagli che mi ero preparato e mi smaterializzai.
Mi ritrovai nella mia camera vuota e spenta, non mi era mancata per nulla ma al momento poco importava, c'era una donzella da trovare.
Questa volta al posto di farmi un inutile giro del castello puntai direttamente a fare visita al suo dormitorio, dove ero sicuro si sarebbe trovata.
Quando l'avevo vista l'ultima volta, solo poche ore prima, aveva la pelle pallida e gli occhi rossi come se fosse malata, delle scure occhiaie facevano da contorno ai suoi limpidi occhi, annegati da lacrime che si sforzavano a non inondarle le guance, di cui in fondo sapevo essere la causa.
Mi aveva decisamente preso alla sprovvista, ero sinceramente felice di sapere che stesse bene e che non le fosse successo nulla per colpa mia ma nel momento in cui notai il suo sguardo stanco e tradito compresi che ne aveva abbastanza.
In parte odiai con tutto me stesso quello che riuscì a fare, accettare di essere stati pietrificati e di aver dimenticato di chiudere la mente in tempo non era qualcosa a cui ero abituato, inoltre la schiena doleva ancora per il volo che mi aveva fatto fare.
Mi ero sentito incompreso quando la vidi infuriata, perché lei non sapeva che tutto il mio odio verso mio padre non era infondato e che se non mi fossi difeso al momento mi troverei io a girovagare per la casa per l'eternità.
Ma era colpa mia se lei non lo sapeva, avevo ormai accettato il fatto di avere torto e di averla sempre trattata male.
Ora dovevo rimediare.
Non volevo lasciarla andare, non potevo. Ero disposto a perdere chiunque, perfino me stesso, se significava poterla avere per sempre al mio fianco.
Quando svoltai l'angolo per imboccare il corridoio che mi avrebbe portato dritto da Scarlett notai con sorpresa che la porta della sua camera era già aperta, Daphne era seduta sul letto e piangeva mentre Pansy camminava freneticamente per tutta la camera.
Avevo un pessimo presentimento, però speravo di sbagliarmi.
Mi avvicinai in fretta e nessuna di loro notò la mia presenza fino a quando entrai bruscamente.
«Si può sapere che cosa è successo qui?»
Improvvisamente entrambe si misero sull'attenti, sembravano avere paura che le avrei ferite, ma ovviamente nulla di ciò era nei piani.
Io volevo solo ritrovare la mia lucertolina.
Pansy dopo aver mandato giù un groppo che le bloccava la voce indicò l'angolo della stanza proprio sotto la finestra.
Appena lo vidi mi si gelò il sangue nelle vene, sapevo benissimo a chi apparteneva quel gufo, ed ero altrettanto sicuro di conoscere lo scopo di quell'agghiacciante gesto.
«Lei dov'è?»
Corsi per i corridoi alla ricerca di Scarlett, ma non sembrava trovarsi da nessuna parte.
Era rimasta solo una stanza che poteva aiutarmi.
Entrai nella stanza delle necessità a passo deciso, ma a metà del mio cammino udii un rumore di passi provenire a poca distanza da me.
Non ero solo.
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Why Me? |Tom Riddle
FanfictionScarlett dopo l'espulsione dalla Beauxbatons viene mandata dalla madre a continuare i suoi studi ad Hogwarts, dove scoprirà segreti che le cambieranno la vita. Essere stata delusa da una delle persona di cui si fidava di più la distruggeva, non sape...