SCARLETT'S POV
Un rumore ripetitivo e assordante mi scoppiava nelle orecchie, no non era Daphne che urlava in preda al panico, non era nemmeno il tonfo provocato dalla McGranitt che aveva perso i sensi, e non si trattava della folla di studenti che ora mi fissavano insultandomi.
Era il mio cuore, che batteva così velocemente che temevo mi venisse un infarto, potevo percepire le vene della fronte pulsare fino a minacciare di scoppiare, il torace contrarsi e alzarsi senza sosta cercando di stare dietro ai respiri sempre più corti e veloci che i miei polmoni richiedevano non riuscendo a trattenere abbastanza ossigeno.
Le mani tremavano e la testa sembrava avvolta da una nuvola di fumo che rendeva tutti i contorni confusi e appannati.
Non riuscivo a ragionare, formulare un pensiero concreto sembrava la più difficile delle azioni e temetti di morire lì, in quel preciso istante, sotto gli occhi di tutti, che in cuor mio sapevo avrebbero preferito la mia consegna.
Due mani leggere mi sfiorarono le spalle e mi rigirarono ed io mi ritrovai con una folta chioma di capelli lunghi nell'incavo del collo.
«Non ti lasceremo andare»
Mi disse a bassa voce Pansy mentre mi stringeva come se avesse paura che qualcuno sarebbe arrivato in quel momento a portarmi via.
Peccato che non tutti la pensassero allo stesso modo.
«E' tutta colpa sua! Dobbiamo fare come ha detto lui!»
Gridò una ragazza seduta tra i tassorossi, e le urla di incoraggiamento che susseguirono la sua esclamazione non fecero altro che farmi venire la nausea.
Dei ragazzi si misero a tirarmi addosso il pane, mentre altri mi sputavano addosso i peggio insulti.
Sembrava che il mondo mi stesse crollando addosso, e per l'ennesima volta ebbi la sensazione di essere sbagliata, di essere semplicemente un impiastro che era capace solo a complicare e rovinare le vite altrui.
«Viva o morta noi ti porteremo da lui !»
Non mi mossi quando vidi un ragazzo corrermi incontro puntandomi addosso la bacchetta, ma la mia anima sembrò lasciare il mio corpo per cercare pace altrove, dove potevo essere apprezzata.
In un soffio però tornò a far parte di me quando quel ragazzo dai capelli chiari, gli occhi di un azzurro simile a quello del cielo dopo la tempesta, e la spazzatura al posto del cuore, volò all'indietro, schiantandosi contro la ragazza che aveva fatto partire i cori.
Non capii chi lo aveva attaccato finché una salda mano mi strinse la vita, con leggerezza, senza pretese, non per farmi del male e nemmeno per dire che gli appartenevo. Solo per farmi capire, nella lingua più semplice e bella del mondo- quella dei gesti- che lui c'era e che non si sarebbe arreso questa volta.
«Non credo proprio Kai. Però sono convinto che una vacanza permanente al camposanto possa farti solo bene, se vuoi ti ci posso mandare anche adesso»
Kai di tutta risposta si mise a ridere; una risata finta e sforzata gli uscì dalle labbra mentre il suo corpo lo tradiva, cercando solo di allontanarsi da quel mostro che lo stava minacciando, il mio mostro.
Percepii i muscoli di Tom irrigidirsi e temetti che stesse per fare una scenata che potesse finire con una caccia all'assassino, ma lui riuscì perfettamente a controllarsi.
Mi tirò a se quando tutte e tre le tavolate si misero a gridarmi contro, augurandomi i peggio destini e piano piano cercando di avvicinarsi a me per poi potermi finalmente mettere le mani addosso.
STAI LEGGENDO
Why Me? |Tom Riddle
Fiksi PenggemarScarlett dopo l'espulsione dalla Beauxbatons viene mandata dalla madre a continuare i suoi studi ad Hogwarts, dove scoprirà segreti che le cambieranno la vita. Essere stata delusa da una delle persona di cui si fidava di più la distruggeva, non sape...