39

97 7 3
                                    

«Quindi mi sono incazzato a bestia e ho iniziato a camminare non sapendo che verso prendere, ero talmente preso male che non ho fatto minimamente caso a dove le mie gambe mi stessero conducendo. Hyunjin mi ha ovviamente seguito, continuando a parlare e a contestare ciò che avevo da dire ed io pensavo che prima o poi si sarebbe stancato, ma non è successo, così, cercando di prendere la strada più inagibile, sono arrivato fino a qui e di conseguenza anche lui»

«Certo che non avevate molto da fare» commentò Seungmin basito e divertito al contempo.
«Non tutti siamo come te, Seungmin» fece Felix.
«Perché, Seungmin cosa fa oltre a studiare?» chiese Hyunjin.
«Innanzitutto canta e questo lo avevamo appurato tutti» si intromise Chan.
«Gli piace andare in bici» aggiunse Jisung.
«Avete finito?» fece leggermente scocciato il diretto interessato.
«Gli piace molto ascoltare i vinili» ci si mise anche Minho.
«E poi-»
«Okay basta, per favore» li bloccò con tanto di finto sorriso il castano.
Non gli andava che i suoi hobby fossero sbandierati così di fronte a Hyunjin. Non doveva sapere niente di lui, non gli andava.
«Che peccato, avrei potuto raccogliere materiale per prenderti in giro» rise lui.
In verità, Seungmin gli interessava più di quanto risultasse, ma in quel momento non avrebbe azzardato alcun tipo di stupida battutina, Jeongin era lì con loro.

«Che ne direste di mettere un po' di musica invece di disturbare questo piccolo angioletto?» 
Alle parole di Minho, Jisung impietrì, Hyunjin contrasse i propri tratti e Seungmin si sentì in imbarazzo.
Minho amava creare questo genere di situazioni.
Misero la musica e si sdraiarono comodamente sui teli: Felix con Changbin, Minho con Jisung, Jeongin con Hyunjin.
Per gentilezza, Chan si mise vicino a Seungmin.
«Non c'è bisogno che mi affianchi, stare da soli non è la peggior cosa» gli sussurrò il minore.
«Forse per te, io non ci tengo mica a stare in mezzo a quelli» gli sorrise il biondo.
Chan aveva un sorriso bellissimo, ogni volta che i suoi denti si mostravano comparivano quelle adorabili fossette ai lati del viso. Inoltre, la pelle del ragazzo era talmente chiara da risultare bianca in confronto alle luci delle lanterne.
È un ragazzo bello e premuroso, sembra molto dolce...è anche simpatico. Tutti gli australiani sono così?
Pensò.
Lui stesso reputava Felix un ragazzo splendido, dal sorriso radioso, con quelle caratteristiche che lo rendevano piacevole e di compagnia.
Probabilmente, senza Felix, Seungmin si sarebbe sempre sentito più triste. E anche Chan sembrava in grado di alzare il tenore di umore di una persona.

«Secondo me stiamo più comodi noi. Non so se ti è capitato di stare abbracciato a qualcuno sotto un telo, ma in realtà è una posizione scomodissima ed entrambe le persone lo fanno solo per non far spostare l'altra»
No, Min non era mai stato abbracciato a qualcuno sotto un telo, ma dalle parole di Chan poté intuirlo.
«Mi sa che hai ragione»
«Hyung, andiamo a prendere da mangiare, scommetto che qui tutti stanno iniziando ad avere fame» disse Hyunjin, pesandosi di fronte ai due.
Chan si voltò verso di lui, con aria sorridente.
«Perché non ti porti Seungmin? Oggi per punizione ci hanno fatto fare il giro del campus, non mi sento più le gambe»
Il biondo roteò gli occhi e si rivolse all'altro.
«Ecco, in realtà-» tentò Seungmin.
«Non stai facendo nulla di importante, quindi alzati» lo precedette Hyunjin, al ché, il moro si alzò. Dopotutto, anche lui voleva mangiare.

,,,

Camminarono e, giungendo sulla strada, dove tutto era illuminato dai lampioni, Seungmin poté vedere quanto l'altro fosse scuro in volto.
Non sapeva se chiederglielo oppure no, il motivo di quel muso. Alla fine stette zitto, non era di certo un suo amico stretto, quindi non aveva il diritto di farsi i fatti suoi.
Arrivarono al KFC lì vicino ed entrarono.
C'era una fila enorme perché la friggitrice aveva subito un guasto.
«Cavolo, questa non ci voleva. Scrivo a Felix e lo avviso»
Inizialmente i due decisero di mettersi in fila, ma si erano già stufati dopo dieci minuti, a causa di un tizio che continuava a sbuffare e di un bambino che non la finiva di piangere.
«Che palle» si lamentò il biondo, stiracchiandosi sul divanetto del locale.
«Puoi ben dirlo» fece leggermente scocciato pure Min.
«Chissà quanto staremo qui»
«Non ne ho idea, l'unica cosa che so è che il mio stomaco necessita di essere riempito»

Passarono svariati minuti, ma ancora il problema sembrava restare irrisolto.
Seungmin si era messo col telefono a leggere un e-book, mentre Hyunjin si era concentrato ad osservare l'esterno, notando quanto il cielo si fosse fatto scuro.
Si stufò.
E tolse a Seungmin il telefono dalle mani.

«Ehi!» esclamò quest'ultimo.
«È una barba già così, non isolarti»
«Spiegami: come potrei mai farti compagnia?»
«Questo non lo so, sorprendimi» sorrise sghembo il biondo.
Seungmin lo guardò male, lo sguardo sottile contornato da una poker face originalissima.
Mh, potremmo parlare di quanto tu riesca ad essere doppiogiochista, lunatico e tremendamente fastidioso.

«Allora vediamo...qual è il tuo colore preferito?» chiese Seungmin puntando gli occhi sul soffitto del locale.
Hyunjin si trattenne dal ridere.
«Seriamente? Quanti anni hai, cinque?»
«Vedi perché è impossibile che io riesca a farti compagnia? Ridammi il telefono» 
Il moro si sospinse per poter afferrare il congegno, ma Hyunjin fu più veloce di lui.
«Non ti arrenderai così facilmente!» esclamò.
Il minore tornò con la schiena poggiata sul divanetto.
«Allora rispondi»
«Semplice: nero e bianco»
«Sei un tipo "o tutto o niente"?»
«E tu sei uno psicologo?»
«Che rottura, sto cercando di conoscerti, non stare costantemente sulla difensiva» fece Seungmin in procinto di perdere la pazienza.
Hyunjin esitò, riflettendo.
«Penso proprio di sì...non vedo perché le cose debbano rimanere in una posizione indefinita, è dannoso crearsi le proprie incertezze, la vita ne offre già fin troppe»
Quella era forse la cosa più profonda che il maggiore gli avesse mai detto e lui, Seungmin, si trovò d'accordo con quel concetto.

«Le insicurezze sono ciò che ci spinge a fare le scelte, da un lato ci aiutano ad affrontare le situazioni e ci formano, dall'altro sono in grado di distruggerci. - alzò lo sguardo verso l'altro - Ti capisco»

«Non sai molto di me, ma da uno che non ha più i genitori e che come unico mezzo di comunicazione usa la burla, puoi ben capire il bisogno di attaccarmi a delle certezze»

«È per questo che non vuoi fidanzarti?»
Il maggiore si trovò spiazzato da questa domanda.
«Ecco l'hamburger al pollo che avevate ordinato, purtroppo manca ancora del tempo prima che la friggitrice venga aggiustata» disse la ragazza in divisa, poggiando il vassoio sul tavolo dei due.

𝕬𝖋𝖗𝖆𝖎𝖉 ˢᵉᵘⁿᵍʲⁱⁿDove le storie prendono vita. Scoprilo ora