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«È così, dunque»
«Non è ancora certo, ma credo che sia l’evento più probabile»
«E tu come stai?» chiese il biondo preoccupato. Seungmin si voltò verso di lui e Felix notò nel suo sguardo ciò che lui aveva incontrato tempo dopo che i suoi avevano divorziato: la totale indifferenza.
«Infondo, è oggettivamente la cosa migliore che possa accadere. Economicamente le cose andrebbero bene anche senza il sostegno di mio padre e sarebbe un divorzio concordato poiché Mr Kim aveva promesso sul suo onore che non sarebbe più ricapitata una cosa come il tradimento. Era l’unica condizione; mia madre ha sempre cercato di non rinfacciargli nulla e si è tenuta tutto dentro, struggendosi negli angoli della casa più lontani da me. Questo costrutto familiare è un derivato della spaccatura causata da lui. In più, non è da lui che mia madre lo ha saputo e questo ha solo contribuito e rendere quella spaccatura impossibile da rimarginare»
«Ed è così che ti senti? Sollevato dal fatto che sia la cosa migliore?»
Seungmin non riuscì a far fronte agli occhioni di Felix, così dannatamente comprensibili. Era messo a nudo di fronte alla consapevolezza che Felix fosse in grado di leggerlo, ma faceva parte del loro contratto di amicizia. Quante volte Felix aveva pianto sulla sua spalla a causa della sua situazione familiare? Forse il biondo avrebbe desiderato che anche Seungmin fosse riuscito a trovare conforto in lui, ma Seungmin proprio non riusciva ad esprimersi, lui stesso si rifiutava di cercare le sensazioni dentro di sé. Non gli andava di arrabbiarsi, non gli andava di essere triste.

«Non so neanche io come mi sento» ammise.
«Dovresti scoprirlo»
Il tono del suo migliore amico era di una dolcezza inaudita, dalla delicatezza del suo modo di porsi traspariva quanto ritenesse la questione critica, quasi più di Seungmin stesso, e il moro sapeva che stesse soffrendo per lui.
«Arriverà il momento, ma non adesso. Sarai il primo a saperlo»
I due si abbracciarono, poi si alzarono dal pavimento della palestra e tornarono nel cortile, pronti al rientro in classe. Mentre Felix chiedeva il gelato fragola e vaniglia, a Seungmin arrivò un messaggio su Instagram da Hyunjin, nel quale c’era scritto che il biondo non ce l’avrebbe fatta ad uscire con lui quel giorno perché era ridotto ad uno straccio dalla febbre e dal raffreddore. Se il discorso con Felix non era riuscito a scalfirlo più di tanto, adesso una lacrima stava scendendo lungo la sua guancia sinistra.

,,,

Era passata una settimana e mezzo da quel famoso weekend. Il Natale era alle porte e tutti gli alunni dell’istituto scientifico di Gimpo erano sommersi da catene infinite di esami che avrebbero visto la conclusione con l’arrivo delle vacanze. Seungmin aveva tranquillamente lasciato che biologia, chimica e matematica occupassero la sua mente al posto di tutti i pensieri negativi dei quali disponeva. Era un freddo venerdì quando lui e Felix si videro sommersi dai messaggi di Jisung, che aveva rianimato il gruppo dei tre dopo due settimane di silenzio dovute alle verifiche. Obbligava i suoi amici, con minacce poco convincenti, ad andare insieme in una ludoteca. Scelta strana, visto il fatto che erano in tre e che nessuno di loro era solito giocare a dei giochi da tavolo. A detta di Jisung, lì dentro almeno c’era caldo, silenzio e un sacco di colori.

Quando i due ragazzi dello scientifico entrarono si sentirono inondati dalla miriade di colori stanziata sulle pareti: c’erano disegni ovunque, molti dei quali derivavano da dei manga; il locale era palesemente gestito da due giapponesi che avevano deciso di sfruttare la nerdaggine altrui per guadagnare.
«Non ho mai assecondato il lato più nerd di Jisung, mi sto domandando come mai io abbia deciso di venir meno a questo verdetto proprio oggi» commentò Felix strizzando gli occhi per la troppa luce emanata dalle lampade del soffitto e dalle varie lucine accese messe a contornare le pareti. Il posto era davvero particolare, possedeva uno spirito un po’ indie e corrispondeva a più estetiche.
«Almeno è un posto tranquillo» osservò Seungmin, rallegrato dall’atmosfera della ludoteca.
Passati i primi tavoli, scorsero Jisung su un divanetto all’angolo, chinato e impegnato nella rifinitura di un disegno. Portava gli occhiali e indossava una felpa bianca e arancione, in tinta perfetta con le pareti e con i suoi stessi capelli.
«Ma ciao Scoiattolo» lo salutò il biondo. Jisung alzò lo sguardo e sorrise ai suoi due amici. Trasudava entusiasmo da tutti i pori. I due presero posto e si beccarono un abbraccio da loro amico e un té offerto.

«A cosa dobbiamo questa tua improvvisa gioia e l’improvvisa scomparsa della tua tirchieria?» Chiese Felix dopo qualche scambio di informazioni abituale.
Fu lì che l’entusiasmo riprese a schizzare da tutti i pori del ragazzo, poiché il rosso non fu più in grado di contenere l’enorme sorriso che illuminava il suo viso. Dette la grande notizia.

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Gennaio fu il mese dei cambiamenti. Come si suol dire, “nuovo anno, nuova vita”, una vita attanagliata dai fantasmi del passato, che puntava al futuro non possedendo neanche più le fondamenta che la caratterizzavano all’inizio. Tuttavia, andava meglio del previsto, Seungmin non si accorgeva della miriade di informazioni emotive che stava mettendo da parte e preferiva concentrarsi sulle congetture della vita, sul contorno. Passava le giornate a studiare ed ascoltare musica; dal momento che sua madre era fuori spesso, si concedeva di cantare ogni tanto e così si liberava anche del poco cattivo umore che percepiva. Non si poteva dire che stesse bene, tra Felix depresso per Jisung e sua madre costantemente in crisi per le pratiche del divorzio, ma era come se il suo corpo fosse plastificato da una bolla la cui superficie si adattava perfettamente alle sue sembianze e che permetteva ad ogni colpo che arrivava di essere ben attutito. Non pensava neanche più a Hyunjin. All’inizio il pensiero dell’uscita lo aveva fatto fremere dall’eccitazione al punto da renderlo quasi il corrispettivo di una principessa Disney, e il mancato svolgimento dell’appuntamento - sempre che lui avesse bene inteso le intenzioni del maggiore - lo aveva attanagliato e lo aveva portato alle lacrime. Era raro che Seungmin piangesse per qualcosa e si era promesso di non farlo più, soprattutto per uno come Hyunjin.

Credette di essere fuori di testa quando una mattina, all’inizio del mese, gli era sembrato di vedere la notifica di un messaggio dall’account del maggiore, poi era scomparso. Che gli avesse scritto oppure no non aveva alcuna importanza. Non gli importava, ci avrebbe pensato dopo.

Non lo aveva granché visto a scuola, ma dopotutto, Seungmin non era tipo da stare in cortile prima dell’inizio delle lezioni, uscire dall’aula durante la pausa e scappare nei bagni durante le lezioni. Era meglio così.

~°~

Capitolo confusionario, si capirà più avanti :>

𝕬𝖋𝖗𝖆𝖎𝖉 ˢᵉᵘⁿᵍʲⁱⁿDove le storie prendono vita. Scoprilo ora