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Era passato molto tempo da quell’avvenimento a casa di Minho. Molte cose erano cambiate da allora.

[maggio]

Bussò alla porta di casa sua e quando Minho gli aprì rimase sconvolto. Seungmin non si era più fatto vedere dalla sera del loro bacio.
«Che aspetti a farmi entrare?»
Seungmin si fece spazio all’interno della stanza.
«Vedo che ci sono dei nuovi poster» osservò girovagando nell’ambiente ristretto.
Minho era a dir poco confuso. Non vedeva Seungmin da circa un mese, non si erano sentiti né beccati a scuola. Aveva rinunciato all’idea che si sarebbero rivisti a breve ed ora lui piombava così in casa sua…possedeva un aspetto alquanto diverso. Indossava un maglione strappato di colore nero e dei jeans attillati del medesimo colore; il maglione lasciava scoperte le clavicole e risaltava il collo del ragazzo. Lo osservava mentre il castano posava gli occhi su ogni singolo poster attaccato al muro.
«Seungmin, mi sono domandato dove ti fossi nascosto per tutto questo tempo, di nuovo…ho pensato-» Minho si bloccò quando l’altro si voltò verso di lui con immediatezza. Seungmin gli fece un sorriso; teneva le mani incrociate dietro la schiena e il suo busto era ora sporto in avanti.
«Ho avuto un comportamento un po’ schivo. Diciamo che è stato un miscuglio di situazioni sgradevoli»
Il corvino lo osservò confuso, tentando di decriptare quello sguardo apparentemente così sereno. Poté notare anche il velo di matita accuratamente sfumato sotto gli occhi del ragazzo, nitidi e penetranti più del solito, perché…Seungmin non portava gli occhiali quella sera. Minho aveva un milione di domande, ma un’urgenza sovrastava tutti i quesiti del caso.
«Quindi tra di noi va…tutto bene?»
«Assolutamente sì»
«Quindi posso domandarti come mai del tuo atteggiamento e del tuo vestiario?»
Estremamente diretto.
Seungmin ampliò il suo sorriso e Minho poté definitivamente cogliere una punta di malizia amara in quell’espressione.
Il castano prese posto sulla sedia del maggiore con nonchalance, assumendo un atteggiamento apparentemente rilassato.

Qui c'è qualcosa che non quadra.
«Ti ricordi per caso quando mi parlasti del fatto che se avessi cambiato aspetto, Hyunjin mi avrebbe notato immediatamente?»
Minho si ritrovò ancora più confuso. Cosa centrava ora Hyunjin?
«Credo di sì, ma cosa centra?»
«Minho, d’ora in poi smetterò di essere invisibile»
Il corvino era certo che il suo cervello stesse fondendo. Prese posto sul letto.
«Io cambierò»
«Posso…io…Aish»
Non sapeva cosa dire.
Seungmin ridacchiò leggermente di fronte allo stato confusionario di Minho. Si alzò dalla sedia e si avvicinò incredibilmente al viso del ragazzo.
«Minnie, cosa-»
«Minho» lo zittì.
Minho spalancò gli occhi e Seungmin poté godere di questa sua reazione. Il corvino non sapeva cosa dire o fare, mentre nella testa di Seungmin un'idea si stava facendo strada. Avendolo così vicino, perché non ricambiare il pensiero che Minho aveva avuto nei suoi riguardi l'ultima volta? Sarebbe stato un primo e vero passo verso il cambiamento.
Così non indugiò ulteriormente e si avvicinò per baciarlo. Inizialmente, Minho si ritrasse, assottigliando lo sguardo nella sua direzione, ma poi, vedendo che il minore non accennasse a cambiare idea, accettò il suo bacio. Seungmin allora si impadronì delle sue labbra, penetrando la cavità orale del maggiore con decisione. Fu un’azione repentina alla quale Minho non ebbe tempo di rispondere. Quando si rese conto di star divampando, Seungmin gli aveva già sorriso, aveva detto qualcosa che l'altro non aveva avuto il tempo di capire e se n'era andato.

[una settimana prima]

Aprile inoltrato. Prima sessione di esami conclusa. La campanella era appena suona e Seungmin, come ogni giorno, era sgusciato via. Era abbastanza stufo di doversi sentire inadeguato, a quel punto c’erano troppe persone che cercava di evitare. Ci rifletteva ormai da un po’, su un possibile cambiamento.

,,,

[tre settimane prima]

Era passata una settimana dall’ennesimo evento che aveva invogliato Seungmin a rimanere chiuso in casa. Quasi una settimana esatta, infatti il castano si apprestava a trascorrere un tranquillo sabato sera a casa. Aveva deciso di iniziare a leggere qualcosa che fosse estraneo allo studio e aveva optato per un libro giapponese non troppo impegnativo. Quella sera sua madre aveva deciso di andare al cinema con sua zia e gli aveva chiesto molteplici volte se volesse far loro compagnia, ma Seungmin aveva ringraziato e rifiutato, assicurandole che avrebbe comunque passato una piacevole serata. Non gli andava di vedere una commedia romantica, sarebbe stata la scelta più ironica che avesse potuto fare, vista la sua condizione; nulla doveva ricordargliela. Aveva appena finito di leggere il primo capitolo di Musica di Murakami, quando sentì il campanello suonare. Il panico. Rimase come immobilizzato sul divano del piccolo salone di casa sua e fu indeciso sul da farsi. Avrebbe potuto fare finta di niente, ma quello era sicuramente Minho e Minho sapeva alla perfezione che Seungmin fosse a casa. Poi, dannazione, era sera, la luce del soggiorno si vedeva che fosse accesa dalla finestra della cucina.
«Merda» sussurrò a denti stretti, consapevole di non avere altra scelta se non quella di aprire. Si preparò al peggio nel momento in cui si trovò davanti alla porta. Non aveva ancora processato e accettato ciò che era successo tra loro.

«Changbin» disse con sorpresa. Si sarebbe persino aspettato che un giorno Jae dei Day6 - sì, il suo bias - potesse bussare alla sua porta, ma di certo non Seo Changbin.
«Posso entrare?»
Seungmin annuì e il suo cuore si placò improvvisamente. Fece entrare Changbin, lo condusse nel soggiorno e fece per accendere la luce.
«Meglio se rimane così, la trovo un’atmosfera migliore per parlare» proferì Changbin. Era incredibilmente serio, non un accenno di cordialità. Seungmin non lo conosceva direttamente, ma Felix gli aveva parlato di lui un’infinità di volte, descrivendolo come un dolce burlone che diventava serio solo quando si trattava di persone a lui vicine. Si ricordò delle parole di Changbin sulla sua amicizia con Hyunjin e…odiò ricordarselo, ma perché Hyunjin veniva tirato fuori dal suo cervello nei momenti più inopportuni? Per meglio specificare, qualsiasi momento era inopportuno, dato che Hyunjin era uscito dalla sua vita con la stessa velocità con la quale c’era entrato.
«Va bene. Siediti pure dove vuoi» cercò di essere cordiale, pur mantenendosi sè stesso. Infondo non c’era motivo di far finta che ci fosse chissà quale confidenza tra loro, in più l’unico motivo per il quale avrebbero dovuto sviluppare una specie di rapporto si era trasferito dall’altra parte della Corea.

Changbin prese posto sul divano, Seungmin sulla poltrona accanto ad esso. Changbin manteneva il viso rivolto alla parete di fronte a lui e poggiava il mento sui pugni, a loro volta sostenuti dagli avambracci posti sulle ginocchia. Però lo guardava con la coda dell’occhio ed era la coda dell’occhio più storta che gli fosse mai stata rivolta. Lo stava guardando male. Seungmin si sentì improvvisamente a disagio.

~°~

So che potrebbe essere noiosissimo, ma il capitolo è fortemente necessario

𝕬𝖋𝖗𝖆𝖎𝖉 ˢᵉᵘⁿᵍʲⁱⁿDove le storie prendono vita. Scoprilo ora